Il crudo realismo di Teresa Margolles al PAC

Violenza, ingiustizia sociale, odio di genere e marginalità: “Ya basta hijos de puta” esplora le tragiche conseguenze del crimine organizzato in Messico.

Una serie di fotografie di Teresa Margolles che ritraggono prostitute transessuali in posa su ex-piste da ballo di club demoliti di Ciudad Juárez in Messico (“Pistas de baile”, piste da ballo, 2016); un’installazione realizzata con 57 segmenti di spago annodati, residui dei fili utilizzati dopo le autopsie per ricucire i corpi di vittime non identificate (“51 Cuerpos”, 51 corpi, 2010); o ancora “PM10” (2012), una raccolta di 313 copertine del quotidiano messicano PM, dove annunci pubblicitari a sfondo sessuale sono affiancati a immagini di morti violente. Sono soltanto alcune delle 14 installazioni della personale “Ya basta hijos de puta” dedicata all’artista messicana Teresa Margolles in mostra al PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano fino al 20 maggio.

Teresa Margolles, Papeles (Fogli), 2003. 92 fogli, carta Fabriano dipinta con l’acqua usata per avare i corpi dopo l’autopsia 70x50 cm cad. Courtesy l’artista e Galleria Peter Kilchmann, Zurigo. Viste dell’allestimento al Nordiska Akvarellmuseet, Skärhamm, Svezia, 2011. Foto Kalle Sanner
Teresa Margolles, Pista de baile de la discoteca “Nancy’s”, 2016. Stampa su carta cotone. Prostituta transessuale in piedi sul pavimento della pista da ballo del club demolito a Ciudad Juárez, Mexico. Courtesy l’artista
Teresa Margolles, Pista de baile de la discoteca “Tlaquepaque”, 2016. Stampa su carta cotone. Prostituta transessuale in piedi sul pavimento della pista da ballo del club demolito a Ciudad Juárez, Mexico. Courtesy l’artista
Teresa Margolles, PM10, 2012. Installazione di 313 immagini di copertina del giornale PM di Ciudad Juárez, Messico, pubblicate nel 2010. Courtesy DZ BANK Art Collection, Frankfurt am Main. Vista dell’installazione: Kunsthaus Bregenz, Austria, 2013
Teresa Margolles, 51 cuerpos (51 corpi), 2010. Installazione, segmenti di fili usati dopo l’autopsia, ciascuno è stato utilizzato per ricucire i corpi delle vittime di morte violenta. Courtesy dell’artista e della Galleria Peter Kilchmann, Zurigo. Viste dell’allestimento a Frankfurter Kunstverein, Francoforte, Germania, 2014. Foto Norbert Miguletz
Teresa Margolles, Mundos (Mondi), 2016. Insegna al neon presa da un ex-bar a Ciudad Juárez, Messico, altoparlante. Courtesy l’artista e Galleria Peter Kilchmann, Zurigo
Teresa Margolles, Ajuste de Cuentas 6 (Regolamento di conti 6). Serie Ajuste de cuentas, 2007. Vetro intarsiato in oro, vetrina in legno e tecnica mista. Courtesy MUSAC Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León

Quella di Teresa Margolles è una riflessione artistica cruda, pungente e di profonda critica sociale che travolge lo spettatore. Con la sua potente voce di denuncia l’artista testimonia infatti le complessità della società contemporanea, indebolita dal dilagante crimine organizzato che sta lacerando in particolare modo il Messico, la sua terra natia nonché uno dei paesi ritenuti tra i più pericolosi al mondo. Attraverso sculture, installazioni, video e fotografie dallo stile minimale ma dall’impatto visivo intensissimo, Margolles narra la violenza, l’ingiustizia sociale, l’odio di genere, la marginalità.

Teresa Margolles, Pista de baile del nightclub “Irma’s”, 2016. Stampa su carta cotone. Prostituta transessuale in piedi sul pavimento della pista da ballo del club demolito a Ciudad Juárez, Mexico. Courtesy l’artista

Formatasi in medicina forense, Teresa Margolles (1963, Culiacán, Messico), è stata testimone diretta delle tragiche conseguenze della criminalità organizzata e del narcotraffico in Messico. Da anni si dedica a denunciare le violenza in quanto “atto politico”, non soltanto in ricordo delle vittime, ma anche e soprattutto al fine di coinvolgere e sensibilizzare il pubblico su tematiche spesso accantonate in quanto scomode. Margolles, che oggi vive e lavora tra Città del Messico e Madrid, ha rappresentato il Messico alla 53esima Biennale di Venezia nel 2009 e ha esposto presso musei e istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo, il Centro de Arte Dos de Mayo di Madrid, il Museo de Arte Moderna di Città del Messico e il Los Angeles County Museum of Art.

  • Ya Basta Hijos de Puta
  • Teresa Margolles
  • Diego Sileo
  • PAC
  • 28 marzo – 20 maggio 2018
  • Padiglione d’Arte Contemporanea, Via Palestro 14, Milano