Hardt Hyperloop: l’Europa accorcia le distanze

Grazie a questa tecnologia, che è già realtà, presto potremmo vivere in un Paese e lavorare in un altro, senza doverci svegliare all’alba.

Questo articolo è stato pubblicato in origine sullo speciale Domus Air, luglio/agosto 2021.

Con una previsione di crescita delle popolazioni urbane fino al 40% nei prossimi 50 anni, il ruolo di architetti e pianificatori territoriali non è mai stato più cruciale. Dove e come vivranno e lavoreranno queste persone, e in che modo passeranno da un luogo all’altro? Nuove tecnologie come l’Hardt Hyperloop promettono di sconvolgere gli assunti tradizionali sulle distanze nella vita quotidiana, minimizzando la lontananza fisica tra città, regioni e anche nazioni, e avvicinando tutti noi cittadini dell’Europa. Presto potremmo avere la possibilità di vivere in un paese e lavorare in un altro, senza doverci neanche svegliare all’alba.

L’urbanizzazione globale, la crescita della popolazione e preoccupazioni ambientali urgenti creano sfide infrastrutturali che non possono essere risolte con le attuali modalità di trasporto; è quindi imperativo trovare un’alternativa sostenibile al viaggio aereo. «L’hyperloop, oltre a essere un’alternativa realistica e percorribile al volo, rivoluzionerà il viaggio», spiega Ben van Berkel, Principal Architect e fondatore di UNStudio e UNSense. «Offrirà tempi di spostamento estremamente rapidi, con collegamenti diretti tra le città, rendendo possibili modi del tutto nuovi di lavorare e di trascorrere il tempo libero, che a loro volta porteranno una moltitudine di vantaggi economici, ambientali e di scambio di conoscenza».

Futuri passeggeri di Hyperloop. Credits ©Plomp - Hardt

Il futuro è nelle mani di menti innovative che sono capaci di combinare la creatività con le tecnologie digitali. Il team Futures di UNStudio ha avviato una partnership con il consorzio Hardt Hyperloop per esplorare le possibilità di questa tecnologia in Europa. Unendo le forze con Hardt, UNStudio sta contribuendo a delineare il futuro del viaggio grazie allo sviluppo di una strategia di integrazione spaziale e urbana che permette alla tecnologia Hyperloop di promuovere una crescita economica sostenibile e inclusiva in una rete di città europee. Il team UNStudio Futures si focalizza sull’anticipare il futuro attraverso la ricerca e interventi strategici al crocevia tra cambiamenti sociali, tecnologici e ambientali. «Il sistema dell’hyperloop ha il potenziale per affrontare simultaneamente molteplici sfide», rivela Ren Yee, responsabile strategia di innovazione e previsioni, UNStudio & UNSense. «La globalizzazione ha portato con sé l’interdipendenza di diverse nazioni – sul piano economico, politico e sociale – e riteniamo che Hyperloop abbia il potenziale per dare un contributo in tutte quelle sfide». L’Olanda, in particolare, è sempre stata fittamente collegata con il resto del mondo in termini commerciali, e oggi la situazione non è cambiata, dato che la popolazione del Paese continua a crescere (si prevede che raggiunga i 18,4 milioni entro il 2060), sostenuta da migranti di elevato livello di istruzione. Queste popolazioni saranno urbane e, in base alle valutazioni attuali, si concentreranno in tre principali città: Rotterdam, l’Aja e Amsterdam. L’Hyperloop permetterebbe di espandere e collegare le città olandesi oltre il Randstad, da nord a sud e da est a ovest. Sarebbe possibile vivere e lavorare comodamente ovunque si scelga, senza preoccuparsi di confini comunali, provinciali e magari neanche nazionali. L’Hyperloop consentirebbe di avere accesso a un’unica zona in cui vivere e lavorare con oltre 30 milioni di abitanti, collegata da una rete a velocità ultra-elevata affidabile, sicura e sostenibile.

Il diagramma dell’hub. Credits ©UNStudio

Una stazione che diventa motore di una regione

La nostra economia della conoscenza globalizzata ci impone di essere estremamente mobili, perché nonostante i rapidi progressi della comunicazione e della tecnologia della realtà virtuale, persiste il desiderio spiccatamente umano di ritrovarsi insieme in uno spazio fisico. In futuro, le persone svolgeranno potenzialmente molteplici lavori e ruoli in simultanea e lavoreranno per vari clienti (il tempo in cui si faceva lo stesso mestiere fino al momento di potersi ritirare con una florida pensione potrebbe diventare un ricordo lontano).

