Dalla pubblicazione avvenuta agli inizi del '900 del Secolo dei fanciulli (1), dell' innovatrice svedese del campo del design Ellen Key, a Growing by Design ("Crescere con il design"), 40° Convegno Internazionale di Design tenuto ad Aspen nel 1990, l'infanzia non è stata più considerata come un'idea astratta e rigida, ma è diventata uno dei motori del design del XX secolo.
L'evoluzione del design per i bambini, connessa alle trasformazioni ideologiche e sociali, politiche ed economiche del XX secolo, è stata tracciata cronologicamente in Century of the Child: Growing by Design, 1900-2000, un esteso e importante volume redatto dal curatore del dipartimento di Design del MoMA Juliet Kinchin e dal suo assistente Aidan O'Connor, in occasione dell'omonima mostra che si è tenuta al MoMA nel corso del 2012. Con i contributi di Tanya Harrod, Medea Hoch, Francesco Luca, Amy Ogata, e Maria Paola Maino, distribuiti in sette sezioni riccamente illustrate, il libro tenta di sviluppare un'indagine scientifica sul rapporto in continua evoluzione tra infanzia e progettazione, monitorando quella che Kinchin definisce come la sua "affascinante confluenza".
Agli inizi del Novecento specialmente i designer iniziarono a capire che il bambino è una buona mediazione tra ideale e reale. Con la sua limpida visione della vita quotidiana, non contaminata da convenzioni sociali e culturali, indirizza sempre i pensieri dei progettisti a un futuro migliore.


Oltre alla creazione di uno specifico ambiente per l'apprendimento, i progettisti più inventivi (bambini compresi) hanno creato e ricreato gli oggetti fondamentali della vita infantile: i giocattoli. Come nota Friederich Fröbel "il gioco è il momento più importante dello sviluppo del bambino" (2). Juliet Kinchin e Aidan O'Connor paiono sottolineare che gli oggetti dovrebbero essere più importanti delle parole, e che il fare dovrebbe essere preferito al memorizzare o al parlare. E così era quando i giocattoli e gli strumenti didattici erano al centro dell'attenzione dei progettisti, degli insegnanti e dei teorici della pedagogia. Tutti i decenni del secolo sono stati altrettanto produttivi e ricchi in fatto di novità progettuali. Mentre il primo decennio del secolo fu segnato dall'interesse per l'arricchimento del potenziale creativo del bambino attraverso le lezioni dell'artigianato, i decenni successivi diedero alla luce burattini svizzeri e giocattoli colorati secondo la moderna prospettiva cecoslovacca, più vicini all'idea di produzione in serie.
Il paradosso pedagogico verificatosi negli anni tra le due guerre fa comprendere al lettore che, nonostante il desiderio dei riformatori di proteggere il bambino dai fardelli della vita adulta, i più piccoli furono implicati negli eventi politici del XX secolo





2. Friedrich Fröbel, Die Menschenerziehung, Keilhau, Verlag der allgemeinen deutschen Erziehungsanstalt, 1826; trad. it. di Margherita Brivio, riv. e aggiornata da Winfried Böhm, L'educazione dell'uomo, a c. di Francesco Flores D'Arcais, Scandicci, La Nuova Italia, 1993
3. Amy Ogata, in Juliet Kinchin, Aidan O'Connor, The Century of the Child: Growing by Design, 1900-2000, New York, MoMA, 2012
4. Johan Huizinga, Homo ludens, Amsterdam-Leipzig, Pantheon akademische verlagsanstalt, 1939; trad. it. di Corinna van Schendel, Homo ludens, Torino, Einaudi, 2002