Temporiuso

Un manuale, edito da altreconomia edizioni con il sostegno di Fondazione Cariplo e curato dall’Associazione Temporiuso di Milano (spin-off del Politecnico di Milano), traccia al storia recente e le modalità di riutilizzo degli spazi abbandonati nelle città europee.

Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, in Italia, altreconomia edizioni con il sostegno di Fondazione Cariplo, 2014. A cura di Isabella Inti, Giulia Cantaluppi, Matteo Persichino di Temporiuso, Milano.


Che cos’è il riuso temporaneo? Quando nasce questa pratica? Come alimentare percorso temporanei di riattivazione edilizia? Quali regole e modelli seguire? A queste e altre domande che affliggono da un lato, o affascinano dall’altro, una moltitudine di progettisti a livello internazionale da oltre una trentina d’anni, ha cercato di dare risposta il libro curato dall’Associazione Temporiuso di Milano (spin-off del Politecnico di Milano).

L’ha fatto senza fronzoli, linguaggi accademici o digressioni storiche volte a ribadire, per l’ennesima volta, le dinamiche che hanno portato alle situazioni di abbandono edilizio risultanti da processi di delocalizzazione e di contrazione.  Circostanze che quotidianamente, ognuno di noi, con diverse intensità, densità e distribuzione può osservare in scala 1:1 semplicemente passeggiando all’interno della propria città o visitando una qualsiasi conurbazione straniera. L’ha fatto concentrandosi sulle risposte piuttosto che nel dissipare energie centrifughe dovute all’apertura di ulteriori domande, spostando il discorso da un piano puramente teorico (e troppo spesso retorico) verso uno pratico e concreto, sorretto da esempi internazionali ed esperienze nostrane; scegliendo di realizzare un manuale piuttosto che un semplice libro, un anacronistico dizionario, una futuristica roadmap o un voluminoso compendio.

Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, in Italia, altreconomia edizioni con il sostegno di Fondazione Cariplo, 2014

La scelta di utilizzare il termine ‘manuale’ come prima parola del titolo del lavoro non è stata casuale in quanto con esso, etimologicamente parlando, si identifica un oggetto da tenere a portata di mano, maneggevole, efficace perché sintetico ed efficiente perché in grado di contenere istruzioni pratiche ed essenziali relativamente a una specifica disciplina. 224 pagine a colori utili perché capaci di far ragionare in maniera critico-propositiva una moltitudine variegata di soggetti interessati dai/nei processi di riattivazione di spazi inutilizzati tanto di proprietà pubblica quanto privata rispetto a una delle tematiche più contingenti, ovvero l’opportunità di trasformare situazioni di abdicazione edilizia in occasioni di crescita personale, professionale e comunitaria.

Dopo la prefazione curata da Gabriele Pasqui (Direttore DAStU, Politecnico di Milano) che definisce la cornice di riferimento all’interno della quale confermare la centralità della parola ‘processo’ come strumento principe a supporto di pratiche di riuso temporaneo e di rigenerazione urbana, il volume prosegue nella sua prima parte con la narrazione cronologica degli ultimi vent’anni di progettualità e politiche attuate a livello internazionale come risposta a fenomeni di shrinking cities (città in contrazione), partendo dall’esperienza olandese del Broedplaatsen Fonds Bureau (Amsterdam, 1999), passando per le pratiche sperimentali di CityMine(d) con il progetto PRECARE (Bruxelles, 1999), alcune ricerche tematiche come “USE-Uncertain State of Europe” condotta dall’agenzia Multiplicity (Milano, 2001), l’apertura di sportelli per il riuso temporaneo come Einfach-Mehrfach (Vienna, 2004) Zwishe Nutzung Agentur (Berlino, 2004) e Creative Space Agency (Londra, 2004) e arrivando agli interventi di riappropriazione temporanea e autocostruzione al limite del radicale di EXYZT, collettivo parigino che ha trasformato parte del Padiglione Francese della X Biennale di Architettura di Venezia in un’impalcatura da vivere e da condividere.

Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, in Italia, altreconomia edizioni con il sostegno di Fondazione Cariplo, 2014

Poi il Manuale entra nel vivo della sua natura pratica e concreta, esplicitando attraverso una chiara e sintetica rappresentazione diagrammatica quali siano gli ingredienti fondamentali rintracciabili in ogni processo di riuso temporaneo: l’offerta di parti di città dismesse (ex scali ferroviari, quartieri storici, aree industriali dismesse, aree militari…) o di spazi urbani abbandonati (ex fabbriche, ex caserme, ex edifici pubblici, ex negozi o attività al piano terra, campi agricoli…), l’esistenza di tempi o cicli di riuso temporaneo (da pochi giorni a qualche anno) e le relative funzioni insediabili in maniera sostenibile (dagli eventi fino a start-up e fab-lab), il ruolo cardine delle regole che organizzano al meglio le pratiche di riuso (dal comodato d’uso temporaneo per associazioni alla concessione in uso temporaneo per installazioni e performance), i livelli di infrastrutturazione necessari per un’efficace riattivazione (dagli allestimenti agli impianti), i processi di ragionamento e di ricerca indispensabili per raggiungere risultati comparabili con altre situazioni (dalla monumentalizzazione all’emergenza), la domanda di spazi da parte di popolazioni temporanee e usufruttuarie (studenti, associazioni, artisti, macero, cooperative e start-up fino ai turisti low-cost), l’elencazione degli attori (dal proprietario fino al social media manager passando per l’agente del riuso e l’architetto DIY) e le politiche di riuso temporaneo ovvero i veri e propri strumenti necessari a trasformare qualsivoglia esercizio laboratoriale in realtà attive capaci di incidere sulla quotidianità e collettività (concorsi nazionali, bandi e inviti alla creatività per assegnazione di spazi, agenzie di riuso temporaneo o sportelli pubblici dedicati).

Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, in Italia, altreconomia edizioni con il sostegno di Fondazione Cariplo, 2014

I capitoli successivi, che approfondiscono le “sette mosse” necessarie per riattivare uno spazio in abbandono, ribadiscono ulteriormente l’importanza del far incrociare in maniera sinergica l’offerta di spazi sottoutilizzati con la richiesta degli stessi da parte di popolazioni o gruppi di interesse. Infatti, a seguito della dichiarazione del parametro “tempo di utilizzo” in relazione alla funzione da insediare, della comprensione degli interventi minimi da realizzare per poter vivere in sicurezza un determinato luogo e della successiva definizione degli strumenti attuati attraverso i quali definire le modalità di trasferimento temporaneo dei diritti di godimento di un determinato spazio, sarà più semplice facilitare la creazione di nuove attività socialmente e culturalmente utili moltiplicando opportunità d’inserimento lavorativo generatrici d’economie attraverso la scrittura di politiche pubbliche condivise. Prima del capitolo conclusivo, dedicato a nove interviste realizzate con altrettanti attori interessati da processi di riuso temporaneo incrociati da Temporiuso durante le loro più recenti iniziative (tra i quali, spiccano Stefano Boeri e Leopoldo Freyrie), il manuale alterna buone pratiche internazionali a esperienze italiane (promosse dalla stessa associazione), focalizzando l’attenzione nell’esplicitare i meccanismi che hanno reso possibili tali progettualità, analizzandone i tempi di attuazione, le regole che ne hanno governato gli sviluppi, gli attori interessati e i risultati ottenuti.

Leggendo con attenzione il Manuale è possibile comprendere come il riuso temporaneo e la rigenerazione urbana possono definirsi, rispettivamente, una tattica – sul breve periodo – e una strategia – sul medio-lungo periodo – per riprogettare la città contemporanea con modalità quattro volte sostenibili –sotto il profilo economico, sociale, ambientale e procedurale – sottolineando quanto il ruolo di tali processi sia sempre più spesso quello di proporsi come delle vere e proprie piattaforme relazionali produttrici di senso comune. Di pensieri politici nell’accezione più alta del termine.

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