Questo significa che, a lungo termine, molte più persone inizieranno a viaggiare e le distanze non faranno che aumentare.

Sarà possibile lavorare a Breda oggi, dover andare a Enschede domani e risiedere ad Amsterdam la settimana successiva. Se per compiere questi viaggi continueremo a utilizzare energia basata su fossili, distruggeremo il nostro pianeta. Considerato che l’estate 2018 ha fatto rilevare alcune delle temperature più elevate registrate sulla terra, il bilancio delle emissioni per evitare un riscaldamento globale di 2 °C potrebbe essere di molto inferiore alle stime.

L’urgenza di questa situazione fa sì che dobbiamo agire subito per sviluppare un’alternativa più pulita e più efficiente per il trasporto a lunga distanza. «L’hyperloop utilizza energia pulita ed è perfetto per il pendolarismo tra le principali città europee», spiega Lucienne Krosse, leader tematico in Edifici e città efficienti basati su energia intelligente di InnoEnergy. «Con la crescita esponenziale del traffico aereo e delle relative emissioni di CO2, è di importanza vitale che lo sviluppo dell’hyperloop riceva un’ulteriore spinta per accelerarne l’effettiva implementazione e diffusione europea».

I possibili collegamenti dell’Hyperloop in Europa

L’Hyperloop è attualmente l’unica alternativa di trasporto percorribile in fase di sviluppo, ed è una tecnologia che esiste già. La sua infrastruttura non produce rumore o emissioni ambientali. I pannelli solari integrati lungo i tubi della rete offriranno l’energia necessaria ad azionare la tecnologia, il che significa che la rete avrà un consumo energetico completamente nullo, e alimenterà non soltanto i suoi moduli ma anche il transito first-and-last-mile (primi e ultimi chilometri) di collegamento: veicoli autonomi, autobus e biciclette. Tutti parte di un unico sistema integrato e pulito. Ben van Berkel: «In un futuro vicinissimo, gli edifici funzioneranno come batterie, e forniranno energia non soltanto per le loro esigenze immediate, ma anche per i servizi pubblici circostanti e per le modalità di trasporto». Con i progressi nel campo della produzione di energia rinnovabile che procedono di buon passo, la tessera mancante del puzzle diventa l’immagazzinamento in un sistema a elevata volatilità. Le batterie chimiche su scala Grid stanno crescendo rapidamente perché grazie alla loro natura modulare si possono dimensionare indefinitamente e integrare facilmente in strutture costruite. E se ogni stazione dell’Hyperloop fungesse da batteria per l’energia solare prodotta, non soltanto dalla stazione stessa, ma anche lungo la rete?

La crescita della popolazione e il tema ambientale creano sfide infrastrutturali che non possono essere risolte con le attuali modalità di trasporto

UNStudio ritiene che questo possa determinare un allontanamento dalla dipendenza dalle centrali elettriche per passare a un immagazzinamento dell’energia che si collega a microreti locali. L’energia in eccedenza prodotta negli hub di trasferimento o intermodali e lungo i tubi dell’Hyperloop alimenterebbe i veicoli autonomi, gli autobus e le biciclette di cui i passeggeri potranno servirsi per completare il loro viaggio. La stazione diventa allora una batteria che regola il sistema alimentato a energia solare, oltre a regolare il suo ambiente interno attraverso materiali ad alte prestazioni che reagiscono al cambiamento dei livelli di calore, luce e umidità. «Se la ferrovia ad alta velocità ha offerto un’alternativa gradita e comoda al viaggio su lunga distanza tra città, non è mai stata un’alternativa percorribile a livello transnazionale. Come è invece l’hyperloop», dice Arjan Dingsté, direttore e senior architect di UNStudio. «E integrando le sue stazioni come hub di trasferimento a uso misto nelle nostre città, saremo in grado di garantire un’accessibilità rapida al centro, nonché di creare collegamenti con altre forme di trasporto pubblico sostenibile e offrire un trasporto innovativo per l’ultimo tratto del viaggio (last mile)».

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