![](/content/dam/domusweb/it/notizie/2017/05/15/discreet_violence_architecture_and_the_french_war_in_algeria/gallery/domus-discreet-violence-02.jpg.foto.rmedium.png)
La mostra presenta solo un aspetto di queste trasformazioni territoriali: la costruzione di campi controllati militarmente, soprannominati centres de regroupement, nelle aree rurali algerine. Questi spazi sono la risultante della creazione di zone proibite – zone senza legge – e hanno generato massicci trasferimenti forzati della popolazione algerina. Le unità militari speciali chiamate Sections administratives spécialisées supervisionavano l’evacuazione delle zone proibite, la deportazione della popolazione, la costruzione di campi e costruzioni temporanee, la conversione di campi permanenti in villaggi, il monitoraggio dei civili. L’obiettivo era quello di isolare la popolazione algerina dall’influenza dei combattenti per la liberazione nazionale e impedire un possibile supporto psicoloogico e morale.
![Camp de regroupement a Taher El Achouet, Regione di Costantina, Algeria, luglio 1957 © Cuny, Claude / SCA / ECPAD Camp de regroupement a Taher El Achouet, Regione di Costantina, Algeria, luglio 1957 © Cuny, Claude / SCA / ECPAD](/content/dam/domusweb/it/notizie/2017/05/15/discreet_violence_architecture_and_the_french_war_in_algeria/domus-discreet-violence-05.jpg.foto.rmedium.jpg)
fino al 3 giugno 2017
Discreet Violence: Architecture and the French War in Algeria
a cura di Samia Henni
ETH Zürich
Stefano-Franscini-Platz 5, Hönggerberg