Rebel Architecture

La serie di Al Jazeera English ‘Rebel Architecture’ racconta, in sei episodi, il lavoro degli architetti che in tutto il mondo sfuggono al fascino dell'architettura da star e ​​usano il progetto per affrontare le crisi urbane, ambientali e sociali del mondo.

Rebel Architecture, Jasmeen Lari
La serie 'Rebel Architecture' di Al Jazeera svela architetti altri che rifuggono il fascino dell'architettura delle star e utilizzano il design per affrontare le crisi urbane, ambientali e sociali del mondo.

Nel 2010, la popolazione urbana mondiale ha raggiunto il picco, superando il numero di persone che vivono in zone rurali. Ma questo clamoroso cambiamento ha coinciso con un'impennata dell'inquinamento, uno spettacolare aumento della disuguaglianza globale, e la crescita esplosiva degli insediamenti informali. I sei architetti raccontati in 'Rebel Architetcture' sono disposti ad affrontare questi problemi a testa alta, anche se questo significa essere scacciati dall'establishment architettonico.

"Questa serie mette in discussione le nostre concezioni di architettura e design, e il modo in cui li copriamo nei media", ha detto Giles Trendle, Direttore dei programmi di Al Jazeera English.

 

La prima parte, 'Guerrilla Architect, è stata incentrata su Santiago Cirugeda, che ha dedicato la sua carriera a rivendicare spazi urbani per il pubblico. In Spagna, dove lo Stato a causa dell'austerità si è ritirato e circa 500.000 nuovi edifici sono vuoti, "la gente sta facendo le cose a modo suo", dice Cirugeda.

Con la sua conoscenza approfondita della legislazione urbanistica, Santiago non ha paura di "occupare" gli spazi abbandonati e usare la sua conoscenza della legge per consentire la costruzione della comunità. "L'autocostruzione non è stata legalizzata in Spagna, così che qualsiasi architetto si impegni su questo problema deve assumersene la responsabilità civile e penale", dice, riferendosi ai problemi logistici che deve affrontare mentre lavora ai margini della legge. "A volte facciamo cose che sono illegali, ma non stiamo facendo male a nessuno. Al contrario, stiamo facendo in modo di beneficiare più persone. La decisione di lavorare ai margini significa un approccio diverso. I suoi edifici sono spesso costruiti velocemente, strutture mobili realizzate con materiali riciclati. Il punto è che hanno una funzione sociale, che Santiago pensa che l'architettura contemporanea abbia perso di vista nella sua ossessione per l'estetica.

 

Il secondo episodio, 'The Traditional Future' racconta il lavoro di Yasmeen Lari, prima donna architetta del Pakistan. Ha iniziato a lavorare con la progettazione di grandi edifici come il Pakistan State Oil Building, ma quando dopo le inondazioni del 2010 gli aiuti non si sono concretizzati, ha studiato e ripreso in mano tecniche tradizionali per progettare edifici a prova di alluvioni e terremoti per gli abitanti di regioni remote.

Yasmeen Lari è uno dei fornitori di maggior successo di rifugi in caso di catastrofe in tutto il mondo, avendo costruito oltre 36.000 case per quelli colpiti da inondazioni e terremoti in Pakistan dal 2010. Evitando le case fragili, prodotte in massa, offerte da organizzazioni internazionali usa tecniche vernacolari e materiali locali come la calce e il bambù, a bassa impronta di carbonio e abbastanza semplici perchè le persone se le costruiscano da sé.

Con questo spera di dimostrare il ruolo che l'architettura può svolgere negli aiuti umanitari. "Spesso dico ai miei colleghi, non dobbiamo trattare le famiglie colpite da disastri come indigenti che necessitano di carità, ma con dignità."

 

Il 1° settembre, Eyal Weizman spiega il ruolo fondamentale dell'architettura nell'occupazione israeliana della Palestina e l'evoluzione della guerriglia urbana.

In un viaggio attraverso gli insediamenti e le strade della Cisgiordania e lungo il muro di separazione, Eyal Weizman dimostra come l'architettura è fondamentale per l'occupazione israeliana della Palestina. "L'architettura e l'ambiente costruito sono una sorta di violenza lenta. L'occupazione è un ambiente che è stato concepito per strangolare comunità palestinesi, villaggi e città, per creare un ambiente che sia invivibile per la gente del posto", dice Weizman.

Israeliani e palestinesi spiegarno cosa si prova a vivere in un paesaggio dove tutto, dai muri e strade, terrazze e acque reflue, insediamenti e sorveglianza sono progettati per garantire la separazione dei due popoli, mantenendo allo stesso tempo il controllo.

Il lavoro di Weizman sull'architettura di occupazione lo ha portato a comprendere il ruolo della disciplina nella moderna guerriglia urbana. Visitando Nablus e Jenin, spiega come l'esercito israeliano sia pioniere di un nuovo tipo di moderna guerriglia urbana attraverso la sua profonda comprensione dell'architettura. Ma Weizman ha trovato un modo per l'architettura di resistere; il suo ultimo progetto, Forensic Architecture, utilizza in modo innovativo le tecnologie architettoniche e visive di presentare l'architettura come prova per l'accertamento dei diritti umani e dei crimini di guerra.

