Ponti oltre a essere uno dei primi architetti globali del Novecento, con edifici realizzati e progettati in Italia e in Europa, ma anche in paesi extraeuropei, da Hong Kong a Denver, da Bagdad a Caracas, da San Paolo a New York, è anche un designer riconosciuto a livello internazionale quanto un noto teorico e critico dell'architettura. Alla suo genio sono legate le nascite di Domus e della storica pubblicazione "Stile", come un largo impegno nella ricerca dei legami tra l'architettura e le arti, compresa la loro promozione ed esposizione, che portò alla creazione della Prima Mostra Triennale di Milano nel 1933 e nel coordinamento di molte delle edizioni successive.
L'esposizione alla Triennale di Milano vuole portare all'attenzione la ricca e complessa creatività pontiana che ha inizio negli anni venti con la direzione artistica della società Richard-Ginori e si dipana per circa settant'anni nel campo dell'architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica, senza dimenticare la ricerca e la comunicazione svolte nel campo delle arti.
Espressioni di Gio Ponti
Attraverso oltre 250 tra disegni e dipinti, ceramiche e maioliche, mobili e oggetti, studi e modellini, la mostra curata da Celant rende omaggio all'architetto milanese.
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- 05 maggio 2011
- Milano
In questo composito universo, la mostra vuole rendere simbolicamente esplicita la presenza di Ponti a Milano, attraverso alcuni modelli di studio e/o disegni relativi al primo edificio per la società Montecatini (1936), al grattacielo Pirelli (1956-1960), alla Chiesa progettata per l'ospedale San Carlo (1966), tra gli altri.
L'apporto dell'architetto alla sua città si completa con la rassegna di progetti italiani e
internazionali con un focus particolare sull'asse Italia-America, sia attraverso il lavoro
di Ponti dedicato agli arredi delle navi transoceaniche, sia attraverso la citazione della
Finestra arredata, un nuovo tipo di serramento realizzato tra il 1953 e il 1954, inteso
come un omaggio a Philip Johnson e prodotto in forma di prototipo dalla società
newyorchese Altamira.
I legami con gli Stati Uniti sono anche forieri di commesse architettoniche realizzate o
progettate, dall'Auditorium del Time & Life Building di New York (1959) al Denver
Art Museum (1971), alla cattedrale di Los Angeles (1967), che in mostra si aggiungono
a noti progetti quali l'Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma (1954), la chiesa di San
Carlo Borromeo a Milano (1966) e la Cattedrale della Gran Madre di Dio a Taranto
(1970).
L'esposizione si completa con il display del modo di comunicare di Ponti attuato in
scritti, dipinti, disegni raccolti in uno studio simbolico in cui si colgono i rimandi ai
progetti realizzati e una dimensione intima e della persona, attraverso i filmati e le
interviste.
L'allestimento è curato dallo Studio Cerri & Associati di Milano. La mostra è frutto
della collaborazione con musei e collezioni pubbliche e private, italiani e internazionali,
che hanno generosamente prestato il loro prezioso materiale.
6 maggio – 24 luglio 2011
Espressioni di Gio Ponti
A cura di Germano Celant
Triennale di Milano