Milano Design Week è un appuntamento essenziale per la design industry, un appuntamento universalmente riconosciuto a livello internazionale: nel giro di una manciata di giorni si concentrano gli sforzi delle aziende di furniture e industrial design, ma non solo. Sempre più attori, dalle maison del lusso fino ad arrivare ai grandi brand dell’automotive, scendono in campo per presentare collaborazioni con artisti e designer. Milano Design Week è un grande palcoscenico dove il flusso del pubblico consumer e degli addetti ai lavori si unisce senza soluzione di continuità.

“In Italia non siamo ancora presenti nel mercato di vendita al dettaglio, ragion per cui abbiamo deciso di presidiare e firmare un progetto nell’ambito della Design Week”, spiega Stefano Magni, responsabile comunicazione integrata di Signify, azienda specializzata in illuminazione nei canali consumer e commerciale. “Per questa occasione abbiamo presentato “Coastal Breeze”, una collezione di lampade create a partire da materiali di scarto ospitata nell’ambito di Masterly – The Dutch negli spazi di Palazzo Giureconsulti”.

Al centro del progetto c’è il tema della stampa in 3D, un’applicazione tecnologica preziosa per rispondere a quelli che sono i requisiti di sostenibilità in tema di illuminazione. Signify opera in 74 Paesi, è carbon neutral dal 2020 e lavora per ridurre l’impatto ambientale in linea con le linee guida dell’Onu, come spiega Magni: “L’azienda ha fatto della sostenibilità, non solo intesa come ambiente ma anche economia e della società, il suo punto di forza. Il programma “Brighter Lives, Better World” definisce gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i cosiddetti SDGs, e in questo scenario il 3D rappresenta la ciliegina sulla torta per impreziosire una discussione e un approccio di business in nome di un ideale che l’azienda sta portando avanti: no one has to be left aside, ovvero uno sviluppo che valorizzi le differenze”.

Se si prende in esame la relazione tra luce ed efficienza energetica all’interno dei centri urbani, i numeri ci aiutano a inquadrare la questione: la sostituzione di luci stradali con alternative LED consentirebbe di risparmiare 41 GWh. “Se pensiamo invece a un centro urbano di dimensioni più contenute i benefici in termini di riduzione di Co2 sarebbero paragonabili a una foresta delle dimensioni di 147 campi da calcio”, spiega Magni. “Se allarghiamo lo sguardo su scala europea e idealmente intervenissimo con una serie di prodotti che permettono remotaggio e luce connessa LED di tutti i magazzini e grandi poli logistici, avremmo un risparmio di cinque o sei punti di risparmio: numeri importanti”.

In questo scenario la stampa 3D presenta alcuni vantaggi, in primis per rispondere alle sfide di sostenibilità ed efficienza ma anche perché consente diversi gradi di personalizzazione, elemento di interesse per le aziende che scelgono di connotare i propri prodotti illuminanti. “3D garantisce la qualità della sorgente luminosa e permette un match di design grazie alla sua versatilità, con un’anima green. Forma, dimensioni e materiali sono customizzabili in base alle necessità, in più grazie a questa tecnologia contribuiscono a sostenere un’economia circolare e a ridurre le emissioni di CO2 fino al 76%,” conclude Magni sottolineando che tra i benefici di questa applicazione c’è la capacità di ridurre i materiali di scarto, con l’obiettivo di tendere a una produzione zero sprechi. “Meno componenti significa meno tempi di installazione, meno componenti significa meno costi: si utilizza meno energia durante le fasi di trasporto e le possibilità di modificare l’aspetto della propria lampada, a fine ciclo vita o in qualsiasi momento lo si desideri, sono infinite e di grande facilità”.