Claude Parent: l'utopista del territorio

La Cité de l'Architecture & du Patrimoine di Parigi rende omaggio all'opera visionaria di un architetto atipico.

La visione utopica lo aveva emarginato per lunghi anni, quella stessa visione che ne ha decretato il successo nel mondo e ora tra le nuove generazioni: Claude Parent (1923) è stato un architetto atipico e al tempo stesso un eroe della modernità. Oggi, lasciata da tempo la professione attiva, Parent continua a far riflettere con i suoi disegni visionari, di cui la mostra in corso alla Cité de l'Architecture & du Patrimoine di Parigi, commissari François de Mazières e Francis Rambert, propone un'ampia scelta e un'accurata presentazione.

Non a caso la mostra, la prima monografica dedicata a Parent, è stata messa in scena da Jean Nouvel, che nello studio di Parent ha iniziato la propria carriera di architetto. Nello spazio lungo e stretto destinato alle esposizioni temporanee della Cité du Architecture & du Patrimoine, Nouvel ha creato un allestimento che si avvale di luce (naturale e artificiale), materia e ritmo per mettere in scena un percorso a frammenti che privilegia il piacere della scoperta, fermando l'attenzione sia sui disegni progettuali delle opere realizzate, sia sulle splendide raffigurazioni visionarie, quelle che giustificano appieno la seconda parte del titolo (Oeuvre graphique) della mostra, davvero capace di "riannodare il legame con lo spazio sperimentale".

Paul Virilio, che è stato socio di Claude Parent per un breve ma intenso periodo prima di allontanarsene polemicamente nel 1968, lo ha definito recentemente "utopista del territorio". Insieme, Parent e Virilio, sono stati complici nell'avventura della "Funzione obliqua", una teoria che ha avuto nella chiesa-bunker Sainte Bernadette du Banlay a Nevers (1963-1968) uno dei suoi manifesti. L'altro è la Maison Drusch a Versailles (1963-1965), che con la sua struttura portante inclinata sembra davvero mettere in gioco l'idea stessa di spazio. Secondo Parent, vivere su un piano obliquo sarebbe l'unico modo di sfuggire alla razionalità dello spazio moderno. Il progetto della Philharmonie de Paris di Jean Nouvel, in via di ultimazione, renderà forse merito a questa teoria. MCT
Hôtel de Ville, Esplanade François Mitterand, Lillebonne. 1993-1998. © Collection Frac Centre, Orléans
Hôtel de Ville, Esplanade François Mitterand, Lillebonne. 1993-1998. © Collection Frac Centre, Orléans
Schizzi di Claude Parent, 1999-2006. © Gaston Bergeret - Archives Claude Parent
Schizzi di Claude Parent, 1999-2006. © Gaston Bergeret - Archives Claude Parent
Église Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. 1963-1966. Avec Paul Virilio, Odette Ducarre, Morice Lipsi et Michel Carrade. © François Lauginie 
Collection FRAC CENTRE, Orléans
Église Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. 1963-1966. Avec Paul Virilio, Odette Ducarre, Morice Lipsi et Michel Carrade. © François Lauginie Collection FRAC CENTRE, Orléans
Eglise Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. Le flanc nord et l’abside en porte-à-faux. Photo © Dominique Delaunay
Eglise Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. Le flanc nord et l’abside en porte-à-faux. Photo © Dominique Delaunay
Eglise Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. Le flanc nord et l’abside en porte-à-faux. Photo © Dominique Delaunay
Eglise Sainte-Bernadette du Banlay, Nevers. Le flanc nord et l’abside en porte-à-faux. Photo © Dominique Delaunay
Centrale nucleare di Cattenom, Moselle, 1978. Photo © Dominique Delaunay 2009
Centrale nucleare di Cattenom, Moselle, 1978. Photo © Dominique Delaunay 2009
Maison Drusch, Versailles, 1963-1965. Photo © Dominique Delaunay
Maison Drusch, Versailles, 1963-1965. Photo © Dominique Delaunay

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