L’inizio della svolta è L’altra metà dell’avanguardia (Palazzo Reale, Milano, 1980) di Lea Vergine che, come oggi scrive nel catalogo de La grande madre, prende avvio “nel 1975 quando La Libreria delle donne di Milano, con Luisa Muraro, Lia Cigarini e Corrado Levi, mi chiese di presentare una cartella di artiste donne. Rimango un po’ perplessa, scrivendo per la prima volta su nove artiste insieme, tra le quali Carla Accardi, Dadamaino, Amalia del Ponte, ma comincio a prender coscienza di separazioni terrificanti…” Così, poco dopo decide “di vedere come si sono comportate le artiste che, all’interno dei gruppi d’avanguardia, avevano uno spazio parallelo e non erano mimetiche nei riguardi dei compagni”. Una scelta che ha avuto un’influenza decisiva per la libertà delle artiste.
Nel ’78, quando inizia a lavorare all’Altra metà dell’Avanguardia, Lea Vergine ricorda che “le femministe militanti, quelle che lavoravano nella politica, non sapevano nulla delle pittrici e delle scultrici e le artiste, tranne Carla Accardi, non sapevano niente, o poco, dell’accesa polemica femminista”.
È vero, sono state le scrittrici, Jane Austen, Virginia Woolf e un’intera letteratura, che hanno camminato accanto alle battaglie politiche. E tuttora resiste una specie di passiva accettazione del rapporto tra pensiero delle donne e arte visiva. Ma oggi le artiste sono tantissime, le loro opere sono dappertutto. Creano, guardano, interpretano. Cambia tutto. Il loro sguardo rimane loro anche quando guardano le opere degli uomini, non hanno bisogno di immaginarsi neutre per giudicare l’arte.
“È un momento positivo e dalla Libreria delle donne di Milano ho ricevuto il testimone per continuare il progetto della “Quarta Vetrina”, iniziato quindici anni fa, con il trasferimento dalla storica sede di via Dogana 2 in via Pietro Calvi.
Voglio mettere in pratica quello che ho vissuto con il movimento delle donne, quello che ho visto nell’arte e inventare insieme una vetrina di pensieri, affetti, immagini in relazione con i libri, gli incontri, le parole che in questi quarantanni hanno costruito lo spazio fisico, ideale, politico della Libreria.
La vetrina sarà illuminata anche di notte, in modo che per chiunque passa di lì, in macchina, o a piedi, diventi un punto di orientamento.
Le artiste si alterneranno ogni 30/40 giorni. Ognuna creerà un’immagine in piccola tiratura che di volta in volta sarà venduta singolarmente, ma farà poi parte di una cartella dedicata alla Libreria delle Donne di Milano. Mi auguro che porti all’arte altrettanta fortuna di quella del ’75, presentata da Lea Vergine.”, dice la curatrice Francesca Pasini.
dal 28 ottobre 2015
Marta Dell’Angelo
Caryatids
Libreria delle Donne
via Pietro Calvi, 29 Milano
