Il Parco dei Suoni di Riola Sardo

Il Parco dei Suoni di Riola Sardo si trova in una zona facilmente raggiungibile della Sardegna, nella Penisola del Sinis, sulla costa centro-occidentale dell’isola. Il Parco, ricavato da cave d’arenaria dismesse, è il risultato di un disegno degli architetti Pierpaolo Perra e Alberto Antioco Loche. L’opera, già vincitrice del Premio del Paesaggio bandito dalla Regione Autonoma della Sardegna nel 2008, s’inserisce all’interno del Progetto Riberas, “rive”. Oltre a Riola Sardo, Riberas coinvolge anche i vicini comuni di Cabras e Santa Giusta. Come recita il nome stesso del progetto, l’acqua è l’anello che unisce i tre centri, ubicati in una delle zone umide più importanti del continente europeo, di grande impatto paesaggistico- ambientale. Al riguardo, possiamo affermare che, se Riberas, attraverso un piano di riqualificazione urbana, mira a rivestire i tre centri del Sinis del ruolo di antichi custodi delle acque, col Parco dei Suoni Riola Sardo si propone lo scopo di divenire un centro d’eccellenza per la divulgazione della cultura sonora in Sardegna. Il piccolo canyon in cui sorge il progetto è infatti uno spazio acustico sfruttabile per la particolare percezione uditiva che offre al visitatore. A ciò si aggiunge che il tema sonoro si realizza in un insieme di percorsi che attraversano lo spazio aperto delle cave. Il disegno dei due architetti palesa «una rinnovata attenzione nei confronti del paesaggio» inteso «come patrimonio culturale». Questo è uno dei motivi per cui l’opera ha ottenuto una delle dieci candidature italiane al Premio del Paesaggio promosso dal Consiglio d’Europa. Inserendosi armonicamente nel contesto naturale circostante, il progetto decennale di Perra e Loche gioca interamente sull’utilizzo della pietra arenaria e, sfruttandone gli accostamenti cromatici, porta alla luce l’identità estetica del luogo. L’opera, elaborata all’interno del bacino di scavo in cui negli anni si è resa operativa l’attività estrattiva, recupera i tratti fondamentali della cava per poi renderli monumentali col semplice sgombero d’ogni elemento legato all’industria umana. Seguendo interamente la linea orizzontale suggerita dallo skyline, il luogo diviene continuo richiamo visivo alla pietra. Su di essa s’insiste, oltre che con i colori caldi, attraverso l’esibizione di blocchi litici geometrici che si stagliano netti all’interno del contesto paesaggistico. Nell’area del parco sorge uno spazio chiuso, destinato a spazio espositivo. Un colonnato di pietra arenaria di nuovo taglio gli fa da cornice, proteggendo, contemporaneamente, un portico ombreggiato da un pergolato d’esili pannelli frangisole sostenuti da membrature metalliche. La delicatezza dei materiali usati per realizzare il pergolato dialoga con la pesantezza della pietra. Il risultato è un’armonia complessiva, caratterizzata da una forte valenza evocativa.

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