Non è difficile ipotizzare che il sentimento corrente per cui la pandemia cambierà tutto, o meglio secondo cui la pandemia abbia cambiato il nostro futuro, non sia poi così vero. Anzi. A ragionare sulle cose, potrebbe la pandemia avere abbreviato le tempistiche di certi mutamenti e inferto un colpo letale a ciò che già traballava. È una delle cose che scrive Michel Houllebecq nella lettera alla radio France Inter. Ed è la medesima sensazione che si prova entrando nel mondo di Neo Cab, la visual novel pubblicata da Chance Agency nel 2019. Giocandolo durante la quarantena ho avuto la sensazione di essere restituito al futuro che mi era stato promesso ed è un futuro tutto tranne che incredibile anche oggi. Semplicemente, non è terrorizzato, ossessionato dal virus. Come probabilmente sarà anche il nostro futuro, a differenza di questa bolla presente.
Ma andiamo per ordine. Neo Cab è appunto una visual novel, ovvero una forma di narrazine ibrida, al confine tra videogioco, film, animazione e libro-game. Protagonista è Lina, che arriva a Los Ojos, città californiana che potrebbe essere un qualsiasi delle microcapitali tech della Silicon Valley di oggi, per fare la tassista – la compagnia si chiama appunto Neo Cab e le modalità di ingaggio non differiscono granché da quelle di Uber che conosciamo già. Ma Los Ojos è una città del futuro, completamente automatizzata, dove le auto sono senza pilota e tutto o quasi viene gestito dalla supermultinazionale del tech Capra. Lì avere un taxi è un atto di eversione, o poco ci manca. Lina incontra Savy, una sua vecchia amica, che le regala un braccialetto in grado di mostrare le emozioni di chi lo indossa attraverso una scala di colori, e poi sparisce. Da qui il giallo che fa da motore della storia, che segue tanti tipici cliché dell'hard boiled di matrice cyberpunk, tra furti di dati, personaggi rocamboleschi, frange radicali e tanti, tantissimi capsule hotel. Tutto molto intelligente, tutto molto ben raccontato.
Neo Cab ricondensa attraverso la lente dell'esagerazione fantastica proprio quel futuro che tutti ci raccontavamo fino all'inizio del 2020. Los Ojos è la metafora della città in cui il progetto e l'automazione di quel progetto hanno in sostanza vinto sulla vita a favore di una totale efficientizzazione. Fino al limite estremo di uno scenario in cui la tecnologia è in grado, come in un esperimento sociale novecentesco, di orientare le emozioni delle persone e convogliare le loro scelte, manipolando il libero arbitrio nella maniera più soddisfacente per cui alcuni grandi cambiamenti si realizzino o meno. Un modo di chiederci quanto siamo e saremo liberi, senza scadere nel complottismo delle fake news sul 5G che diffonde il Coronavirus. Il tutto presentato benissimo, con personaggi stravaganti, una interfaccia neon come si addice all'estetica dei nostri giorni (presenti e futuri), dialoghi tirati a lucido e tradotti in un numero impressionante di lingue. Un ottimo racconto morale, che dovrebbe spingerci a ricominciare a pensare al futuro come ce l'eravamo immaginato e soprattutto in maniera critica, uscendo dal vicolo cieco in cui ci siamo rinchiusi con il lockdown, sui nostri balconi a contare quanti runner passano e se sono opportunamente distanziati.
Neo Cab è disponibile su Apple Arcade, dove è stato provato per questo articolo, o si può acquistare su Steam e Nintendo Store per Switch.
