arcVision Prize

È Ines Lobo la vincitrice della seconda edizione dell'arcVision Prize – Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi Group.

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L’architetto portoghese di Lisbona Ines Lobo ha vinto l’arcVision Prize – Women and Architecture 2014, premio che Italcementi dedica all’architettura al femminile e che, in occasione dei suoi 150 anni, ricorda Lina Bo Bardi nel centenario della nascita.
L’architetto portoghese è stato scelto dalla Giuria composta quest’anno da Shaikha Al Maskari (membro del Consiglio Direttivo dell'Arab International Women's Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Odile Decq, Louisa Hutton (socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Maniratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Kazuyo Sejima (titolare con Ryue Nishizawa dello studio d’architettura SANAA di Tokyo), Benedetta Tagliabue (socia fondatrice con Enric Miralles dello studio d’architettura EMBT di Barcellona), Martha Thorne (direttore Pritzker Prize), Elena Zambon (presidente dell’azienda farmaceutica Zambon).
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Ines Lobo, Facoltà di Arte e di Architettura di Evora, Portogallo
L’arcVision Prize punta a sostenere l’innovazione e la sostenibilità dei progetti e delle realizzazioni presentate, con una particolare attenzione per gli standard di innovazione tecnologica, qualità ambientale, economia delle risorse, responsabilità sociale, ricerca funzionale ed estetica.
Ines Lobo ha fondato il suo studio nel 2002. Nella sua architettura ha un ruolo importante la riconversione degli edifici, dove trova l’opportunità di distaccarsi dai modelli del modernismo classico. Tra questi progetti, principalmente rivolti al settore pubblico in Portogallo, spicca la Facoltà di Arte e di Architettura di Evora. Ispirandosi alla preesistente architettura industriale e ai suoi elementi, Lobo ha definito le strategie da utilizzare per la nuova costruzione. Il suo lavoro, anche se basato su edifici del passato, parla un linguaggio dichiaratamente contemporaneo e proiettato nel futuro. Per l'edificio che ospita gli uffici della Ferreira Construction, Lobo è riuscita a realizzare un perfetto connubio tra l’esistente, il verde circostante e il nuovo fabbricato. L'impiego di un materiale traslucido che filtra e insieme lascia entrare la luce nel nuovo edificio ha dato vita a una facciata singolare, il cui aspetto muta a seconda delle ore del giorno e della notte.
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Ines Lobo, Facoltà di Arte e di Architettura di Evora, Portogallo
La Giuria, coordinata nel corso delle sessioni di lavoro da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio, ha inoltre assegnato menzioni d’onore all’austriaca Anna Heringer, titolare di uno studio d’architettura a Laufen in Germania, all’indiana Shimul Javeril Kadri e alla progettista cilena Cecilia Puga.

Anna Heringer cerca di coniugare la visione di una responsabilità sociale e culturale dell’architettura, considerata anche come strumento per sensibilizzare il pubblico degli utilizzatori ai propri diritti alla qualità di vita attraverso la qualità degli edifici. Le realizzazioni più emblematiche di questa visione sono in Bangladesh il Training Center di Rudrapur, dove sperimenta l’utilizzo di tecniche “povere” e intelligenti soluzioni per una sostenibilità integrata, e in Cina un piccolo progetto per l’ospitalità: due ostelli per giovani uomini e donne e una guest-house, che rielaborano tecniche costruttive locali (pietra e mattoni di terra cruda) in forme ispirate alla tradizione, reinterpretata con l’uso del colore e della luce.

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Anna Heringer, Training Center di Rudrapur, Bangladesh Photo: © Naquib Hossain
Shimul Javeri Kadri si contraddistingue per un linguaggio eclettico, che va dalla citazione di elementi della tradizione indiana (come la terracotta impiegata per la copertura di una fabbrica a Karur) all’elegante declinazione del linguaggio modernista negli uffici per la Nirvana Film, una delle sue realizzazioni più conosciute. Questa “ispirazione flessibile” le permette di sviluppare ambienti di lavoro innovativi e allo stesso tempo confortevoli, per conciliare esigenze dell’impresa e bisogni dei lavoratori.
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Shimul Javeri Kadri, Nirvana Film

Cecilia Puga è la prima progettista sudamericana (non brasiliana) che viene nominata per l’arcVision Prize e rappresenta il Cile, una delle aree geopolitiche con il più interessante sviluppo di una nuova generazione di architetti autonomi dal mainstream internazionale. Più che all’estetica di superficie, Puga è interessata a soluzioni strutturali che diano maggiore libertà e flessibilità agli edifici. Poetica ed ironica l’ispirazione di una delle sue prime opere, la Casa di Vacanze a Baia Azul composta in un gioco di coperture invertite.

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Cecilia Puga, Casa di Vacanze a Baia Azul

Il Premio consiste in un workshop di ricerca della durata di due settimane presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo, e nel riconoscimento di un premio di natura economica, con l’auspicio di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale.

Al termine del periodo di workshop la vincitrice racconterà la sua esperienza nel corso di una lecture, presso i.lab, durante la Settimana del Mobile di Milano, nell’ambito della serie di incontri “Millennium” organizzati da Italcementi Group.

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arcVision Prize, la giuria al lavoro

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