La prima volta della Repubblica del Ruanda

Due mostre mettono in primo piano la strategia di sostenibilità ambientale in corso nel paese. Beatrice Galilee ha intervistato il curatore del padiglione Gaddo Morpurgo.

La Repubblica del Ruanda partecipa per la prima volta alla Biennale d'architettura di Venezia. Utilizzerà il suo spazio presso la manifestazione per mettere in primo piano la strategia di sostenibilità ambientale che è in corso di attuazione attraverso l'uso di materiali naturali nell'edilizia e il divieto dell'uso di sacchetti di plastica in tutto il paese. Si terranno alcuni incontri e alcuni laboratori sotto il titolo Tradizione e innovazione nel progetto delle fibre vegetali; un ciclo di laboratori e di incontri sul design e sull'architettura, con particolare riguardo al Ruanda e al Burkina Faso, allo scopo di presentare la loro attività di ricerca. Gaddo Morpurgo, curatore e commissario del padiglione, ha dedicato qualche momento a rispondere alle nostre domande.

Come è arrivato all'idea della mostra? Vorrei sapere dell'intero percorso, dall'inizio all'idea finale.
Alla Biennale di Venezia il Ruanda presenta i risultati di un lavoro sviluppato negli ultimi due anni dall'Atelier Rwanda, che è un centro di ricerca sul progetto africano. La mostra si concentra sui singoli prodotti usciti dal progetto: gioielli in fibre naturali e materiali da costruzione ricavati dal legno delle piante della banana e del caffè, che ne sfruttano le particolari caratteristiche.

Quali strumenti visivi e spaziali userà per esprimere questa idea?
Per motivi di organizzazione il nostro lavoro è esposto in due mostre. Una alla Fondazione "Claudio Buziol", dove i visitatori possono vedere singoli oggetti in un allestimento progettato specificamente per questo progetto, e l'altra ai Magazzini Ligabue, sede centrale dell'Università IUAV di Venezia, dove, a partire dal detto africano che recita "Il momento migliore per piantare un albero è trent'anni fa", abbiamo realizzato alberi di rattan e bambù documentando il processo di cooperazione tra IUAV e paesi africani.

Che cosa pensa che il pubblico dirà e penserà all'uscita dal padiglione?
L'Africa sta uscendo da una visione "etnica" del progetto per investire su una ricerca in grado di promuovere l'uso di materiali locali e tecniche tradizionali.

Qual è la sua personale opinione sulla Biennale? Pensa che sia un modo utile di presentare le idee?
La mia prima esperienza alla Biennale risale all'inizio degli anni Ottanta, e credo ancora che sia una delle occasioni più importanti di osservare il lavoro internazionale sui temi del progetto.

Quali sono i problemi più importanti che l'architettura ruandese deve affrontare oggi?
Attualmente il Ruanda concentra i suoi sforzi in due direzioni: la formazione, con l'apertura della prima facoltà d'Architettura al KIST (Kigali Institute of Science and Technology), e la promozione dell'uso di materiali naturali nell'edilizia.


Padiglione del Ruanda, Tradition and innovation in vegetable fibres
Commissario: Gaddo Morpurgo
Curatori: Bettina Scholl-Sabbatini, Gaddo Morpurgo

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram