Si trovano su un'isola che comprende un lago artificiale e due canali, uno dei quali è attraversato da un celebre arco trionfale (una delle immagini da cartolina di San Pietroburgo). Il lago era previsto per immagazzinare i tronchi d'albero ed era annesso ai moli dell'Ammiragliato. Nel XIX secolo si decise di aggiungere ai magazzini un carcere della Marina a pianta circolare: i marinai detenuti lo chiamavano "la bottiglia".
Nel 2004 la Marina dismise Novaja Gollandija, che da quel momento diventò un boccone appetibile per immobiliaristi e architetti ambiziosi. Nel 2006 Norman Foster presentò un primo progetto di ristrutturazione, che prevedeva un'intrusione decisamente spettacolare dell'architettura contemporanea, con una forma che sembrava un bombardiere Stealth infelicemente atterrato a Novaja Gollandija. La salvifica crisi del 2008 non permise che l'incubo degli storici locali si materializzasse e nel febbraio del 2011 è stato bandito un nuovo concorso, cui hanno partecipato studi stranieri (David Chipperfield Architects, Dixon Jones, Lacaton & Vassal, MVRDV, OMA, Work AC) e russi (Yuri Avvakumov in collaborazione con Georgij Solopov e con lo Studio 44). Il brief era quello consueto: restauro di un monumento di architettura industriale nel modo più sobrio e inserimento della gamma di servizi tipica dei centri culturali: sale da concerto e d'esposizione, studi per artisti e architetti, centri di formazione e poli da infrastruttura dell'industria culturale: negozi di design, alberghi e ristoranti.
Il progetto più radicale è stato proposto dall'Office for Metropolitan Architecture, che si è poi ritirato dal concorso. Gli architetti avevano scelto di fare dell'isola un arcipelago.
C'erano tra i concorrenti degli entusiasti della prospettiva ecologica: lo Studio 44 di Nikita Yavein e gli americani Work AC. Lo studio Yavein ha proposto la creazione nello spazio libero di un monumento agli alberi abbattuti per la costruzione della flotta, cioè di disegnare un parco e, accanto al carcere, di costruire un padiglione in stile neoclassico.
Tra il carcere e il magazzino gli architetti hanno progettato una collinetta erbosa artificiale dove dovrebbero essere nascosti parcheggio e impianti tecnici. Delle serre sono state progettate all'interno degli edifici del magazzino, nel tetto dei quali, per consentire il passaggio della luce, vengono praticate delle aperture vetrate che sembrano buchi nel formaggio e che probabilmente susciteranno un sorriso sul viso degli storici dell'arte. Uno dei buchi non è vetrato e ne scaturiscono un ciuffo di piante decidue. Una promenade verde serpeggia tra le serre, pervadendo tutto lo spazio dei magazzini.