 

‘Greening the City’: Vo Trong Nghia tenta di far tornare il verde nelle città soffocate del Vietnam e di progettare case a buon mercato per coloro che sono esclusi dalla rapida crescita del Paese. La missione dell'archtetto è quella di trasformare l'atteggiamneto del Paese verso l'architettura e gli spazi urbani attraverso i suoi edifici ambientalmente sostenibili.

"I paesi asiatici non hanno le conoscenze per creare un'architettura che si adatta al loro clima." Mentre il Vietnam fa una corsa folle per la crescita e lo sviluppo, Nghia sta difendendo la necessità di spazi aperti, cercando di portare chiazze di verde nel cemento, vetro e acciaio che dominano i paesaggi urbani. I suoi edifici incorporano piante e alberi, e comprendono elementi di progetto come la ventilazione naturale al posto della costosa aria condizionata. Il film segue Vo Trong Nighia, che non lavora solo per i ricchi, mentre cerca di trovare sostegno per la sua visione di una città verticale; e allo stesso tempo di implementare soluzioni abitative a basso costo per coloro che sono maggiormente colpiti dalla crisi degli alloggi urbani in Vietnam.

"Se l'attuale modo di pensare non cambia, prima o poi i cittadini saranno vivranno in giungle di cemento. Per un architetto contemporaneo, la missione più importante è quella di riportare gli spazi verdi sulla terra.", dice Nghia.

 

‘Working on Water’ racconta il progetto dell'architetto nigeriano Kunle Adeyemi di edifici galleggianti per risolvere i problemi di allagamento e di occupazione delle terre che colpiscono centinaia di migliaia di persone nelle città costiere africane, tra cui i 85.000 abitanti della baraccopoli Makoko nella capitale nigeriana Lagos.

Adeyemi prevede una città di palazzi galleggianti che, al sicuro da alte maree, consentirebbero ai residenti della baraccopoli di rimanere all'interno della loro comunità, e allo stesso tempo migliorare la qualità della loro vita.

Il suo studio – fondato nel 2010 con sede a Lagos e Amsterdam – ha creato un prototipo facile da costruire, sostenibile, a basso costo per un edificio galleggiante, uno dei quali è già ambito da una scuola sovraffollata nella zona. Ma pur avendo vinto numerosi premi, sta ancora lottando per ottenere l'approvazione da parte delle autorità per estendere il prototipo.

A diverse centinaia di chilometri di distanza, a Port Hartcourt, in un paesaggio simile, Adeyemi sta lavorando a una stazione radio galleggiante per una ONG della comunità, ma il governo regionale vuole riqualificare la zona e ha un piano multi-miliardario che prevede lo spostamento dei suoi abitanti anzichè migliorare le condizioni di vita nelle baraccopoli.

 

Per l'ultimo episodio, 'The Pedreiro and the Master Plan', Rebel Architettura va in Brasile per incontrare il "pedreiro" Ricardo De Oliveira – un vero e proprio architetto ribelle. Da autodidatta, e utilizzando gli strumenti più elementari, ha costruito oltre un centinaio di case, tutte nella sua comunità locale di Rocinha – la più grande favela del Brasile, situata proprio nel centro di Rio de Janeiro.

Lavorando su una varietà di progetti in tutta la favela, tra cui la sua casa, Ricardo spiega come questi semplici edifici soddisfino le esigenze sociali e di bilancio dei suoi clienti. Ma, mentre la città si prepara per i Mondiali di calcio la vita a Rocinha sta cambiando.

Il nuovo profilo del Brasile sulla scena mondiale ha anche portato a un afflusso di urbanisti, architetti, ONG e ben intenzionati, tutti con l'obiettivo di "migliorare" le condizioni fisiche delle favelas, che portano con sé la minaccia molto reale della gentrificazione. Luis Carlos Toledo, l'architetto del master plan per la rigenerazione del governo di Rocinha, è stato considerato un radicale per aver lavorato sull'urbanizzazione della favela molto prima che diventasse di moda e sostiene che le condizioni di vita dei residenti possono e devono essere migliorate – ma anche lui comincia a mettere in discussione i benefici di un sistema di funivia di quelli che attirano l'attenzione, mentre migliaia di residenti sono ancora senza accesso all'istruzione o all'assistenza sanitaria. La battaglia per il futuro delle favelas del Brasile, è accesa.


Rebel Architecture
Al Jazeera English

Guerilla Architect (Spagna): 22,30 GMT, lunedì 18 agosto
A Traditional Future (Pakistan): 2230 GMT, lunedì 25 agosto
The Architecture of Violence (Israele/Palestina): 22,30 GMT, lunedì 1 settembre
Greening the City (Vietnam): 22,30 GMT, lunedì 8 settembre
Working on Water (Nigeria): 22,30 GMT, lunedì 15 settembre
The Pedreiro and the Master Planner (Brasile): 22,30 GMT, lunedì 22 settembre

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