Kyoto Urbana

Accompagnate dalle parole di Fosco Maraini, le fotografie di Roberto Saba raccontano le trasformazioni degli ultimi decenni di una città che a un primo sguardo appare come una “mediocre città modernastra come ce ne sono tante”.

Urbanisticamente assai meno eclatante di Tokyo, Kyoto, pur conservando “raffinatezze inimmaginate altrove, tra giardini seclusi e templi” (da Fosco Maraini, Ore giapponesi, nuova edizione, Milano, Dall’Oglio, 1988), condivide con tutte le altre città giapponesi la caratteristica di essere “semplici strumenti di vita e lavoro, enti provvisori che servono ai loro fini solidamente pratici”.

Al visitatore che non varcasse la soglia, che non si addentrasse in templi, giardini e in alcune zone ristrette rimaste immutate nel corso della febbrile ascesa economica post bellica, l’antica capitale si presenterebbe oggi come una “mediocre città modernastra come ce ne sono tante”, alla quale solo limitatamente hanno giovato gli apprezzabili ma sporadici interventi di architetti come Arata Isozaki e Tadao Ando.

Questa esplorazione urbana mostra la Kyoto frutto delle trasformazioni degli ultimi decenni e si ferma appena un passo prima di varcare la soglia di un altro Giappone, quello in cui “la bellezza è iniziatica, la si merita, è il premio d’una lunga e talvolta penosa ricerca, è finale intuizione, possesso geloso”.

Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. <b>In apertura</b>: edifici residenziali nel tratto moderno di Hanamikoji Dori a Gion, ancora oggi "quartiere delle geishe". <b>Sopra</b>: Il tetto, adibito a vivaio, dei grandi magazzini Daimaru
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Una giovane coppia osserva la città dal tetto della stazione centrale
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Taxi in attesa davanti all'Hotel Granvia, ospitato all'interno della stazione centrale
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Laboratorio artigianale di tatami; in secondo piano la Kyoto Concert Hall di Arata Isozaki
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. "Fili della corrente a fasci, veri spaghetti elettrici" tra la stazione centrale e il tempio Higashi Hongan-Ji
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Riproduzione de <i>L'ultima cena</i> all'interno del Garden of Fine Arts, opera di Tadao Ando
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Oike Dori, importante strada del centro di Kyoto, durante l'annuale festa religiosa del Gion Matsuri
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Il moderno gishiki-den (edificio adibito ad ospitare alcuni tipi di cerimonia) all'interno del santuario Fushimi Inari
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Prospetto frontale del Kyoto University Gymnasium, edificio brutalista dei primi anni '70
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Giardino pensile sovrastante la stazione centrale; sullo sfondo, la torre del Kyoto Tower Hot
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Incrocio stradale nell'area tra il Palazzo Imperiale e il castello Nijo
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Accesso al mausoleo Otani, affacciato sul trafficato incrocio di Higashiyamagojo
Roberto Saba, <i>Kyoto Urbana</i>. Varco di accesso al giardino Ninomaru all'interno delcastello Nijo, residenza degli shogun Tokugaw


Nato a Genova nel 1973 Roberto Saba lavora come fotografo dal 2006, in particolare nel campo della fotografia d’architettura e del paesaggio urbano.