Uscire con la sedia, litigare con il frigo: il gioco che ti fa fare dating con gli oggetti di casa

Date Everything! è il nuovo dating game dove l’anima gemella potrebbe essere lo sportello del microonde… o l’eco esistenziale della tua lavatrice. Il paesaggio domestico non è più soltanto uno sfondo.

Date Everything!

Se potevamo pensare che il punto più alto  – o più basso – della simulazione romantica fosse stato toccato da Hatoful Boyfriend, il dating game ambientato nel prestigioso St. PigeonNation’s Institute in cui il giocatore, unico studente umano, poteva imbarcarsi in una storia d’amore con piccioni motociclisti e colombelle narcolettiche, era solo perché Date Everything!, il nuovo titolo della Sassy Chap Games, non esisteva ancora. Potrebbe non essere destinato a vincere il premio “Game of the Year”, ma questo nuovo dating sim offre la possibilità di frequentare romanticamente qualcosa di davvero peculiare: ossia, qualsiasi oggetto inanimato, dal congelatore all’ascensore, e, perché no, anche entità più astratte, come una versione antropomorfa dell’umana angoscia esistenziale. “Dicono che l’amore non veda con gli occhi ma con il cuore, per questo può trovarsi dove meno te lo aspetti”.

Date Everything! si presenta come una visual novel che rifiuta le logiche classiche del dating simulator, abbandonando il romanticismo convenzionale per basarsi invece su premesse narrative attuali con giusto un retrogusto di satira sociale. Il protagonista, un avatar senza nome, è infatti un lavoratore del sevizio clienti della multinazionale Valdivian che da un giorno all’altro viene sostituito nelle proprie mansioni dall’intelligenza artificiale, e che riceve per posta un pacco misterioso contenente un paio di occhiali chiamati “Dateviator” per iniziare un D.A.T.E (Directly Acknowledge a Thing's Existence) con i suoi oggetti domestici. 


Il game play ruota quindi attorno a un sistema di interazioni dialogiche tanto surreali quanto calibrate, in cui tutto ciò che ci circonda – sia esso un tavolino, un tostapane o il tempo stesso –, può diventare un interlocutore sentimentale con tratti caratteriali molto specifici. È sufficiente indossare gli occhiali e puntarli verso il nostro oggetto del desiderio per vederlo trasformarsi in una sua versione antropomorfizzata con personalità, opinioni, sogni e, ovviamente, problemi di comunicazione. 

Con oltre 100 potenziali partner, 70mila linee di doppiaggio e più di 1,2 milioni di parole, il gioco costruisce un universo conversazionale ramificato, in cui ogni relazione può evolvere verso finali differenti. Il risultato è un’esperienza di gioco piuttosto semplice dove grafiche 2D e ambientazioni 3D fungono da palcoscenico per una “commedia ontologica” dell’assurdo, che non esclude però momenti di autentica risonanza emotiva, complice anche il doppiaggio di alta qualità.


I dating game sono ormai una tipologia di gioco diffusa e consolidata, sempre più distante per temi e contenuti dalle formule standard dei progenitori giapponesi degli anni ‘80. Da quasi quindici anni il genere è esploso a livello internazionale con titoli indie che hanno saputo rinnovare l’idea stessa di dating simulator, abbracciando l’assurdo, il queer e il meta. L’amore, in questi game contemporanei, è fluido, straniante e spesso comico, come in Dream Daddy, che propone riflessioni queer sulla paternità, o Boyfriend Dungeon, dove i partner da sedurre sono delle vere e proprie armi da taglio. Date Everything! aggiunge a questo panorama un nuovo tipo di esperienza “postumana”, per assecondare quell’inesauribile bisogno umano di stabilire connessioni, forse anche con chi non ha né occhi né cuore, ma solo un timer programmabile.

Immagine di apertura: Date Everything!, courtesy Stream

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