Domus 1036 è in edicola: “Tradizione istantanea”

L’Europa tra turismo e nostalgia per il passato. Il mercato in Niger che rafforza il senso di comunità. La bellezza del paesaggio artificiale raccontata attraverso il giardino di Ishigami in Giappone. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di giugno.

Questo numero di Domus è intitolato “Tradizione istantanea”. Winy Maas introduce il suo editoriale parlando di urbanistica, che “significa pensare al domani e immaginare come migliorare il presente”, sottolineando l’importanza del nostro patrimonio, visto non come qualcosa da demolire ma qualcosa di cui avere cura per il futuro. La copertina del numero mostra il progetto di Matter Design e CEMEX Global R&D, Walking Assembly, realizzato in calcestruzzo attraverso la stampa 3D. Si parla di innovazione digitale, dell’impatto delle reti per produrre oggetti e architetture, e vengono presentati cinque progetti che, con l’innovazione digitale, possono favorire un ritorno all’etica premoderna della condivisione comunitaria.

Urbanistica. A Baku il passato diventa un risorsa: la capitale petrolifera dell’Azerbaigian cambia forma attraverso la costruzione di nuovi edifici e la ristrutturazione di palazzi dell’era sovietica, tornando a essere la “Parigi del Caspio”. L’Europa è invece protagonista nel romanzo di Ilja Leonard Pfeiffer, Grand Hotel Europa; dove si racconta di un continente che vive con il peso del passato e con il turismo come unico modello di redditività. La città del futuro viene presentata in “Urbanistica senza attrito”, con cinque visioni per la mobilità urbana aerea.

Architettura: ZUS, lo studio di architettura e urbanistica con sede a Rotterdam, racconta la sua “città della temporaneità permanente”, un luogo in perenne trasformazione e sempre incompleta.

Vengono raccontati la costruzione delle Torri Colón di Madrid a partire dal 1969, che colpì all’epoca per l’innovazione tecnica del loro processo costruttivo, e il progetto a scala paesaggistica di Vector Architects in Cina, che dialoga con il territorio naturale e il patrimonio industriale.

In Belgio, l’edificio storico Sint-Jozef, all’interno del campus dell’ormai celebre clinica psichiatrica di Melle, vede un continuo dibattito nel processo progettuale coinvolgendo pazienti, staff e architetti. Nel Niger un mercato progettato da Mariam Kamara (Atelier Masomi) con semplici strutture metalliche colorate rafforza il senso di comunità. “Poesia del paesaggio artificiale” racconta la bellezza della natura progettata, con un focus sul Giardino botanico Art Biotop, un parco ricco d’acqua progettato da Junya Ishigami a Tochigi, in Giappone.

Lavorando con le comunità locali, l’International Public Art Festival di Città del Capo usa i graffiti come strumento contro la gentrificazione, mentre a Londra si attende con trepidazione il prossimo Serpentine Pavilion firmato da Junya Ishigami. In questo numero di Domus una catalogazione di tutti i padiglioni susseguitisi a Hyde Park dal 2000.

La foto del mese ha per protagonista l’inurbamento in un’area periferica in Namibia scattata dalla fotografa australianna Leah Kennedy.

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