La nuova luce di Tobias Grau ispirata a Snake, il gioco Nokia anni ’90

Conversazione con Timon e Melchior Grau, creative director dell’omonima azienda, sul progetto della luce, sul disegno sostenibile e sul design dall’approccio olistico.

Dal 2017, quando cioè sono diventati i direttori creativi di Tobias Grau, Timon e Melchior Grau hanno portato la loro formazione più artistica che ingegneristica nell’azienda tedesca, hanno aperto nuovi scenari progettuali al marchio fondato dal padre nel 1986 e da sempre legato a lampade ‘architettoniche’ pensate per lo più per il mondo dell’ufficio e fondate su una tecnologia avanzata.

Dopo il diploma alla Städelschule, Frankfurt am Main, i due fratelli si laureano alla University of the Arts di Berlino rispettivamente con l’artista e regista tedesca Hito Steyerl e con l’artista e attivista cinese Ai Weiwei. Il loro primo lavoro, Parrot, nasce per esempio da un progetto presentato alla galleria M+B di Los Angeles. Definiscono una nuova generazione di apparecchi di illuminazione flessibile e interattiva per il catalogo Tobias Grau.

Lo scorso novembre hanno presentato la famiglia di lampade Team, con l’innovativa tecnologia LED Beam Lens, che integra in un’estetica unica e coerente aspetti tecnici e sociali, ambiente di lavoro e ambiente domestico, mettendo l’utilizzatore al centro del progetto. Un primo riferimento formale era il leggendario videogioco Snake sviluppato dalla Nokia negli anni Novanta, una linea sinuosa, curva e sempre crescente. O, ancora, un mattone da combinare per costruire configurazioni diverse. 

Team, dettaglio delle LED Beam Lens
Team, dettaglio delle LED Beam Lens

Perché avete scelto il nome Team?
Quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto ci siamo concentrati sugli ambienti e sul ruolo della luce, cercando di capire come i gruppi di persone lavorano insieme, come collaborano. La luce, infatti, non dev’essere progettata solo per singoli individui. Volevamo ottenere lampade che potessero convivere una accanto all’altra, anche in ambienti di grandi dimensioni. Volevamo progettare una collezione che funzionasse come una squadra e per le persone che lavorano in un open-space, ma che hanno anche esigenze diverse: privacy, concentrazione, silenzio, grandi riunioni, socialità e scambio di idee. È una tipologia che offre risposte e proposte. Abbiamo cercato di essere super minimali, ma nella forma abbiamo voluto includere anche la poesia.

Come siete riusciti a combinare le esigenze della casa e dell’ufficio nello stesso progetto di luce?
La nostra ricerca mostra che questi due ambienti si stanno avvicinando, Team è pensata come un ponte tra la sfera domestica e quella lavorativa. Casa e ufficio hanno alcune qualità in termini di emozioni e colori. In ufficio, di solito, le prestazioni della luce sono molto meno elevate. Team, quindi, offre lo stesso livello di performance degli ambienti domestici nell’ufficio. I cambiamenti degli ultimi sei mesi non sono stati inventati dal Coronavirus: la digitalizzazione e i nuovi concetti di lavoro erano già in atto. Hanno solo guadagnato velocità. Abbiamo capito che abbiamo bisogno di un posto di lavoro a casa e che l’home-office può essere meno stressante. La serie Team ha un’estetica snella ed minimale, ma allo stesso tempo porta dentro casa un rendimento più elevato; e in ufficio offre maggiore flessibilità.

Disegni tecnici della serie di lampade Team
Disegni tecnici della serie di lampade Team

Quanto è importante lo studio del colore in questo progetto?
Nella luce il colore è sempre molto importante: negli ambienti lavorativi c’è uno standard elevato sulla precisione del colore e sul benessere. Abbiamo voluto trasferire la stessa qualità cromatica dell’ufficio dentro la casa.

In che modo la pandemia e la trasformazione dell’ufficio hanno cambiato il modo in cui la luce dovrebbe essere progettata?
La velocità degli ultimi cambiamenti spinge verso uffici più flessibili e dinamici, compreso l’ufficio in casa. Le lampade Team Home (che si aggancia con i morsetti alla scrivania) e Team One sono una risposta diretta. 

Un’architettura è meno bella al buio, ma è ancora peggio quando è male illuminata

Come immaginate il futuro dell’ufficio nei prossimi 10 anni?
Ci saranno sempre più posti di lavoro ibridi. Gli architetti cercheranno di dare alle persone i luoghi e gli ambienti più adatti alle loro esigenze: più spazi collaborativi e dinamici. Aumenterà la diversità, non ci sarà più una soluzione unica. A un livello diverso, quello che speriamo è che ci siano nuovi sviluppi, che renderanno i cambiamenti più accessibili. Allo stesso modo, un’architettura è meno bella al buio, ma è ancora peggio quando è male illuminata. 

Il vostro è un percorso piuttosto anomalo, a metà strada tra arte e design, che esperienza e idee portate nell’azienda di famiglia?
Siamo molto interessati a prospettive diverse e a collaborare con altre persone. Siamo davvero interessati al modo in cui guardiamo le cose. Più lavoriamo con la luce, più ne siamo affascinati. La luce ha un’enorme capacità di plasmare il modo. La vera ispirazione è usare la luce come se fosse un pennello per dipingere gli ambienti.

Quali sono i vostri riferimenti nel mondo del design?
Ci piace molto essere interdisciplinari. L’osservazione del mondo e il dialogo sono per noi il più grande riferimento. Non è che non abbiamo riferimenti, ci interessa soprattutto la vita. Il sole, poi, resta sempre la principale ispirazione.

Come si traduce la vostra idea di sostenibilità in un prodotto?
In generale, curando ogni dettaglio del processo di progettazione, disegnando prodotti di lunga durata, scegliendo accuratamente i materiali, le dimensioni e il modo in cui questi vengono realizzati. Inoltre, molto presente nel progetto di Team è la riduzione delle risorse: è due terzi più piccola della media delle lampade. Non usiamo mai materiali che non siano necessari per la produzione. Parlando poi di luci professionali, la maggiore sostenibilità è nel processo di automazione del controllo dei sensori di movimento, nell’utilizzo di LED avanzati (per Team, la Beam Lens Technology che, posizionata dietro le lenti angolari, ottimizza la distribuzione della luce) e sensori per controllare il movimento e ridurre di conseguenza la quantità di consumo energetico.

Timon e Melchior Grau, art director di Tobias Grau
Timon e Melchior Grau, art director di Tobias Grau

Cosa c’è in cima alla vostra lista dei desideri oggi?
Continuare con il lavoro di squadra, capire come possiamo essere più collaborativi per sviluppare idee e una visione per il futuro. Lavoriamo tutti insieme nella nostra sede centrale di Amburgo, dove vengono prodotte tutte le lampade e anche la comunicazione è interna. Molta creatività arriva dall’intersezione tra i diversi campi. Questo approccio olistico al design è una delle caratteristiche essenziali del nostro lavoro di squadra.

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