Motorola Edge: dopo Razr, Motorola ha avuto un’altra buona intuizione

È un telefono con i bordi così curvi come non se ne sono mai visti: il Motorola Edge. Peccato che gli manchi qualcosa.

Il rilancio del Razr ha portato a Motorola una popolarità che il marchio non aveva almeno dai tempi della prima generazione di smartphone. Stiamo parlando di circa dieci anni fa. L’ultimo arrivato è invece Moto G Stylus, un telefono con pennino pensato per fare concorrenza al Note di Samsung. Tra Razr e Stylys è stato lanciato un altro smartphone che conferma la vocazione innovativa del nuovo corso di Motorola – l’Edge. Il nome è un esplicito riferimento al bordo “a cascata”, ovvero stondatissimo, che rende i due lati lunghi di questo telefono praticamente curvi; al tempo stesso richiama direttamente quel modello del Galaxy di Samsung, l’S6 Edge, che per primo introdusse nel mercato una forma, quella della cornice laterale curva che sembra procedere verso l’ìnfinito, che oggi pare essere diventata sinonimo di top di gamma in ambito smartphone. Soprattutto quando arrivano dall’Asia. È utile ricordare che dopo l’acquisizione da parte di Google, dal 2014 Motorola è di Lenovo, il colosso cinese che precedentemente aveva acquisito il comparto hardware di IBM. 

Motorola Edge+

Su Domus abbiamo ribadito – anche con un recente articolo di Andrea Nepori – quanto quello dei bordi stondati sembri soprattutto un vezzo, una miglioria estetica che nulla aggiunge sul piano funzionale, anzi spesso toglie in praticità, vuoi a causa dei riflessi, vuoi perché digitare su un telefono a schermo completamente piatto resta per molti l’esperienza migliore. Motorola con Edge però ha voluto fare un passo avanti, ovvero rendere funzionali i bordi e non un mero elemento estetico, come del resto già cercò di fare Samsung sul suo primo Edge. Sul Motorola Edge i bordi si illuminano per avvisare quando c’è una chiamata in arrivo, o un messaggio, o se il telefono è in carica; sempre il bordo può essere utilizzato per scrollare le notifiche, aprire il cassetto delle applicazioni, o lanciare un menù veloce personalizzabile. Un doppio clic sul bordo permette di stringere o allargare l’ampiezza del display: una opzione in realtà utile, anche se spesso ci si trova a preferire la configurazione stretta e quindi viene da domandarsi a cosa servano mai dei bordi così stondati. Agire sul bordo per fare cose per cui siamo abituati a usare lo schermo (come per esempio aprire il menù delle notifiche) è semplicemente pleonastico. Motorola potrebbe forse lavorare un po’ di più sulla parte informativa: le cornici sono grandi e potrebbero essere sfruttate meglio per le diverse notifiche in arrivo, anziché semplificare tutto con qualche luce. Va anche detto che il telefono ha un suo fascino e alla prova pratica la stondatura gli dona una buona ergonomia. Lungo e affusolato, è uno smartphone fa piacere impugnare. E lo sfondo marino confezionato da Motorola è davvero godibilissimo: da riva a riva.

Per concludere: l’intuizione di cominciare a sfruttare meglio queste cornici stondate è encomiabile. Speriamo che altri produttori seguano questa strada. Probabilmente per farlo serve un ripensamento un po’ più intenso, se non addirittura radicale, dell’interfaccia. Per il resto l’Edge e la sua variante Pro sono due ottimi telefoni, leggermente diversi in un mare magnum di smartphone tutti uguali, tutti buoni, tutti tendenzialmente con i bordi stondati, qualcuno con maggiore attenzione per l’ergonomia, altri dei mattoncini belli da vedere ma un po’ odiosi da tenere in mano.

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