NFT: all’asta l’opera di Banksy, a sua insaputa

Spike, attualmente di proprietà del tenore Vittorio Grigolo, verrà messa all’asta in versione NFT questo giovedì. Ma c’è il rischio che incorra in una causa legale. 

Da qualche mese ormai si parla molto di Spike, l’opera attribuita all’artista inglese Banksy, ora di proprietà del tenore italiano Vittorio Grigolo e presto in vendita in formato NFT sulla piattaforma ValuArt di cui lui stesso è co-fondatore. L’opera, un pezzo di muro staccato dalla barriera tra la Palestina e Israele, farebbe parte di una caccia al tesoro lanciata nel 2005 dall’artista nel territorio Palestinese, promettendo un certificato d’autenticità a chiunque l’avesse trovata. Non è molto chiaro come sia finita nelle mani del fondatore di ValuArt, che ad oggi vede lanciare la sua prima e unica asta online con niente di meno che quest’opera di Banksy. Non la “vera” e presunta opera però, ma soltanto una versione NFT, ovvero un clone identico in formato digitale, la cui metà dei profitti verrebbe devoluta in beneficenza. Ma a chi? E Banksy in tutto questo cosa c’entra? Niente, a quanto pare. Banksy a oggi non ha rilasciato alcuna dichiarazione e le informazioni sull'opera stessa sono  vaghe, o del tutto inesistenti. 

Difatti ciò che rimane dubbio è come sia possibile che l’artista abbia concesso al proprietario di svolgere questa operazione speculativa sul suo lavoro. Secondo le leggi del copyright infatti, i diritti di un’opera d’arte sono detenuti dal creatore e non dalla persona che al momento la possiede; ciò significherebbe che Banksy potrebbe intentare una causa legale nei confronti ValuArt e Vittorio Grigolo, se non dovesse aver autorizzato l’utilizzo a scopo lucrativo di Spike.

“Neither Banksy or Pest Control licence the artist’s images to third parties. Please do not use Banksy’s images for any commercial purpose, including launching a range of merchandise or tricking people into thinking something is made or endorsed by the artist when it isn’t.” sono le uniche parole del Pest Control Office, la società no-profit che si occupa ufficialmente di vendere e autenticare le opere di Banksy.

Attendiamo dunque di vedere come si concluderà l’asta o se il misterioso artista di Bristol ci stupirà nuovamente con una delle sue trovate. 

Immagine di apertura: ValuArt e la presunta opera di Banksy. 

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