Locanda La raia

deamicisarchitetti ha trasformato in locanda una vecchia osteria in Lomellina, con grande attenzione agli interni ma soprattutto riconnettendo l’edificio al paesaggio.

deamicisarchitetti, Locanda La raia, 2017
La Locanda La raia prende vita in un vecchio edificio abbandonato da circa 40 anni che un tempo fu una vecchia osteria dalle fattezze tipiche della tradizione locale, e che successivamente subì una serie di trasformazioni, ampliamenti e consolidamenti strutturali talmente incongrui da rendere irriconoscibile, per morfologia e per uso, il suo ruolo nel territorio.

Prima ancora di essere un progetto di architettura e di interni, la Locanda La raia è un progetto di paesaggio che cerca di ridefinire le relazioni tra oggetto e contesto a scala territoriale. La Locanda è situata sul bordo della “strada delle ville” a circa metà distanza tra Gavi e Novi Ligure.

La Locanda in questo contesto può essere a ragion veduta considerata un nuovo tassello che rinnova questa tradizione cambiando tuttavia le modalità della relazione: non più residenze che “usano” il territorio per la sua bellezza ma servizi e attività integrate che legano turismo (Locanda La raia), agricoltura (cantina La raia) e arte nel paesaggio (Fondazione La raia) in un unico sistema di valorizzazione del territorio.

 

Il progetto ha cercato di costruire fisicamente la relazione tra la strada e la Locanda tramite la rimodellazione del sito e la formazione di due giardini di diversa natura: da un lato il giardino delle erbe aromatiche (a forma di foglia) che, reinterpretando la tradizione del giardino all’italiana, regola le dinamiche, anche percettive, di accesso alla Locanda, e dall’altro il giardino “di raccordo” che, tramite l’uso di specie vegetali autocnone, regola la transizione tra gli spazi pertinenziali e le vigne. Quest’ultimo giardino è stato realizzato in conformità a un concept dei francesi Coloco, redatto sulla base delle teorie del paesaggista francese Gilles Clément, di cui sono allievi e collaboratori.

Un altro elemento di relazione territoriale riguarda l’uso del colore per le facciate. Allontanandosi completamente dalle tinte proprie della tradizione locale, la Locanda dialoga con il paesaggio assumendo le cromie che esso stesso esprime, così da considerare la natura naturale (i boschi), la natura artificiale (le vigne e le coltivazioni) e i manufatti umani (gli edifici), come parte di un unico quadro con sfumature (di verde) diverse, e quindi affermare, anche simbolicamente, che sono tutti parte di un unico ecosistema che li comprende.
deamicisarchitetti, Locanda La raia, 2017. Bottega
deamicisarchitetti, Locanda La raia, 2017. Bottega
Un’analoga attenzione alle dinamiche di relazione tra le varie parti è stata posta nella ristrutturazione integrale dell’edificio, con particolare attenzione al rapporto tra interno ed esterno. Le proporzioni del corpo di fabbrica sono state ridefinite tramite riempimenti e movimenti di suolo per recuperare un’identità più marcata e riconoscibile, nuove aperture, diverse per forme e dimensioni, hanno selezionato le viste più interessanti, e la stessa matrice tipologica è stata rovesciata trasformando il lugubre cavedio interno preesistente in un patio astratto attorno a cui ruota la nuova organizzazione degli spazi interni.

 

Il progetto architettonico e quello di interni sono stati guidati dal tentativo di realizzare una struttura dove fosse ben percepibile la cura e la stratificazione tipiche delle più belle residenze private. I dettagli architettonici, le componenti di arredo fisso e la gran parte degli accessori sono stati realizzati su disegno, e gli arredi e le componenti decorative sono state recuperate una ad una a cura della proprietà in prima persona, mescolando stili ed atmosfere antiche con quelle contemporanee, proprio come avviene nelle storie personali di ognuno per effetto della sedimentazione e contaminazione nel tempo di cose e ricordi. La visione e il gusto della proprietà hanno quindi conferito personalità e coerenza al tutto.

Il tema della sostenibilità, caro ai valori dell’azienda agricola di proprietà della famiglia Rossi Cairo, è stato interpretato non solo nei suoi requisiti energetici ma soprattutto nell’uso esclusivo di materiali naturali e riciclabili e nel perseguimento della politica del “kilometro zero” per la filiera di produzione. Questo approccio ha riguardato non solo il reperimento dei materiali da costruzione e di finitura, tutti provenienti da produzioni del circondario, ma anche la scelta di fornitori e mano d’opera locale, al fine di contribuire allo sviluppo della cultura del territorio e della sua economia, che peraltro è una delle finalità della Fondazione La Raia.

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