Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1042, gennaio 2020 Il mattone? È il “modulo per eccellenza, piccolo, costa poco e con quello si può costruire tutto”. Nathalie Du Pasquier, artista – bordolese di nascita, milanese per passione da quando vi si è trasferita nel 1979 e da quando, negli anni Ottanta, ha contribuito a fondare il Gruppo Memphis – è partita dal mattone per realizzare la sua ultima grande installazione site-specific nello spazio di Mutina, MUT, dedicato alle sperimentazioni d’arte contemporanea, a fianco del quartier generale dell’azienda a Fiorano Modenese (fino al 19.6.2020). “BRIC è quasi design o quasi architettura anche se non serve a niente. È una collaborazione con la squadra di Mutina, con i bravi ingegneri e muratori senza i quali queste piccole costruzioni sarebbero rimaste delle idee”, spiega l’artista alla curatrice Sarah Cosulich. Per la quarta mostra del programma “Mutina for Art” avviato nel 2016, Du Pasquier ha progettato sette elementi di diverse forme e dimensioni, a metà tra sculture e architetture, fatte di mattoni diversi: rovesciati, capovolti, smaltati, colorati, combinati a creare un paesaggio sospeso tra il metafisico e il Postmoderno.