Zaha Hadid Architects: “Digitali si nasce”

Ecco come Zha usa la digitalizzazione per estendere e aggiornare le conoscenze architettoniche tradizionali favorendo una progettazione circolare e sostenibile di edifici e città.

Zaha Hadid Architects è nato digitale; non è diventato digitale strada facendo”. Shajay Bhooshan, associate director del celebre studio britannico nonché cofondatore of ZhaCode, gruppo di esperti che si occupa di computational design al suo interno, spiega a DomusAir come le nuove tecnologie dialogano con architettura e design.

Mattia Schieppati: Innanzitutto che cosa significa per i designer di oggi essere digitali?
Shajay Bhooshan: Credo che Zaha Hadid Architects sia nativo digitale. Ciò significa che tutti i nostri processi di progettazione sono digitali e potenziati dalla computazione, dalla fase di ideazione a quella di realizzazione fisica. Ciò non vuol dire usare il computer per digitalizzare concetti ideati manualmente. L’ideazione dei nostri progetti ad alte prestazioni e coinvolgenti per l’utente, la loro produzione e la loro costruzione fisica non sarebbero possibili senza il lavoro di strumenti digitali, che si aggiungono al progettista e al costruttore in carne e ossa. Essere nativi digitali significa anche essere allineati con i processi di progettazione e le conoscenze precedenti al computer, come quelle di pionieri come Frei Otto, Antoni Gaudí e Mark Burry, dei costruttori gotici e rinascimentali, delle architetture tradizionali e vernacolari del mondo. Questo perché tali architetture sono intrinsecamente basate su regole e quindi compatibili con i computer.

Shajay Bhooshan, esperto di computazione, ha anche conoscenze specialistiche in programmazione, matematica, in particolare geometria e metodi di ottimizzazione, robotica industriale ed edilizia industrializzata. Courtesy Zaha Hadid Architects

Il cuore di questo Dna tecnologico è il ZhaCode: cos’è e cosa fa?ZhaCode è il gruppo di Zaha Hadid Architects, che ho fondato nel 2007 con Patrik Schumacher e Nils Fischer, che si occupa di computational design. Cerchiamo una co-evoluzione della ricerca e della pratica, applicando conoscenze disciplinari indipendenti da opportunità, vincoli e problematiche legate ai singoli progetti. La nostra ricerca si basa sulla competenza in geometria architettonica, spazia dalla grafica computerizzata ai videogiochi, fino alle moderne discipline del design computazionale, della robotica industriale e delle piattaforme di co-progettazione partecipativa. I contributi forniti riguardano tutte le fasi, dalla progettazione allo sviluppo, in diversi tipi di edifici, da quelli istituzionali a quelli residenziali. In questo modo, possiamo creare flussi di lavoro nuovi e personalizzati che da un lato offrono ai nostri clienti edifici di qualità e ad alte prestazioni, dall’altro consentono ai nostri progettisti di trovare rapidamente soluzioni.

Con la crescente integrazione di strumenti come l’Intelligenza artificiale e il machine learning in vari settori, quali sono le tecnologie emergenti che trova più intriganti e innovative nel campo del design?
Per esplorare le possibilità offerte da queste tecnologie al design abbiamo intrapreso una collaborazione sperimentale con lo studio Refik Anadol, denominata Architecting the Metaverse, i cui risultati hanno fatto parte di una mostra Zha almuseo Ddp di Seoul nel 2022. La collaborazione ha permesso di esplorare le possibilità di addestramento personalizzato e di perfezionamento di Dall-E 2, un potente algoritmo di IA in grado di generare immagini a partire da semplici testi, con l’archivio privato di immagini Zha. Le cosiddette tecnologie Large Language Model (Llm) e Generative Pre-trained Transformer (Gpt) che alimentano Dall-E 2 e ChatGpt all’epoca non erano di dominio pubblico. Ci eravamo posti due domande importanti: quali sono i problemi o le opportunità che l’IA può/deve affrontare nel campo del design e cosa possiamo fare noi designer per aiutare l’IA a risolvere questi problemi o ad affrontare meglio queste opportunità?

Metrotopia è un progetto nel Metaverso unico nel suo genere, destinato a diventare il centro di comunicazione virtuale della comunità globale del design. Courtesy Zaha Hadid Architects
I contenuti generati dall’IA saranno molto utili nel campo dell’architettura e del design, sia nella costruzione di mondi virtuali sia nella costruzione di città fisiche.

