Siamo tutti sulla stessa barca

Il simbolo delle tragedie del Mediterraneo, il barcone affondato nel 2015 nel canale di Sicilia, attracca all’Arsenale di Venezia per la Biennale d’Arte. Barca Nostra è un invito alla riflessione in questi tempi “interessanti”.

Il peschereccio naufragato nel Mediterraneo nel 2015

Il suo ultimo viaggio, il barcone dove il 18 aprile del 2015 avevano trovato la morte un numero imprecisato di migranti – tra 700 e 900 – lo ha fatto per risalire lo stivale italiano e raggiungere Venezia dal porto di Melilli, vicino ad Augusta, dove si trovava dal 2016, quando era stato recuperato con il suo carico di morti ancora intatto. Solo 28 persone si salvarono dal quel mortale naufragio nel Mediterraneo. Squarciato e inabissato a 350 metri di profondità nel canale di Sicilia, a 96 km dalla costa libica e 193 km a sud dell’isola di Lampedusa, era stato recuperato dal governo italiano – al costo di 9,5 milioni di euro – in un’operazione senza precedenti volta a indagare sui resti dei defunti per cercare di restituire loro l’identità e informare le famiglie che aveva coinvolto Marina Militare Italiana, vigili del fuoco e Croce Rossa.

Quella tragedia avvenne in tempi in cui le politiche di gestione della sicurezza dei mari erano in evoluzione ma non si era ancora arrivati alle tensioni internazionali che animano i porti oggi. È tra le pieghe di questi scontri, politici e umani, che ha voluto insinuarsi l’operazione guidata da Cristoph Büchel, non nuovo a gesti eclatanti – quattro anni fa aveva trasformato in moschea la sconsacrata Chiesa della Misericordia di Venezia, padiglione islandese, negli stessi giorni in cui a Mosul trasformavano le chiese in moschee. In collaborazione con l’Assessorato regionale dei beni culturali e l’identità siciliana, il Comune di Augusta e il Comitato 18 Aprile 2018 (coordinato da Maria Chiara Di Trapani), l’artista svizzero ha organizzato il viaggio che ha portato a battezzare “Barca nostra” il barcone da pesca che portava l’iscrizione araba “Benedetto da Allah”, un cambio di nome che mette metaforicamente sulle spalle di tutti noi la tragedia dei migranti.

Fino al 24 novembre, il relitto rimarrà attraccato tra le gru e il bar dell’Arsenale, affiancando silenzioso le opere che sono in mostra alla Biennale veneziana che porta il sottotitolo bifronte e beneaugurante “May you live in interesting times”. E alimentando il dibattito su quanto sia appropriata quella collocazione e su cosa sia lecito chiamare arte. Accompagnata da inevitabili polemiche politiche tacciate prontamente dalle parole del presidente della Biennale Paolo Baratta che l’ha definita “un invito al silenzio e alla riflessione”, la presenza del relitto della morte ha fatto certo rabbrividire tutti quelli che ci passavamo accanto, a qualsiasi credo politico appartenessero, centrando l’obiettivo.

Barca nostra
Il peschereccio che trasportava centinaia di migranti naufragato il 18 aprile 2015 collocato dopo il recupero sul Pontile Marina Militare di Melilli (NATO) vicino ad Augusta, Sicilia. Foto © BARCA NOSTRA

Un gesto forte ma in linea con quanto promesso già nella presentazione alla stampa della Biennale 2019 dal curatore Ralph Rugoff, che non aveva fatto mistero che la sua mostra si sarebbe concentrata “sul lavoro di artisti che mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e ci aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e situazioni”. L’edizione di quest’anno è molto aperta al sociale, all’esaltazione delle contraddizioni della società, alla relazione che si instaurano tra loro e alla loro analisi: da quelle generate dal surriscaldamento climatico e dai totalitarismi fino a quelle legate alla tragedia dei migranti.

Il viaggio di Barca nostra è destinato a proseguire, dopo Venezia. I progetti del passato di trasferirla in piazza Duomo a Milano o a Bruxelles sembrano abbandonati. Il suo futuro si dovrebbe giocare ad Augusta, dove è previsto il ritorno in un’area denominata Giardino della Memoria, un progetto proposto dal Comitato 18 Aprile e condiviso dall’amministrazione comunale.

Immagine di apertura: Il peschereccio che trasportava centinaia di migranti naufragato il 18 aprile 2015 collocato dopo il recupero sul Pontile Marina Militare di Melilli (NATO) vicino ad Augusta, Sicilia. Foto © BARCA NOSTRA

Installazione:
Barca nostra
Artista:
Christoph Büchel
Coordinamento:
Maria Chiara Di Trapani
In collaborazione con:
Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identita Siciliana, il Comune di Augusta, il Comitato 18 Aprile 2015 e altre parti
Evento:
58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Dove :
Arsenale di Venezia
Quando:
11 maggio - 24 novembre 2019

Speciale Biennale

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