Mentre i funzionari della sanità e dei governi di tutto il mondo ci esortavano a rimanere a casa il più possibile nel bel mezzo della pandemia da Covid-19, con i ristoranti chiusi e le consegne di cibo a domicilio ridotte all’essenziale, molti di noi hanno ritrovato il tempo e il piacere della cucina che si è riconfermata, trionfate, il fulcro della vita domestica. Se la casa e lo spazio costruito in senso lato è un artefatto culturale, ne deriva che i suoi limiti vanno oltre la sua fisicità. La casa, e nello specifico la sua cucina, può essere interpretata come un’entità diffusa: non solo come luogo dedicato alla preparazione dei cibi, ma come l’insieme delle azioni del cucinare in un dato ambiente. Posto che l'ambiente della cucina vedrà riconfermata, nell'era post Covid-19, la propria centralità, dagli spazi di lavoro che si prestano alla convivialità alle abitazioni sempre più aperte e prive di separazioni nette, la sfida per l’architetto diventarà condensare le attività pratiche della cucina in un ambiente in cui la cucina stessa deve integrarsi senza avere confini marcati. Risolte le sue funzioni principali, la cucina deve saper interpretare i modi di vivere, le azioni e i bisogni delle persone e diventare un veicolo per esprimerne l’identità. Per non perdere le buone nuove abitudini acquisite in queste ultime settimane, ecco alcuni consigli della redazione di Domus per riscoprire il piacere dello stare in cucina.