Protek: nuove sfide per un’imprenditoria sostenibile

Giovanni Maggioni, amministratore delegato dell’azienda lecchese, sull’importanza del made in Italy e del paradigma del chilometro zero.

Di sviluppo sostenibile si parla trasversalmente in ogni industria, con particolare attenzione ai cicli di produzione, alle materie prime e, non per ultimo, della logistica. Il dibattito sulla questione ambientale è complesso, ma sicuramente aperto. Ed è un tema con cui il mondo delle imprese del settore arredo e design si trovano a confrontarsi oggi più che mai. Giovanni Maggioni, amministratore delegato di Protek, azienda lecchese che dal 2001 produce controtelai e sistemi per porte e finestre scorrevoli, ci ha raccontato la sua esperienza.

La sostenibilità è entrata in modo preminente nelle agende delle aziende, del design e non solo, in cima alle priorità. Lato vostro che azioni avete messo in campo?
Già da diversi anni abbiamo intrapreso un percorso di maggiore sensibilità ambientale. Ne è un esempio il nostro polo produttivo: è stato costruito otto anni fa con classe energetica A++, è un edificio progettato in un momento in cui il tema del green era meno urgente rispetto a oggi. Abbiamo fatto questo sforzo economico mettendo a punto un impianto geotermico di riscaldamento e raffrescamento, con vetri quadrupli per coibentare l’edificio e massimizzare le prestazioni energetiche. Il tema ambientale va di pari passo con quello del made in Italy, e i prodotti Protek lo sono al cento per cento: tutti i componenti vengono acquistati da aziende limitrofe. In un periodo di difficoltà in termini di logistica, approvvigionarci esclusivamente presso fornitori vicini all’azienda ci ha premiato, nonostante dal punto di vista economico sia sicuramente più oneroso.

La tecnologia è un vostro alleato in questo processo?
Stiamo completando un nuovo impianto 4.0, che avrà il compito di produrre la nuova gamma di elementi che abbiamo riprogettato. Sarà una produzione innovativa, flessibile e veloce. Sempre a proposito di tecnologia, stiamo valutando anche la possibilità di un magazzino di stoccaggio interamente automatizzato.

In termini di prodotto come vi state muovendo?
Ormai da parecchi anni le parti lignee dei nostri telai sono certificate FSC e PEFC. In questo momento stiamo facendo uno sforzo in più, ovvero riprogettare tutti i controtelai cercando di eliminare la parte in legno. Stiamo inoltre cercando di ridurre il più possibile l’utilizzo delle plastiche a favore di altri materiali come l’alluminio, un materiale che è facilmente riutilizzabile. Dico facilmente perché anche dal punto di vista energetico è immediato fonderlo e riproporlo in altri prodotti, grazie al suo punto di fusione basso. C’è poi il tema dell’installazione, che ha un impatto sul costo del prodotto: la nostra idea è quella di aiutare il più possibile i professionisti che andranno a seguire questo aspetto.

Quali sono i cambiamenti più evidenti dal punto di vista estetico e funzionale?
La riprogettazione tocca sia il controtelaio standard, finito con l’imbotte in legno, che quello raso parete e senza stipiti. In prima battuta abbiamo eliminato tutte le parti poco ecologiche e rivisto il prodotto così da moltiplicare le soluzioni estetiche di finitura. Come dicevamo abbiamo fatto un grande utilizzo dell’alluminio, materiale che consente numerose soluzioni cromatiche e garantisce prestazioni elevate.

A proposito di alluminio, come pensate di far fronte alla attuale carenza di materie prime?
È sicuramente un tema spiazzante e destabilizzante, che ha colto gli imprenditori un po’ di sorpresa proprio per via della mancanza di precedenti. In questo contesto, particolarmente complesso, il costo dell’alluminio è praticamente raddoppiato. Con Protek ci siamo dati da fare lavorando a stretto contatto con i nostri fornitori storici e abbiamo optato per un programma d’acquisto di iper-approvvigionamento di materiali che ha richiesto uno sforzo finanziario. Al tempo stesso la grande sfida, dal punto di vista imprenditoriale, è quella di mantenere un equilibrio nell’approvvigionamento per evitare di avere giacenze di materiali che perdono di valore.

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