Lorenzo Spagnoli,
Storia dell'urbanistica moderna. Dall'età della borghesia alla globalizzazione (1815-2010), Zanichelli, Bologna, 2012. (pp. 653; € 55,00)
Storia dell'urbanistica moderna. Dall'età della borghesia alla globalizzazione (1815-2010) è il seguito di Storia dell'urbanistica moderna. Dal Rinascimento all'età delle Rivoluzioni (1400-1815).
I due volumi rappresentano il lavoro di ricerca di anni di studio, che è allo stesso tempo articolato con un impianto di sintesi.
Il primo volume fornisce una spiegazione al significato di urbanistica. "Qu'est-ce que l'Urbanisme?". La domanda con cui si apre l'opera di Lorenzo Spagnoli, la stessa che dà il titolo al saggio di Pierre Lavedan, del 1926, nella sua Histoire de l'urbanisme.
Il secondo volume è basato su un piano interpretativo e critico che permette anche a studiosi, di attraversare territori poco noti, dove storia, politica ed economia hanno un ruolo essenziale.
Questo secondo volume è diviso in tre parti, più una postfazione.
La prima tratta la storia dell'urbanistica in senso weberiano, mettendo l'accento sugli aspetti politico-economici delle città. Tratta le radicali modificazioni sul territorio europeo di vecchi assetti e di armature urbane ben consolidate. Dall'industrializzazione, lo sviluppo delle infrastrutture, lo sviluppo del suolo, alla necessità di una pianificazione normata da uno strumento attuativo, alle nuove realizzazioni delle città giardino come quelle di Howard.
Uno spazio interessante è dedicato al dibattito internazionale prima della grande guerra, al caso studio di Francoforte interessata dal primo piano di zonizzazone. Una città pilota per uno strumento urbanistico che sarà modello per molte città europee e per gli Stati Uniti. L'espansione urbana ai primi del Novecento è affrontata da Garnier con il piano a griglia della Cité industrielle, e, successivamente, con la città funzionale di Le Corbusier. Largo spazio è poi dedicato all'espansione a sud di Amsterdam con il Piano di Berlage, che rompe la maglia ortogonale creando una gerarchizzazione tra le infrastrutture, e al trasporto pubblico rispetto alle nuove urbanizzazioni. Ma soprattutto Spagnoli si concentra sulle connessioni tra le nuove urbanizzazioni in Gran Bretagna e il "planning" negli Stati Uniti.
Urbanistica moderna: dalla borghesia alla globalizzazione
La nuova Storia dell'urbanistica moderna di Lorenzo Spagnoli è un volume che presenta agilmente il difficile tema delle molteplici e complesse interazioni tra processi e strutture su diversi piani: politica, società e realtà urbane.
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- Adriana Filieri
- 15 marzo 2013
- Bologna
Nella seconda parte l'autore continua a soffermarsi sulla storia e in particolare sugli eventi politici tra le due guerre, analizzandone le dirette implicazioni in campo architettonico-urbanistico. La nuova geografia politica ed economica svolge un ruolo fondamentale nella trasformazione del territorio tra le due guerre. In questo capitolo si pone l'accento sul mondo bipolare degli Stati Uniti e dell'Occidente capitalistico.
Per la prima volta, ricordando Gottman, non si parla più di polarità urbana rispetto al territorio rurale, ma di un sistema multipolare. È il caso della Gran Bretagna dove viene affrontato il tema della pianificazione a carattere regionale con la costituzione del Greater London Planning Committee e grazie al contributo di Abercrombie. Il paesaggio urbano muta radicalmente anche in molte aree esterne.
L'analisi critica continua con puntualità ripercorrendo il razionalismo internazionale, la formazione di Le Corbusier, i principi base per un'urbanistica moderna con un sistema della mobilità razionale, la metodologia dei CIAM; l'evoluzione dei tessuti urbani in Germania e la pianificazione per l'espansione del nuovo territorio di Amsterdam.
Il capitolo sull'urbanistica di stato in Italia, riporta un'analisi articolata sull'imperialismo e sulla monumentalità, ponendo l'accento sulle nuove infrastrutture e l'apertura di nuove strade realizzate sulle demolizioni di antichi centri storici. Tutto questo senza tralasciare i nuovi piani urbanistici e l'urbanistica coloniale italiana in Africa.
Si può pensare ad una "seconda modernità" che attende di essere compiuta, all'interno della quale l'urbanistica possa dare il suo contributo in maniera autonoma, chiamando a un tavolo di lavoro tutti gli attori sociali
Nella ricostruzione del dopoguerra, l'autore traccia un itinerario che ripercorre le principali tappe degli interventi post bellici. Dal cambiamento istituzionale e legislativo al problema del ruolo della pianificazione urbanistica partecipe del clima di grande ottimismo e di sperimentazione. Gli anni '60 vedono la ricerca di spazi per una vita sociale e l'anti funzionalismo dei CIAM. "E' l'interazione, non il luogo, che costituisce l'essenza della città e della vita urbana", afferma Melvin Webber in The Urban Place and Non-Place Urban Realm, 1964.
La terza parte del libro si apre con la nuova geografia degli insediamenti fortemente condizionata dalla'economia e dalla politica all'interno del mercato globale con le annesse forme di esclusione sociale che esso comporta. Vi è il tentativo di progettare insediamenti sostenibili, recuperando le ex aree industriali e quelle portuali per evitare il consumo del suolo. Sono individuati i fenomeni delle Megalopoli come la Blue Banana o il Corridoio Padano, e a seguito delle immense conurbazioni, sono proposti schemi policentrici come quello della Randstad Holland.
L'autore conclude il volume ponendo una riflessione sulla modernità troppo spesso condizionata dall'economia e dalla politica. In un'era contrassegnata da grandi cambiamenti nell'economia mondiale, si può pensare ad una "seconda modernità" che attende di essere compiuta, all'interno della quale l'urbanistica non asservita a interessi particolari, possa dare il suo contributo in maniera autonoma chiamando a un tavolo di lavoro tutti gli attori sociali. Si tratta di una lettura che presenta agilmente, in un efficace tentativo di sintesi, il difficile tema delle molteplici e complesse interazioni tra processi e strutture su diversi piani: politica, società e realtà urbane.