In fondo, il nodo del problema scaturisce da due visioni del mondo che si pongono, l'una rispetto all'altra, come due opposti contrari, tra i quali, pertanto, non è possibile alcuna mediazione. Così, basandosi sulla propria visione del mondo, le persone che nella necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu riconoscono un patrimonio si sono opposte fortemente a coloro che in quella stessa necropoli vedono solo “un'area misurabile”, tanti metri cubi di terra ad uso abitativo al centro di una ridente città sul mare. Il che, tradotto in termini economici avrebbe portato denaro, tanto denaro e una violenta colata di cemento avrebbe raso al suolo un'area archeologica di valore inestimabile, facendo sorgere al suo posto un complesso edilizio, ancor più appetibile vista la sua posizione privilegiata, un colle che guarda alla città. Gli abitanti del quartiere conoscono già questa storia per averla vissuta nel tempo, quando i palazzoni hanno sostituito le eleganti ville sorte in viale Sant'Avendrace agli inizi del Novecento e le case basse dei pescatori, che conferivano una forte identità visiva a quel luogo. Ma torniamo alla necropoli, perché ad oggi il pericolo sembra scampato. È stato però necessario l'intervento del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, stabilendo che ogni nuova autorizzazione a costruire all'interno dell'area che ospita la necropoli fenicio-punica dovrà essere valutata secondo le procedure del Codice Urbani. Una sentenza, quest'ultima, che afferma che ogni decisione relativa al colle d'ora in avanti dovrà preventivamente passare attraverso la Soprintendenza e che quindi sancisce la fine delle speculazioni edilizie su Tuvixeddu.
La vittoria della necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu
In fondo, il nodo del problema scaturisce da due visioni del mondo che si pongono, l'una rispetto all'altra, come due opposti contrari, tra i quali, pertanto, non è possibile alcuna mediazione. Così, basandosi sulla propria visione del mondo, le persone che nella necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu riconoscono un patrimonio si sono opposte fortemente a coloro che in quella stessa necropoli vedono solo “un'area misurabile”, tanti metri cubi di terra ad uso abitativo al centro di una ridente città sul mare. Il che, tradotto in termini economici avrebbe portato denaro, tanto denaro e una violenta colata di cemento avrebbe raso al suolo un'area archeologica di valore inestimabile, facendo sorgere al suo posto un complesso edilizio, ancor più appetibile vista la sua posizione privilegiata, un colle che guarda alla città. Gli abitanti del quartiere conoscono già questa storia per averla vissuta nel tempo, quando i palazzoni hanno sostituito le eleganti ville sorte in viale Sant'Avendrace agli inizi del Novecento e le case basse dei pescatori, che conferivano una forte identità visiva a quel luogo. Ma torniamo alla necropoli, perché ad oggi il pericolo sembra scampato. È stato però necessario l'intervento del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, stabilendo che ogni nuova autorizzazione a costruire all'interno dell'area che ospita la necropoli fenicio-punica dovrà essere valutata secondo le procedure del Codice Urbani. Una sentenza, quest'ultima, che afferma che ogni decisione relativa al colle d'ora in avanti dovrà preventivamente passare attraverso la Soprintendenza e che quindi sancisce la fine delle speculazioni edilizie su Tuvixeddu.
