È esattamente questo che il fotografo Graziano Villa ha fatto con le architetture di Parigi in una mostra fotografica tributo alla città ferita.
Fatale è stato l’incontro con il segretario di Stato per l’Istruzione e la cultura di San Marino, davanti a una gigantografia della Torre Eiffel stampata su alluminio Dibond, durante una mostra dove esponeva le sue opere. In una manciata di minuti, è nata l’idea del tributo a Parigi.
Per decenni Graziano Villa ha ritratto personaggi di ogni genere, di ogni strato sociale e culturale, in tanti Paesi del mondo. L’ha fatto per riviste importanti come Ad-Architectural Digest, Capital, Amica, Dove, Class, Traveller, Fortune, Vanity-Fair.
In questo suo peregrinare in ogni angolo del pianeta, è sempre stato affascinato dalle grandi architetture che l’uomo ha costruito per lasciare nel tempo traccia del proprio passaggio e della propria esistenza. I nomi di tali icone sono scolpiti nella memoria collettiva e continuano a testimoniare l’audacia dell’ingegno umano: la Torre Eiffel, la Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza, le tragicamente famose Torri Gemelle del WTC, quelle di Kuala Lumpur, il Big Ben di Londra, il “Big Boy”, appena usciti dall’aeroporto di Oslo, il Castello Sforzesco di Milano, i Fiori di Metallo della Défense a Parigi, e così via.
Ha deciso di fare questo tributo, perché dobbiamo ricordarci della Francia e di Parigi, terra di libertà che, come San Marino, ha dato rifugio a tanti esuli.
Per Federico Fellini, il film si scriveva con la luce, lo stile si esprimeva con la luce. Sono partita da qualcosa che conosco molto bene per comprendere come architettura e fotografia, grazie alla luce, possano creare insieme un’unica opera d’arte, testimoniando ancora una volta l’indissolubile rapporto tra arte e fotografia. “Bisogna guardar lavorare la luce. È la luce che crea”.
Non è un concetto preso a caso, infatti il termine fotografia ha origine da due parole greche: phos (luce) e graphis (grafia), quindi letteralmente fotografia significa “scrivere con la luce”. Quando Graziano Villa ha pensato a questo “tributo a Parigi” ha pensato a un percorso di “luci e ombre” con uno stile da direttore della fotografia più che da semplice fotografo.
Nei suoi scatti, ha cercato di catturare la luce che l’architettura emana. Fotografare le architetture, gli permette di giocare con le ombre e i punti di vista, chiedendogli sempre un coinvolgimento attivo. L’uomo è volutamente assente nelle immagini in mostra a San Marino, mentre fa la sua comparsa il “silenzio”.
Fino al 30 settembre 2016
La grandeur di Parigi. Portraits of architectures
Palazzo Graziani
San Marino, Repubblica di San Marino
Curatrice: Francesca Fabbri Fellini
