Grow it yourself

La mostra al PAV di Torino raccoglie una serie di esperimenti in cui la produzione agricola traccia un rapporto costitutivo tra pratiche artistiche e abilità sociali.

La mostra collettiva “Grow it yourself”, al PAV di Torino, si concentra su alcune recenti esperienze internazionali di forme cooperative di riproduzione sociale e del comune: dalle pratiche collettive del farming, alle organizzazioni comunitarie, dal sistema delle fattorie, al crescente movimento degli orti urbani, l’esposizione raccoglie una serie di esperimenti in cui la produzione agricola, nell’autogestione delle risorse naturali e le sue conseguenze sulle politiche alimentari, traccia un rapporto costitutivo tra pratiche artistiche e abilità sociali.

Gli esperimenti sociali raccolti nella mostra affermano, nelle loro articolazioni e nella messa in campo di micropolitiche al confine tra pratiche artistiche e arti rurali, come oggi l’agricoltura possa divenire terreno di resistenza a partire dal quale tessere soggettività collettive.

In apertura: Futurefarmers (Fondato nel 1995 da Amy Franceschini, Anya Kamenskaya, Stijn Schiffeleers, Michael Swaine e Lode Vranken), This is not a trojan horse, 2010. Video, color, 15’29” Qui sopra: Myvillages, (Fondato nel 2003 da Kathrin Böhm, Wapke Feenstra, Antje Schiffers), The International Village Shop, 2007 – ongoing, Shop

L’esposizione si sviluppa attraverso la ricerca dei collettivi Futurefarmers, Myvillages, Inland-Campo Adentro (ideato da Fernando Garcia-Dory con differenti artisti partecipanti) e, infine, tramite un inedito contributo di Piero Gilardi. Esperienze, situate tra pratiche artistiche e agricole che, volontariamente, si propongono come alternative ai modelli dominanti del capitale e alla logica consumistica del mercato neoliberale, dei grandi apparati della distribuzione e i loro effetti sulla società contemporanea e sull’ambiente, sia fisico che sociale, fino all’affermazione della “sovranità alimentare”, in un processo di riavvicinamento alla terra e di “urbanizzazione rurale”.

Infatti in “Grow It Yourself” vengono indagate le politiche agro-alimentari e le dinamiche della produzione, i rapporti di potere che regolano i modi e le forme attuali in cui un prodotto della terra possa diventare cibo. L’educazione alimentare e la salute individuale e collettiva non sfuggono certo alla prospettiva conflittuale sui beni comuni. Tale è lo spazio in cui si colloca la mostra, che, a partire dall’etica e dalle pratiche Do it yourself mette in discussione le dinamiche monopolistiche della grande distribuzione agricola a favore dell’autoproduzione, quale pratica indispensabile se vogliamo recuperare il controllo sulla produzione alimentare, rigenerare l’ambiente e provvedere alla sussistenza.

Inland-Campo Adentro, Mario Garcia Torres, 1975, Monclova, Mexico. Vive e lavora a Città del Messico. Malpartida, 2013. Progetto

Il collettivo Myvillages (fondato da Kathrin Böhm, Wapke Feenstra e Antje Schiffers nel 2003) interviene in mostra con il risultato di veri e propri sforzi collettivi, con i lavori Made in Zvizzchi, Company. Movements, Deals and Drinks, I like being a farmer and I would like to stay one. Sarà inoltre presente un’esposizione dei prodotti acquistabili nei “punti vendita” della serie The International Village Shop, progetto in cui la creazione artistica interviene direttamente tra le maglie dei rapporti di produzione e di commercio. I Futurefarmers (Amy Franceschini, Anya Kamenskaya, Stijn Schiffeleers, Michael Swaine e Lode Vranken) presentano la documentazione video di alcuni lavori realizzati in situ nel corso degli anni. La mostra ospiterà Erratum: Brief Interruptions in the Waste Stream, Soil Kitchen, Annual Harverst e This is Not a Trojan Horse, esposto sia in forma video, sia in forma scultorea, realizzata grazie alla collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Piero Gilardi, Ecoagorà, 2015

Fernando Garcia-Dory presenta il lavoro condotto in Spagna nell’ambito del progetto Inland – Campo Adentro, nato dall’esigenza di stimolare nel contesto metropolitano un dibattito in merito alle tematiche e le urgenze dell'ambiente rurale. L'esplorazione del territorio spagnolo diventa lo stimolo per ripensare nuove strategie per vivere la campagna e la città, abbattendo la visione dicotomica che caratterizza il rapporto tra esse. La pratica artistica, in questo senso, vuole porsi come chiave per la transizione della società verso un futuro più sostenibile. Fernando Garcia-Dory ha elaborato una panoramica di questo articolato progetto appositamente per Grow it yourself, in cui saranno presenti i lavori di Mario Garcia Torres, Susana Velasco e del duo Espada y Monleon.

Piero Gilardi, Ecoagorà, 2015. Durante l'inaugurazione della mostra il 12 giugno

Infine Piero Gilardi propone Ecoagorà, installazione che consiste in un piccolo anfiteatro ottagonale di legno, luogo di discussione e confronto, che ospita, oltre alle persone, oggetti simbolici della riconversione ecologica (attrezzi per l’agricoltura biologica, alimenti e manufatti creativi) e che ha come sfondo immagini emblematiche del disastro ecologico. Ecoagorà non si limita al mero piano della rappresentazione, ma sarà fattualmente teatro degli incontri e dei dibattiti che la struttura vuole evocare. Nel corso della stagione estiva, infatti, il PAV ospiterà intellettuali, artisti e figure provenienti dal mondo rurale (tra cui Christian Marazzi, Silvia Federici, ecc), in un susseguirsi di momenti di riflessione stimolati dalle tematiche affrontate dalle opere in mostra.


fino al 18 ottobre 2015
Grow it yourself
a cura di Marco Scotini
PAV Parco Arte Vivente
via Giordano Bruno, 31 Torino