Alla Paris Design Week non interessa arredarti casa

Le migliori proposte della settimana del design a Parigi per questo settembre 2025 se ne infischiano di come arredare, e tra time capsules e sperimentazioni col micelio si avvicinano al sistema dell’arte. 

Soft Baroque, I will love you forever if you bring desert to my living room, 2016

Courtesy l'artista

Garnier Pingree Design e Petite Friture, Eclipse. Lit de repos, 2018

Courtesy gli artisti

Quentin Vuong, Fauteuil nº1., collezione After the Rain, 2024

Courtesy l'artista

Alec Vivier-Reynaud, Vivre Malgré

Courtesy l'artista

Inès Bressand, galleria A1043, 2025

Foto Yann Bohac 

Djaffar Zizi, Dunes, 2025, Algérie

© Djaffar Zizi

Fares Dhifi, Comme un Phare, 2024, Tunisie

© Chiheb Sammari 

Camille Viallet et Théo Leclercq, Vingt-quatre heures, 2025

Courtesy l'artista

Aljoud Lootah Design Studio, The Falaj collection,2024, Emirai Arabi Uniti

© Natalee Cocks 

Only Only Studio, Long seat, 2025

Courtesy l'artista

Nathalie Du Pasquier per Mutina, Coppie di Fatto (vista), 2025

Courtesy l'artista

Vista della mostra Nedko Solakov. YOUNGER (A FAIRY TALE), 1980 -1990, Galleria Continua, 2025

© Paul Hennebelle. Paris ADAGP 2025. Courtesy the artists and GALLERIA CONTINUA.

In Francia, il design è spesso considerato come il figlio di un dio minore. Vale ancora, in un paese dove sono state le accademie di belle arti a formare alla “decorazione” generazioni di progettisti, il preconcetto secondo cui l’arte, l’ingombrante primogenito, sia un depositario più elevato di valore culturale e concettuale. Eppure, non c’è altra capitale europea dove queste due discipline sembrino dialogare per vasi comunicanti come Parigi. E dove, soprattutto nei giorni della Paris Design Week, tra 4 e 13 settembre 2025,  il confine fluido tra arte e design sia all’insegna di una inclassificabile contaminazione. Sia per la predilezione per il formato adottato, quello della mostra, sia per la loro natura tipologica, volutamente sfuggente, sia per la destinazione degli oggetti, chiaramente votati al collezionismo. 

Dorian Renard, The Last Dragonfly, 2021. Courtesy Dorian Renard

In un programma affollato, sono alcune piccole mostre a mettere in luce i progetti più interessanti della settimana del design parigino. Merito soprattutto di una selezione più orientata e stringente: da “NéoPaléo”, organizzata alla Galerie des Ateliers de Paris sotto l’egida del Bureau du Design, de la Mode et des Métiers d’Art de la Ville de Paris e con la curatela del duo BehaghelFoiny, quindici designer hanno proposto una “capsula temporale del design” che guarda a gesti e materie primordiali rivisitati con modalità di fabbricazione contemporanee. È in questa apparente contraddizione che nascono le opere più interessanti.

La Strat chair e la Strat Bench di Nicolas Zanoni sono realizzati in strati di XPS, materiale da cantiere modellato termicamente con un gesto che si vuole approssimativo, istintivo. Per il suo tavolino The Last Dragonfly, Dorian Renard sovverte la tecnica del vetro soffiato con l’utilizzo del PETG, materiale plastico utilizzato anche per i suoi vasi ispirati ad un’anemone di mare. Alec Vivier-Reynaud si riappropria di un elemento naturale che ci accompagna dalla notte dei tempi, il micelio, per farlo crescere e trasformarlo in un supporto espressivo, come mostra la sua opera Vivre malgré.

Julien Carretero, Ateliers Delacroix, Lampada Balises, 2025. Courtesy Julien Carretero

Da Lafayette Anticipations, il senso della festa si è insinuato tra le sale della fondazione ridisegnata da OMA. Ancora una volta è grazie ad una mostra, “Design Disco Club”, che il design ha potuto sprigionare alcune delle sue migliori energie, prendendo il polso – come lo auspica il curatore Christopher Dessus – della temperatura della creazione contemporanea. La scenografia, firmata Paf Atelier, si ispira alla celebre canzone Disco Inferno del 1976, mentre i progetti selezionati esprimono una tensione che si dirige sia verso istanze liberatorie (il tavolino I will love you forever if you bring desert in my living room, dei Soft Baroque; la drinking station Negroni Station di Studio douze degré), enigmatiche e totemiche (la poltrona di Quentin Vuong Fauteuil n°1 della collection After the Rain; la lampada Balises di Julien Carretero), o un comfort lieto e informale (Eclipse Daybed di Petite Friture).

