Il padiglione della Gran Bretagna a Expo 2020, progettato dall’architetta Es Devlin, mescola poesia e machine learning. L’edificio riprende la forma di un enorme strumento musicale e per ridurre il suo impatto ambientale è composto da una struttura conica in legno lamellare a strati incrociati (CLT). All’interno del padiglione non ci sarà nessuna mostra, perché è il padiglione stesso a esserlo. L’edificio, infatti, è stato progettato per diffondere una serie di poesie generate dall’intelligenza artificiale.
Questa sorta di poema collettivo – in inglese e arabo – avrà origine dalle stesse parole proposte dai visitatori e poi mostrate attraverso luci LED sulla facciata esterna composta da lamelle protruse – che dal fronte appaiono come tante etichette. Le parole saranno poi immerse in un paesaggio sonoro ottenuto da cori composti dalle varie etnie presenti in Gran Bretagna. L’obiettivo di Devlin è di porre l’attenzione sia sul ruolo sempre più importante che gli algoritmi ricoprono per nostra vita sia sulla diversità culturale della Gran Bretagna.