Le gocce sono posate su un piano leggermente rialzato rispetto al livello della pavimentazione della piazza e sono rivestite da una doppia pelle: all’esterno di vetro laminato e curvato; all’interno, formata da una serie di tubi verticali di plexiglas trasparenti. Durante il giorno la luce naturale si riflette sull’involucro, di notte la luce (artificiale) è invece proiettata dall’interno, mentre una copertura quasi interamente opaca permette un maggiore controllo della luminosità. Costo della struttura: 1,6 milioni di euro.
Con l’inaugurazione dell’urban center prosegue l’ampio piano, avviato dal comune di Bologna qualche anno fa, per lo sviluppo delle sue infrastrutture culturali e il recupero del patrimonio storico e architettonico e che si è già concretizzato nella Manifattura delle Arti. Ovvero il recupero, su progetto di Aldo Rossi, di uno spazio di 100mila metri quadrati (area dell’ex Macello) in pieno centro cittadino destinati a diventare uno dei poli culturali più importanti a livello europeo, che al suo interno raggruppa la cineteca, il dipartimento di Scienze della Comunicazione, la biblioteca, gli archivi della fotografia e della grafica, i laboratori del Dams, un auditorium, e un centinaio di alloggi di edilizia abitativa sovvenzionata. In corso di realizzazione, il recupero dell’ex Forno del pane a nuova sede della Galleria d’Arte Moderna.