In Francia, il design è spesso considerato come il figlio di un dio minore. (...) Eppure, non c’è altra capitale europea dove l’arte e il design sembrino dialogare per vasi comunicanti come Parigi.

In ordine sparso, ognuna privilegiando una prospettiva, un pretesto, o una ricerca ostinata e contraria, altre mostre hanno reso l’esperienza della design week composita e interessante. Permettendo di scoprire, ad esempio, che anche un’accoppiata di colori può richiamare in modo compiuto opere, materiali, oggetti ambigui: è quello che accade con “Vert nuit, noir jade”, mostra collettiva giocata in chiave cromatica sul dialogo ironico ed inaspettato tra verde e nero. Ricostruisce una ispirata scenografia domestica l’allestimento di Interieurs. “An apartment to inhabit, an art experience to live”, allestita negli spazi di Gran Tour a rue de Turenne da ColAAb Art + Function, dove spiccano gli Skin Poems e i volumi-seduta intrappolati nel bondage di Morgane Tschiember. Non lontano da lì, dall’altra parte del Marais, è una squisita ricerca tipologica quella che ha preso piede nella galleria A1043, dove Inès Bressand reinventa i cesti in erba secca attraverso forme che non hanno ancora trovato un nome, restando in bilico tra una morbida tensione scultorea e la restituzione di una presenza domestica. 

Come è consuetudine da tre anni a questa parte, l’Institut du Monde Arabe ha presentato il lavoro dei finalisti del suo Prix du Design, capitanato da Lina Ghotmeh in qualità di presidente di giuria per l’edizione 2025. Vincitrice del Grand Prix di questa edizione è Ala Tannir, con il progetto video che documenta la ristrutturazione della sua casa natale sul lungomare di Beirut. Tra i Talents Émergents, spicca l’intrigante oggetto luminoso Dunes, un progetto del designer algerino Djaffar Zizi, o le lampade Comme un Phare ispirate ai fari tunisini di Fares Dhifi.

Alec Vivier-Reynaud, Vivre Malgré. Courtesy l'artista

Appena fuori dai programmi officiali della design week, altre due mostre sembrano rievocare in maniera più o meno consapevole questa stessa tensione tra progettualità e ricerca artistica. Quasi si trattasse di una coincidenza, la sede del Marais della Galleria Continua presenta “Pièces à Vivre”, uno specchio rovesciato della possibilità dell’arte contemporanea di mettere in discussione i canoni e svelare le dinamiche simboliche della sfera dell’abitare. Ci riporta ironicamente sul terreno della destinazione d’uso la piccola mostra allestita da Yvon Lambert per presentare la serie Coppie di Fatto e Altro. La Funzione dipende dalla Forma di Nathalie du Pasquier, che da Lambert è di casa. La sua collezione di vasi non è solo un ammiccamento alla complementarità della vita a due, ma anche un richiamo alla possibilità degli oggetti, mai troppo evocata in queste giornate del design, di esistere non solo come una presenza ispirante e contemplativa, ma anche per assecondare il quotidiano con le sue attività e la sua poesia.

Immagine di apertura: Vista della mostra Pièces à vivre, 2025.  © Paul Hennebelle. Paris Adagp 2025.  Courtesy gli artisti e Galleria Continua

Soft Baroque, I will love you forever if you bring desert to my living room, 2016 Courtesy l'artista

Garnier Pingree Design e Petite Friture, Eclipse. Lit de repos, 2018 Courtesy gli artisti

Quentin Vuong, Fauteuil nº1., collezione After the Rain, 2024 Courtesy l'artista

Alec Vivier-Reynaud, Vivre Malgré Courtesy l'artista

Inès Bressand, galleria A1043, 2025 Foto Yann Bohac 

Djaffar Zizi, Dunes, 2025, Algérie © Djaffar Zizi

Fares Dhifi, Comme un Phare, 2024, Tunisie © Chiheb Sammari 

Camille Viallet et Théo Leclercq, Vingt-quatre heures, 2025 Courtesy l'artista

Aljoud Lootah Design Studio, The Falaj collection,2024, Emirai Arabi Uniti © Natalee Cocks 

Only Only Studio, Long seat, 2025 Courtesy l'artista

Nathalie Du Pasquier per Mutina, Coppie di Fatto (vista), 2025 Courtesy l'artista

Vista della mostra Nedko Solakov. YOUNGER (A FAIRY TALE), 1980 -1990, Galleria Continua, 2025 © Paul Hennebelle. Paris ADAGP 2025. Courtesy the artists and GALLERIA CONTINUA.