Cina. Nuovi modelli per riconquistare la campagna

Nel Padiglione della Cina alla Biennale di Venezia una nuova generazione di architetti mostra la via per valorizzare le aree rurali e generare economie.

Padiglione dell Cina, Venezia 2018. Photo Giulia Di Lenarda

Dopo tre decenni di sviluppo urbano, lo sguardo della Cina si rivolge alla campagna. È questo il freespace su cui si è concentrata l’attenzione di Li Xiangning, curatore del Padiglione della Cina alla 16ma Biennale di Venezia. Ventisei progetti, divisi in sei sezioni – Produzione, Turismo, Futuro, Residenze, Comunità e Cultura – portano con sé una nuova generazione di architetti (dove il più vecchio ha 50 anni) che si è formata in Cina, ma ha completato gli studi in Europa e Stati Uniti (tra Princeton, Zurigo e Milano). “Sono architetti aperti al mondo, hanno conosciuto una realtà internazionale che ha permesso loro di comprendere meglio quella locale”, spiega Xiangning. La rivalutazione delle aree rurali è un nuovo movimento di grande scala, che potrebbe offrire un modo di vivere alternativo per il futuro e potrebbe comportare un nuovo contro-esodo, che s’inserisce nel piano del Governo di far crescere l’economia delle aree rurali, dove oggi si concentra più del 40% della popolazione.

C’è il pericolo che in futuro non ci sarà più la campagna?
Il rischio di rovinare la campagna esiste. Per questo, abbiamo raccolto una serie di esempi virtuosi: vogliamo mostrare una nuova via, non solo collegata alla tradizione, ma rivolta anche a modelli futuri. La Cina affonda le sue tradizioni nella cultura agricola. Quello che dobbiamo fare non è tanto tornare al passato, ma piuttosto guardare a un nuovo modo di abitare lì. 

Un’intera sezione è dedicata al futuro. Che cosa racconta?
Abbiamo diviso la mostra in sei categorie: Dwellings, Production, Culture, Tourism, Community, Future. Nel nostro futuro ci sono la campagna e il paesaggio, ma anche la tecnologia e la robotica. Prendiamo, per esempio, Alibaba Group, il sito-piattaforma da cui ormai anche gli architetti ordinano i materiali per i propri cantieri. Grazie ad Alibaba è nato il fenomeno dei Villaggi Taobao, villaggi rurali dove cioè l’e-commerce è stato un elemento strategico per rivitalizzare l’economia, offrendo una piattaforma a un network di distribuzione per vendere i propri prodotti e manufatti, illustrato in mostra da Drawing Architecture Studio. La stampa 3D e la robotica permettono invece di montare e smontare cantieri e costruzioni di notevole complessità senza danneggiare il paesaggio, spesso senza nemmeno toccare il terreno. Per esempio, in alcune zone dove vivono numerosi panda viene coltivato il bambù, usato anche nelle costruzioni. La copertura in bambù progettata da Philip F. Yuan (Archi-Union Architects) per un centro comunitario nella provincia dello Sichuan è stata realizzata con tecnologia robotica e poi, in fase conclusiva, è stata intrecciata in modo artigianale. Philip F. Yuan è anche autore del Cloud Village, una grande copertura in plastica riciclata installata all’esterno del padiglione. 

Quali sono stati i criteri di selezione dei progetti?
Il criterio principale è stata l’alta qualità estetica e progettuale. La selezione è avvenuta da parte di una commissione. Le diverse sezioni hanno naturalmente focus diversi: quella dedicata al futuro ha più a che fare con la tecnologia e nuovi sistemi di produzione. Nella sezione “Community”, John Lin di Rural Urban Framework ha realizzato una torre panoramica con gli scarti di vecchi edifici di Zhaotong, Yunnan, distrutti dalle calamità naturali. È stata realizzata in un villaggio, smontata e riassemblata qui a Venezia. Nella stessa sezione c’è una banca, dove gli abitanti di un villaggio sono gli azionisti. E, ancora, un architetto di Taiwan ha sviluppato un sistema strutturale molto veloce ed economico che dopo un terremoto può essere costruito dagli abitanti stessi. 

Quanto è importante la tradizione oggi per questi progettisti?
Gli architetti cinesi di oggi hanno aperto il loro cuore alle tradizioni e alle culture locali che vengono incorporate nei progetti, spesso anche grazie alla tecnologia più avanzata. Ascoltano la voce delle persone che abitano nei luoghi dove progettano. John Lin, per esempio, nella ricostruzione di un villaggio, ha incorporato le funzioni produttive negli spazi non utilizzati delle residenze: i chicchi di frumento, che di solito vengono fatti seccare al sole prima di essere macinati, vengono distribuiti sui tetti delle abitazioni, e incorporati così nel paesaggio montagnoso circostante.

Padiglione della Cina:
Building a future countryside
Curatore:
Li Xangning
Commissioner:
China Arts and Entertainment Group (CAEG)
Organizzatori:
Ministry of Culture and Tourism of the People's Republic of China
Date di apertura :
23 maggio – 25 novembre 2018
Sede:
Arsenale, Venezia

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