Claude Parent raccontato da Jean Nouvel

Con un allestimento alla Cité de l'Architecture e un abbecedario di parole chiave: funzione obliqua – spazio critico – monolite/massa – sintesi psicologica...

Amore per l'arte
CP ama l'arte e gli artisti, ci bazzica insieme, ne è contaminato: diventa uno di loro. La sua vita è disegnata proprio come un'opera d'arte. E questo spiega la sua passione per le automobili: la Jaguar tipo E o la Maserati Indy per lui sono oggetti d'arte.

Case popolari
CP ha sempre criticato e denunciato le condizioni di realizzazione degli alloggi sociali negli anni Sessanta.

Cemento
Il suo adorato materiale: ne ricerca l'espressione, pensa sempre alla cassaforma, alla verità del materiale, alla nobiltà del grezzo. CP ha sempre aborrito la leziosità, il 'grazioso'. L'impopolarità di questo materiale gli piace. Il bunker inventa una potente estetica del cemento. Lui la coltiva. La anticipa con André Bloc perché, tra le sue avventure con gli artisti, il loro incontro diventa, come indica il nome stesso, un lavoro sulla massa, sul grezzo. CP architetta delle forme pensate con André Bloc: la bellezza della Maison d'Antibes e della Maison de l'Iran a Parigi testimonia la profondità del loro sodalizio.

Centrali nucleari, Coraggio
CP non ha paura, al contrario ama le sfide. Riesce a sopportare l'impopolarità, a trovarvi una certa gioia, a rivendicarla. Gli piace diventare l'architetto faro di queste nuove centrali atomiche perché l'incredibile scala, la massa di questa architettura, deve domare l'energia e il rischio.

Disegno, Disegno
CP ama disegnare. Con la matita, la penna o il pennarello nero. Dal progetto più semplice e più piccolo, dal dettaglio di un angolo in cemento alle evocazioni delle utopie delle città oblique, un disegno lontano. Quando la realtà si fa troppo dura, ingrata, il disegno rappresenta un rifugio profondo dal quale nascono puntualmente singolari evocazioni.

Eleganza
Nessuno potrebbe battere CP a un concorso di eleganza. I completi di Feruch con il collo alla Mao, le camicie rosa corallo o ciclamino, le grandi cravatte e le preziose pochette, per non parlare delle scarpe, delle favolose automobili, delle penne d'argento, dei capelli ricci e delle lunghe basette accuratamente disegnate, il tutto dominato, dosato e illuminato da grandi sorrisi. La sua passione per l'estetica investe tutta la sua persona.

Famiglia
Il fratello Michel scrive, si occupa del festival di Borgogna e del patrimonio artistico. Nicole, la sorella, è ballerina e... Claude disegna.
La moglie Naad emoziona i giovani architetti di rue Madeleine Michelis, sobria, silenziosa, misteriosa e luminosa. La figlia Chloé progetta siti web e disegna piani di carta per libri e manifesti. E il cognato, Patrice Goulet, affascinato da CP diventa critico d'architettura.

Follenfant
Étienne Follenfant, modellista che scolpisce, nel legno di tiglio, modellini di case e ipermercati, ma anche le utopie urbane di CP e Paul Virilio. L'arrivo dell'ultimo modellino segna l'emozione della settimana. Emozione, verifica ed entusiasmo.

Frustrazioni
Ho visto CP fuori di sé per essere stato escluso da un appalto a causa della sua ambizione e della sua notorietà. Aveva la sensazione di essere dimenticato, sottoccupato, poco amato da politici e decisori economici. E purtroppo era proprio così. CP ha passato il suo tempo a lottare con piccoli progetti, frammenti di reale nei quali insufflava briciole di utopia.

Gilles Ehrmann
Ascesi e picco dell'architettura di CP tradotti nella fotografia in bianco e nero.

Giovinezza
La giovialità impertinente, la penna pertinente e spesso affilata, il dinamismo del suo stile, gli hanno sempre attribuito le virtù della giovinezza, indipendentemente dall'età anagrafica.

Humour
Lo sguardo di CP su se stesso e sul piccolo mondo dell'architettura provoca sempre dileggio e buon umore. I suoi piccoli schizzi epistolari sono delle vere chicche.

Infarto, Inventare
CP è sempre in lotta con i progetti, di qualsiasi dimensione essi siano, con i dettagli, con il materiale; è inquieto, esigente, spesso stufo e deluso per la mancanza di grossi incarichi. CP crolla: infarto, allora fa la scelta della sua vita, e disegna più che mai, e non smette mai di inventare, di scrivere, di polemizzare. Abbandona solo le battaglie meschine e logoranti su temi spesso futili.

Ipermercati
A partire da un incarico un po' triviale che in genere si concretizza in parallelepipedi dalla grafica multicolore, CP costruisce immensi ritmi di cemento grigio, oscillazioni inverosimili di masse che richiamano l'obliquo.

Jeep
Veicolo militare color kaki, con il logo bianco del gruppo "Architecture Principe", sul quale CP gira per Parigi in compagnia di Paul Virilio, esempio delle fiere provocazioni stilistiche che caratterizzano tutta la sua vita.

