I più popolari questo mese

Careof accoglie nei suoi spazi la rassegna di arte contemporanea lettone progettata per il padilglione della Lettonia a Expo, cancellato all’ultimo momento.

Vincent J.F. Huang, <i>Crossing the Tide</i>, Tuvalu Pavilion, 2015. © Vincent J.F. Huang
Per questo weekend vi proponiamo la lettura dei quindici post che questo mese vi sono piaciuti, e di quelli che invece hanno suscitato le vostre critiche.


– All’HangarBicocca “Casino”, la prima mostra personale in Italia di Damián Ortega, offre uno sguardo sulle differenti espressioni artistiche utilizzate, oltre a una performance inaugurale.

– Un campo verticale composto da piastrelle modulari coltivate riveste il fronte principale del Padiglione Israeliano a Expo, progettato da Knafo Klimor Architects.

– Cadaval & Solà-Morales ha costruito di fronte al mar Mediterraneo della Costa Brava la Sunflower House, una casa che è anche un collettore solare, come un enorme girasole, composta da piccole unità diversamente orientate a inquadrare il paesaggio mozzafiato.

– Alla Galleria Continua di San Gimignano, le opere del grande artista anglo-indiano Anish Kapoor evocano contemporaneamente un ventaglio d’immagini opposte tra loro, come l’imminente arrivo di un cataclisma e, allo stesso tempo, il richiamo di una balena che vuole avvicinare a sé i propri piccoli.

– Con il nuovo Centro Natatorio di Brescia Camillo Botticini sfida la logica secondo cui gli impianti sportivi sono oggetti introversi e slegati dal contesto, realizzando un’architettura urbana massiccia, un blocco di Klinker bruno cangiante tagliato da profonde fenditure.

– Rem Koolhaas ha trasformato una distilleria risalente agli anni Dieci del Novecento nella nuova sede permanente della Fondazione Prada a Milano, caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica in cui interagiscono nuovo ed esistente.

– Nella Timber House progettata da Kühnlein Architektur in Baviera due strutture spioventi unite da una successione di lamelle in legno creano due cortili all’esterno e un ambiente confortevole all’interno.

– Per divulgare tematiche legate ai cambiamenti climatici, l’artista taiwanense Vincent J.F. Huang concepisce per il Padiglione di Tuvalu alla Biennale di Venezia un’installazione che sfida la nostra esperienza del paesaggio.

– Nel suo progetto di tesi To eat or to be eaten – A guide to cannibalism Antonio Cascos Chamizo affronta la mancanza di risorse, la sovrappopolazione e la questione del consumismo proponendo una soluzione provocatoria.

– Malwin Béla Hürkey e Lennart Engelmann hanno lavorato insieme per creare il marchio per il servizio di ristorazione Studio Majoran, fondendo tradizione tedesca e giapponese.

– Nel London Festival of Architecture 2015 l’Irlanda è stata scelta come il paese da valorizzare. Il Red Pavillion di Clancy Moore, Steve Larkin e Taka è parte di questo programma.

– Il giovane studio slovacco Nice Architects ha presentato al Pioneers festival di Vienna Ecocapsule, il primo prototipo funzionale della micro casa indipendente a basso consumo energetico.

– Con Asylum, il suo ultimo intervento urbano a New York lo street artist HotTea prova a far riaffiorare sentimenti inconsci e dimenticati e affronta la questione della diversità.

– In un piccolo villaggio catalano Vora ha progettato l’ambulatorio medico: un semplice volume in cemento integrato nella topografia del paesaggio e aperto a esso con grandi finestre.

– La ricerca di Paolo Ulian e Moreno Ratti sulle possibilità di una marmetta 40x40 cm si arricchisce con Little Gerla, una collezione di vasi leggerissimi, dalla texture naturale.

 

In apertura: Vincent J.F. Huang, Crossing the Tide, Tuvalu Pavilion, 2015. © Vincent J.F. Huang

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