Swinguerra, il Padiglione del Brasile alla Biennale d’Arte di Venezia

Il duo di videoartisti Barbara Wagner e Benjamin de Burca uniscono coreografia e stralci di vita per rappresentare, senza censure, l’anima conflittuale del Paese sudamericano.

Biennale Arte Venezia 2019, Padiglione Brasile, courtesy Fundação Bienal de São Paulo

Come rappresentare un Paese che cancella il Ministero della Cultura, che minimizza istanze, urgenze relative all’educazione e che stermina le giovani generazioni indigene per mezzo di forze militari? La risposta arriva dal profondo, dall’interno di un’istituzione della cultura, ma anche dall’anima delle tradizioni brasiliane, in un contesto internazionale. Una dichiarazione indirizzata universalmente, e senza censure, da parte del duo di videoartisti Barbara Wagner (1980, Brasilia) e Benjamin de Burca (1975, Monaco).

Il Padiglione del Brasile alla 58esima Biennale di Venezia risuona come un peana, un mantra di guerra, Swinguerra, danzato su coreografie collettive, da corpi e volti senza genere o appartenenza, corpi lucidi, semisvestiti, a piedi nudi sulla sabbia, piedi che interpretano i ritmi anaerobici di swingueire, brega funk, e passinhos de maloca.

Le scuole di ballo popolare Cia. Extremo, Grupo La Màfia e Bonde do Passinho/As do Passinho S.A., dalla periferia di Recife, rendono omaggio alla bandiera, al fondativo “Ordem e Progresso”, enormi muovendo contro una stasi che non rappresenta più l’identità del Brasile. Il film, proiettato specularmente su due schermi al padiglione dei Giardini, utilizza musica e danza come fondali ritualistici che spingono i ballerini a sfruttare le percussioni per armare ogni movenza, per urlare frasi che talvolta assumono strutture poetiche e che talvolta, invece, restano espressioni dialettali. 

Padiglione Brasile, vista dell’allestimento, foto Giulia Di Lenarda
Padiglione Brasile, vista dell’allestimento, foto Giulia Di Lenarda

L’obiettivo di Wagner e de Burca si insinua non solo fra i corpi torniti, in transizione e sinuosamente esposti dei ballerini, ma trova la forza di entrare nello spazio casuale, ambiguo degli stralci di vita che vengono mostrati tra una coreografia e l’altra. Frutto di una pratica collaborativa e orizzontale con le persone rappresentate, il film segue un andamento mai effettivamente documentale. “Gli artisti presenti nei nostri film sono persone che conosciamo da vicino e con cui collaboriamo per i disegni di sceneggiatura”, riferisce Barbara Wagner. “Nelle riprese, davanti alla telecamera, si rappresentano uguali a loro stessi, perché è questo tipo di conoscenza trasportata dal e nel corpo che vogliamo analizzare insieme a loro”.

Padiglione:
Brasile
Artisti:
Barbara Wagner, Benjamin de Burca
Evento:
58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Dove:
Giardini del Castello, Biennale di Venezia
Quando :
11 maggio - 24 novembre 2019

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