Il marmo guarda al futuro

In occasione dell’edizione 2021 di Marmomac, in programma dal 29 settembre al 2 ottobre a Verona, abbiamo incontrato l’architetto Simone Soardo per scoprire tecnologie e lavorazioni all’avanguardia.

Settembre è un mese importante per le fiere del comparto arredo e design, ma non solo. Tra annullamenti e slittamenti di data, nell’ultimo anno gli appuntamenti fieristici e culturali si sono trasferiti online e hanno realizzato diversi format per supplire la fisicità che li caratterizza. Subito dopo il break estivo, gli eventi dedicati al networking e al business torneranno a segnare il calendario degli addetti ai lavori, come nel caso di Marmomac, la principale fiera internazionale del settore litico in programma dal 29 settembre al 2 ottobre a Verona.

L’edizione si svolgerà negli spazi di Veronafiere e avrà come filo conduttore il tema del “tempo” inteso come riflessione sul valore simbolico e intrinseco di questo elemento. “Il grande pregio del marmo è la unicità: ogni lastra del medesimo blocco si differenzia e ha le sue caratteristiche estetiche”, spiega Simone Soardo, architetto con esperienza di lunga data nella realizzazione di progetti con il marmo come materiale principale. “Questo è sicuramente uno dei grandi pregi di questo materiale, ma ci sono alcune criticità. Due lastre a un primo sguardo possono sembrare identiche, ma una delle due può essere più fragile e rompersi all’improvviso senza dare segni di avvertimento. E in quel caso ripristinarla può risultare molto complesso, soprattutto se l’elemento marmoreo presentava giochi di macchie aperte e vene di continuità”.

La tecnologia, che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, gioca un ruolo fondamentale e viene in aiuto ai progettisti per implementare le prestazioni. Così il marmo, nell’immaginario comune visto come un elemento pesante, si assottiglia sempre più e si trasforma in elemento duttile e innovativo. “Ho avuto l’occasione di sperimentare l’utilizzo del marmo applicato ad altri supporti per conferire alla pietra attributi tecnici e strutturali migliori. Per esempio creando un sandwich costituito da un centimetro di marmo e uno di Honeycomb, cosa che permette di dimezzare il peso del prodotto. Otto millimetri di cristallo e otto di marmo possono dare vita a una lastra da utilizzare per esempio per superfici retroilluminate”, prosegue Soardo. “Fino ad arrivare al carbonio e alle resine, con cui viene imbibito per conferirgli maggiore elasticità. Il futuro del marmo è fatto di nanocomponenti e nanotecnologie che vanno a riempire gli spazi calcarei e porosi per dare continuità al materiale e allungarne la durabilità. Inoltre, ogni anno vengono scoperte nuove cave. I marmi di Carrara, gli onici e i graniti neri dei Brasile restano dei classici, ma la conquista di materiali inediti porta i progettisti a confrontarsi con colori e mix di venature sempre aggiornati, ed è qualcosa di veramente stimolante”.

Il futuro del marmo è fatto di nanocomponenti e nanotecnologie

Dunque le possibilità si allargano così come le destinazioni d’uso: oggi il marmo non è più utilizzato soltanto per creazioni imponenti e maestose, ma anche per progetti sofisticati come occhiali da vista e da sole. “Nel 2017 ho seguito la gestazione del rivestimento della Fondazione Prada a Milano”, racconta Soardo. “Il travertino bianco a poro aperto scelto da Rem Koolhaas non è certo il materiale più adatto a un luogo pubblico, è un po’ come utilizzare una moquette in cashmere bianca in un garage. Il nostro lavoro è stato quello di garantire la pulizia della pietra: in collaborazione con un’azienda di prodotti chimici italiana siamo riusciti a fare in modo che il rivestimento fosse facilmente pulibile. Il risultato è qualcosa di unico: la pietra è caratterizzata da un effetto quasi soffice”.

E se il futuro del marmo è fatto di nuove sfide e applicazioni, anche il mercato dell’automotive diventa appetibile. “Attualmente diverse case automobilistiche italiane sono interessate all’inserimento di elementi in marmo come il cruscotto o attorno alla leva del cambio. In questo caso stiamo lavorando in maniera custom per garantire uno standard elevato, tra spessori ridotti e resistenza materica, anche in caso di incidente. Questa è una delle numerose sfide che attendono l’universo del marmo”.

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