Klein
L'incontro con Yves Klein, il suo progetto di memoriale per Nizza, il legno bruciato trovato in uno sgabuzzino, tanti misteri che, ai miei occhi, rafforzano l'aura nata dall'amicizia fra questi due radicali devoti della libertà.

Monolite, Massa
CP è affascinato dalla potenza della scala legata alla massa e alla materia, lui perfora i monoliti in profondità o li frattura come nel grande progetto per il Ministero dell'Istruzione francese alla Défense.

Neuilly
In rue Madeleine Michelis, il piccolo studio di architettura di CP ha una facciata di tre metri, un atelier di disegno senza finestre, con il tetto di vetro, e il suo ufficio è al seminterrato con due buchi nel pavimento di cemento. Accanto a questa architettura 'neuilliana', in contrapposizione agli standard lussuosi e borghesi, CP ha edificato sulla strada il suo concetto di immobile 'neuilliano': una facciata a sei piani punteggiata da travi in cemento grezzo intersecate da travi aggettanti in alluminio naturale.

Obliquo, Osare
Dalla dinamica e dall'orientamento dei suoi progetti di case, dalle discussioni con Paul Virilio sul senso di un'architettura che metta in relazione il corpo e lo spirito, nascono le teorie di spazi interni senza soluzione di continuità, basati sulla concatenazione di piani obliqui e orizzontali. Questi principi travolgono con la loro radicalità e la loro espressività ogni convenzione di modernità ortogonale.
Per più di quarant'anni, CP oserà esprimere, esplorare organizzazioni e ritmi sconosciuti.

Pedagogo, Polemista
CP non ha insegnato nelle scuole, non ha mai fatto proselitismo, ha semplicemente disegnato, parlato, criticato, e alcuni di noi sentono che ci ha trasmesso un mestiere. La sua arte della polemica è parte della sua pedagogia.

Radicalità, Reale
CP non è un grande amante dell'ibrido, del molle, del flaccido, del simulacro. Lui vuole affermare le forme, rivelare i ritmi, in cemento, in acciaio, in vetro, non ha paura di spaventare. Questo lo porta a espressioni radicali che entreranno nel reale, dalla casetta all'ipermercato, passando per la centrale nucleare. Senza mezzi termini. Timidi, astenersi.

Schöffer, Schein
Il giovane studente CP si sceglie gli amici... e ci si chiede da dove venga quel suo radicalismo? E come l'abbia coltivato?
v Tensione
Per CP la tensione è la caratteristica di un progetto ridotto all'osso, senza grassi, senza esitazioni. Con lui s'impara l'arte della decantazione, la caccia alla fioritura, il senso della linea, dell'aggetto, della pulizia dell'espressione.

Utopia
Gli anni Sessanta vogliono inventare città nuove, vite nuove... fra la pietra vecchia si annoiano e detestano la polvere. L'ottimismo è un istinto, l'esplorazione una spensieratezza e l'utopia un'etica. CP è un uomo del suo tempo.

Virilio
Alla base del sodalizio fra CP e Paul Virilio c'è innanzitutto l'amore per il cemento e per la provocazione. Virilio è un uomo di profezie, le va a cercare in un mondo mistico e spirituale, è affascinato dalla guerra e dalla religione, dalla bellezza dell'arte della guerra e della sua produzione architettonica. Con le ossessioni dell'uno e i desideri dell'altro s'inventano un altro mondo. Il loro incontro è assolutamente sinergico, per loro l'humus degli anni Sessanta è fecondo. La traccia della loro collaborazione è molto profonda. Il '68 li separa, ma resteranno segnati l'uno dall'altro: l'architetto continuerà a esplorare attraverso il disegno, il pensatore non costruirà più architettura.
Jean Nouvel
L’esposizione “Claude Parent.
L’oeuvre construite. L’oeuvre graphique” si è
svolta alla Cité de l’architecture et du patrimoine
di Parigi dal 19 gennaio al 2 maggio 2010.
Catalogo Cité de l’architecture et du patrimoine,
Éditions HYX
L’esposizione “Claude Parent. L’oeuvre construite. L’oeuvre graphique” si è svolta alla Cité de l’architecture et du patrimoine di Parigi dal 19 gennaio al 2 maggio 2010. Catalogo Cité de l’architecture et du patrimoine, Éditions HYX
Gli Ateliers Jean
Nouvel (Jean Nouvel, Michel Pélissié) hanno
firmato l’allestimento della mostra curata dalla
Cité de l’architecture et du patrimoine/Institut
français d’architecture con la collaborazione
del FRAC Centre e del Mnam – CCI Centre
Pompidou
Gli Ateliers Jean Nouvel (Jean Nouvel, Michel Pélissié) hanno firmato l’allestimento della mostra curata dalla Cité de l’architecture et du patrimoine/Institut français d’architecture con la collaborazione del FRAC Centre e del Mnam – CCI Centre Pompidou
Claude Parent, <i>Projets utopiques de
villes obliques: un cratère, “Turbosite III”</i>, gennaio
1966 (© Collection DAF/Cité de l’architecture
et du patrimoine, Archives d’architecture
du XXe siècle)
Claude Parent, Projets utopiques de villes obliques: un cratère, “Turbosite III”, gennaio 1966 (© Collection DAF/Cité de l’architecture et du patrimoine, Archives d’architecture du XXe siècle)
© Bergeret-Micheli
© Bergeret-Micheli

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