La collaborazione ha messo in luce alcuni aspetti delle tecnologie di IA su cui stiamo lavorando in Zha, per poter aumentare e accelerare la nostra pratica innovativa incentrata sull’uomo e sul designer:
• Le attuali tecnologie di IA, come le Llm, devono essere collegate a Internet, sia per le vaste fonti di dati da cui devono apprendere sia per il gran numero di suggerimenti degli utenti che le aggiornano e le perfezionano. Inoltre, dovrebbero essere indirizzate alla creazione di contenuti con un’alta richiesta, come quella di immagini, testi, suoni e video generati dall’IA nei social media e in rete. Per questo, i contenuti generati dall’IA saranno molto utili nel campo dell’architettura e del design, sia nella costruzione di mondi virtuali (Metaverso) sia nella costruzione di città fisiche.
• L’addestramento e il perfezionamento personalizzati grazie a un modello base di IA sono importanti per creare risultati innovativi. Perciò, un database ben strutturato e un archivio di risorse sarà un requisito fondamentale per un’applicazione proprietaria e per ottenere risultati.
• I contenuti generati dall’Intelligenza artificiale, in particolare le tecnologie text-to-image di facile utilizzo, possono accelerare la fase di ideazione e di prototipazione digitale (optioneering) dei progetti, senza dover creare modelli 3D e moodboard (rappresentazione visiva di concetti e idee creata utilizzando una disposizione di immagini, testi e altri materiali di design, ndr)... Queste tecnologie possono anche consentire una più ampia partecipazione, coinvolgendo il cliente e chi nei team di progettazione non è esperto di informatica.
• L’interpretazione umana dei risultati generati dall’IA, come spazi e modelli 3D, rimarrà un ingrediente fondamentale per indirizzare l’IA verso risultati significativi. Parallelamente, stiamo esplorando altre forme di IA, come l’apprendimento per rinforzo, che non si basano su grandi quantità di dati e sono quindi compatibili con certe funzioni come la creazione di giochi architettonici.

L’industria del design ha virato in modo significativo verso gli obiettivi prioritari della sostenibilità, in particolare quella ambientale. In che modo l’Intelligenza artificiale può contribuire a questo cambiamento?
Nel campo dell’architettura e dell’urbanistica, uno degli argomenti di maggior impatto per affrontare la sostenibilità è la necessità di un’urbanizzazione rapida ma densa nei prossimi 25 anni. Abbiamo bisogno di città e che queste crescano in modo compatto, responsabile e unitario, visto che entro il 2050 ci vivranno altri 2,5 miliardi di persone. Questo è in contrasto con l’espansione a bassa densità, incentrata sull’automobile, realizzata in un’unica soluzione, che ha afflitto tutte le città del XX secolo in Nord America e in Europa - un modello dannoso dal punto di vista sociale e ambientale che ora è ampiamente utilizzato in India, Africa e altri Paesi in crescita.

Immagini per i brief con il cliente in fase di progettazione. Le immagini sono state generate utilizzando tecnologie text-to-image per indicare le caratteristiche architettoniche e spaziali del quartiere residenziale di un masterplan. Courtesy Zaha Hadid Architects

La progettazione e la costruzione digitale integrata sono fondamentali per contrastare gli sprechi e far crescere in modo adattivo fiorenti economie circolari. Permette di estendere tecnologicamente le conoscenze costruttive tradizionali, di progettare il disassemblaggio per successivi cambi d’uso, di creare banche dati e scambi di materiali. Questi strumenti potrebbero rendere possibile un uso efficace delle risorse materiali, energetiche e finanziarie per creare spazi e quartieri coinvolgenti. Negli ultimi due decenni si sono registrati progressi significativi nel campo della geometria architettonica e strutturale, della robotica industriale e dell’edilizia industrializzata. La digitalizzazione estende e aggiorna le conoscenze architettoniche tradizionali e favorisce una progettazione circolare e sostenibile di edifici e città. Gran parte di queste conoscenze sono ora disponibili sotto forma di strumenti digitali, codebase, e documenti di ricerca. L’IA potrebbe aiutare i nuovi progettisti a esplorarle e applicarle in modo più semplice e rapido. In sintesi, consideriamo l’IA come una tecnologia di integrazione per i progettisti, che offre il massimo valore in modalità di co-pilotaggio rispetto alla modalità di automazione. Quindi, l’IA può sia migliorare la formazione degli architetti in materia di geometria architettonica, aiutandoli ad applicarla alla progettazione sostenibile e circolare di edifici e città, sia fornire loro più rapidamente le conoscenze relative alla progettazione computazionale. 

Dato che la tecnologia diventa sempre più importante nel design, portando a nuove professioni che mixano diverse competenze, come vede la tendenza a fondere design, arte e altri settori, soprattutto nel suo lavoro con i progetti ZhaCode?
Tutte le tecnologie (di design) necessitano di un’esplorazione collaborativa, prima di poter essere utilizzate per affrontare le necessità e i problemi urgenti delle società. Gli architetti devono partecipare a questo apprendimento collettivo, non possono permettersi di rimanere in disparte aspettando che le tecnologie vengano indirizzate verso la nostra professione. Il legame bidirezionale tra la ricerca e la pratica è gratificante, coinvolgente, scientificamente compatibile, intellettualmente e artisticamente stimolante. La ricerca sul design ci consente di affrontare in modo proattivo e ottimistico le sfide più importanti dell’architettura e dell’urbanistica del XXI secolo.

Immagine apertura: Architecting the Metaverse è un progetto artistico immersivo che coniuga architettura, arte, tecnologia e IA, esposto al museo DDP di Seoul nel 2022, risultato di una collaborazione di sei mesi tra Refik Anadol Studio e Zaha Hadid Architects. Courtesy Zaha Hadid Architects

DomusAir

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