Questo articolo è stato pubblicato in origine sul Diario di Domus 1048, luglio-agosto 2020.

“È una struttura che mette insieme tutto il mondo Pirelli: dalla formazione alle attività di welfare. Ci sono le palestre per i corsi di yoga, di mindfulness e di pilates. Poi le aule per i corsi e i seminari con finestre grandi come pareti. La mensa l’abbiamo trasformata in un vero ristorante. Nella bella stagione si può mangiare anche all’aperto, immersi nel verde che affaccia sul casino di caccia della famiglia Arcimboldi. Un posto unico, flessibile e sostenibile che coniuga perfettamente tradizione e modernità, due tratti tipici del brand Pirelli. Ecco, questo nuovo building ci rappresenta”. Tradisce un po’ d’emozione Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Pirelli, parlando a Domus del nuovo edificio Building Cinturato appena inaugurato in Bicocca. Più che una nuova sede aziendale, un vero e proprio upgrade delle relazioni tra azienda, società e ambiente. “Il nuovo edificio è un luogo di socializzazione contemporaneo. Un mondo che esprime identità, in cui la gente si possa riconoscere e ritrovare. Ora che il lavoro da remoto è parte della vita dell’azienda, un luogo così diventa un punto d’incontro e di scambio d’idee”.

Avete fatto una rivoluzione targata Pirelli?
Direi piuttosto un’evoluzione, come sempre nella storia di Pirelli. Da luogo di creazione e processo, l’azienda si sta trasformando gradualmente anche in un moderno punto di incontro.

Due aggettivi importanti, sostenibile e flessibile.
Definiscono lo spirito della selezione che abbiamo fatto fra sette studi di architettura. Tra questi, abbiamo scelto il progetto che ci convinceva di più. È stata una selezione fatta all’interno con i responsabili delle diverse funzioni: dalle risorse umane e da tutte le funzioni che hanno seguito la realizzazione del progetto.

Lei non è intervenuto durante il processo?
Ho cercato di lanciare l’idea e di coordinare le funzioni che hanno accolto e realizzato con entusiasmo il progetto. Un lavoro di team.

Torniamo alla sostenibilità e alla flessibilità.
La sostenibilità è sociale e ambientale, dimensioni che si coniugano sempre. Fanno entrambe parte della storia di Pirelli: come nella fabbrica che abbiamo realizzato a Settimo Torinese con Renzo Piano, dove gli spazi comuni hanno unito la vecchia fabbrica a un nuovo edificio, cercando sempre di fare dell’azienda un luogo dove non solo si lavora, ma si vive. Proprio come nell’headquarter di Milano che, in linea con questa filosofia, ha anche una biblioteca a disposizione dei dipendenti.

Azienda non come punto di produzione, ma di socializzazione.
Azienda che ovviamente produce, ma che è anche luogo d’incontro dove le persone devono trascorrere un tempo mai privo di qualità e, quando possibile, anche di bellezza. Un luogo di lavoro che è diverso da quello di ieri, dove solo i valori rimangono intatti. Il resto, come detto, si trasforma. Più flessibile negli spazi e negli orari e più a misura delle persone, che faranno meglio in un ambiente a loro più congeniale. Si supera l’idea classica dell’azienda. C’è la parte produttiva, sempre più automatizzata e con maggiore attenzione ai carichi di lavoro e agli orari. Poi ci sono gli uffici, dove la necessità di essere presenti fisicamente si riduce grazie alle nuove tecnologie.

Perché le aziende si riconoscono sempre più dalle aree comuni? Perchéall’aumentaredeivalorisimbolicidiminuiscono quelli fisici, le dimensioni, le strutture. Le persone, quando oltre a lavorare in un luogo si riconoscono e si sentono rappresentate da quello spazio, sono più serene. In questo, noi di Pirelli siamo fortunati perché abbiamo alle spalle una storia lunga quasi 150 anni.