La collezione è nata durante un periodo sabbatico, nel quale Pita ha trascorso alcuni mesi fuori città. "La prima lampada l'ho realizzata nel 2008 ed è ancora nella mia stanza", spiega il designer. "Amo il processo naturale delle cose per cui lascio intatti anche i 'difetti'".
"Ho imparato a lavorare il legno per realizzare lampade insieme con mio padre, che è un artista. Ho dovuto imparare a potare un albero nel periodo giusto dell'anno, a scegliere il ramo giusto, a calcolare l'angolo e la distanza del taglio, in modo da non danneggiare l'albero stesso", continua Pita, descrivendo il processo artigianale che sta dietro alla creazione di ogni lampada. "Una volta a terra, ho messo il ramo nella giusta posizione e ho rimosso la corteccia mentre il ramo era ancora fresco e morbido. A questo punto, sono passato a dare la forma, alla levigatura e alla cura dei dettagli; l'intero processo avviene prima che il ramo si asciughi completamente, perché altrimenti il legno di agrifoglio è estremamente difficile da lavorare. È importante conoscere le dinamiche esatte del materiale".
In ogni lampada, un filo elettrico rivestito di tessuto rosso o marrone attraversa il ramo, ricordando, come spiega Pita, "il sangue che è una sorgente di vita". Di medie dimensioni, la serie di lampade Bichos è free-standing e cerca di minimizzazione il ciclo di vita dei rifiuti: i rami di scarto, trasformati in lampada, sarebbero stati in alternativa legna da ardere.
