Una nuova dimensione di speranza

Il direttore editoriale Walter Mariotti dedica la pagina di apertura del quinto numero di DomusAir al ruolo delle infrastrutture in momenti di crisi come quello che viviamo: accresce la capacità delle istituzioni di servire i cittadini e accelera il rispetto dell’ambiente.

Il quinto numero di DomusAIR esce in un momento a dir poco drammatico. Mentre l’Europa assiste alla guerra in Ucraina, che dopo oltre cento giorni non vede la fine, i mercati sono paralizzati dalla risalita dello spread e dell’inflazione, che negli Stati Uniti non è mai stata così alta da decenni. Di fronte a tutto questo i governi d’Europa che hanno trovato un’unità varando le sanzioni faticano a elaborare una soluzione efficace per l’aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime, dovute solo in parte alla guerra, e ad affermare una propria identità di soggetto politico unitario. A differenza degli Usa, che ha dato una risposta forte e chiara agli eventi d’Ucraina e ha deciso, attraverso la FED, di rialzare il prezzo del denaro. Una scelta prevedibile e attesa, ma che ha gettato nel panico le borse globali, già alle prese con gli effetti della guerra, l’aumento esponenziale delle materie prima, il difficile recupero dalla pandemia di Covid-19 che ancora minaccia una autunnale.

In questo contesto Milano, la città dove DomusAir è concepito, ha appena concluso l’esperienza della Design Week, che ha portato ancora una volta dopo la pandemia e la prova dello scorso anno, persone di tutto il mondo nella capitale del design. Dimostrando come solo una nuova architettura degli spazi, delle funzioni e dei rapporti può aiutare le comunità – sociali, culturali, imprenditoriali – a trovare una nuova dimensione di speranza verso il futuro.

In questa prospettiva s’inserisce la riflessione che DomusAir sta conducendo ormai da tempo sulle infrastrutture globali, che anche in questo numero spaziano da New York a Doha. Per comprendere come la circolazione libera in aria, terra e mare siano la sola risposta per superare luoghi comuni e ristrettezze di pensiero, accrescere la capacità delle istituzioni di servire i cittadini, accelerare il rispetto dell’ambiente, rilanciare l’economia e mettere le persone al centro. Ancor più in tempo di guerra e di crisi, le infrastrutture non sono solo il mezzo di scambio del nostro tempo, ma il cuore profondo del nostro mondo, le entità che permettono il dialogo pacifico fra stati e società, produttori e consumatori e prima ancora esseri umani che si confrontano con concezioni del mondo e della vita.

Le infrastrutture dimostrano che la vita acquisisce senso solo se libera di circolare ed esprimersi. L’impatto degli investimenti mancati sulle infrastrutture non si misura solo sul Pil, ma sulla civiltà e la democrazia. In Italia, per esempio, il costo dei mancati investimenti infrastrutturali nel 2008-2013 è stato stimato in 86 miliardi di euro di Pil perduto, ma il costo umano, sociale e individuale di questa mancanza è almeno tre volte superiore.

Così, per l’Italia sarà fondamentale che almeno una parte del Recovery Fund si aggiunga alla somma per raggiungere i 200 miliardi per poter completare le 130 opere prioritarie del piano «Italia Veloce». Non solo per la circolazione delle merci e dei passeggeri, ma prima ancora per la crescita e la realizzazione delle persone in democrazia e pace. Al di là dei temi e dei linguaggi che definiscono il suo core business rispondendo alla sua comunità di lettori, lavoriamo perché DomusAir possa continuare a ridefinire una nuova visione, smontare gli stereotipi e offrire strumenti utili per utilizzare il tempo e lo spazio in un mondo nuovo.

Immagine di apertura: UNStudio, Doha Metro Network, Doha, Qatar

DomusAir n. 5. Copertina

DomusAir

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