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Un'impostazione ispirata all'etnografia e all'empatia, unita all'uso di Twitter, codici QR e processi digitali, ha consentito di identificare le occasioni di partecipazione e integrazione per l'attività casearia della Cascina Cà Grande, alle porte di Milano.

"Nel giardinaggio cibernetico gli smartphone e la mappatura digitale sono strumenti del mestiere come le tute e i trattori."

Le riflessioni sulla produzione alimentare e sui metodi agricoli alternativi sono la fonte del dibattito. Benché non si sia totalmente inconsapevoli del fatto che il cibo nasca in natura da qualche parte, e nonostante si viva in ambienti urbani sempre più ibridi, l'incapacità di demistificare i processi agricoli e di capire come si inseriscano nel corpo e nella vita, o come entrino in rapporto con essi, dipende in grande misura dal fatto che il cibo viene ancora considerato qualcosa che si crea tra la città 'urbana' e la fattoria 'agricola'.

Come ricercatori incaricati di migliorare l'integrazione dei formaggi di produzione locale nella consapevolezza nutrizionale di Milano, ci siamo spesso riconosciuti colpevoli di contrapporre senza mediazioni molti concetti spaziali relativi alla nostra situazione: urbano/rurale, vicino/lontano, digitale/fisico. E certamente, all'inizio del lavoro, abbiano dato per scontato che l'attuale rapporto tra gli abitanti della città e il cibo fosse ricco di passione ma in certo qual modo disfunzionale.

Non sarebbe bello se l'attuale ciclo di produzione del formaggio a Milano potesse in qualche modo offrire un suggerimento sulla possibilità di riconfigurare la rete alimentare milanese per creare una coscienza gastronomica più trasparente e più partecipata? Stiamo parlando di un ciclo produttivo integrato nell'attuale situazione sociale della città, che potrebbe nutrirsi in armonia con il proprio metabolismo naturale. Perché non assumere contemporaneamente il ruolo dell'anfitrione e dell'ospite in una specie di banchetto sostenibile di dimensione cittadina, in cui fattori urbanistici, agricoli, digitali e fisici contribuiscano tutti ad apparecchiare la tavola per dar sapore a una vera rivoluzione biologica locale dell'alimentazione?
Gruppo di lavoro cyberRicotta: mappatura del potenziale produttivo della Cascina Cà Grande, alle porte di Milano
Gruppo di lavoro cyberRicotta: mappatura del potenziale produttivo della Cascina Cà Grande, alle porte di Milano
Producendo formaggio primo sale alla Cascina Ca' Grande, azienda agricola alle porte della città, e poi portandolo in tutta la città e consumandolo collettivamente nel centro, abbiamo assunto il ruolo del produttore, del distributore e del consumatore, tutti nella stessa giornata. Questa impostazione, ispirata all'etnografia e all'empatia, decostruendo le componenti letterali e sociali della produzione casearia e grazie all'uso dei codici QR, ci ha consentito di identificare parecchie occasioni potenziali di partecipazione e di integrazione.

Nella nostra panoramica esperienziale dei modi in cui il pubblico entra in rapporto con l'azienda agricola, l'ordine di grandezza e la forma di quest'ultima, di grandi dimensioni strutturali e dotata di più accessi, sono punti di forza su cui si poteva ulteriormente lavorare. La cascina che abbiamo reimmaginato è dotata di tre sistemi principali: coltivazioni, produzione casearia e patrimonio del sito preesistente. La sua elasticità, un po' come quella del corpo umano, dipende dalla possibilità omeostatica di riconoscere le sfide poste dalla città nel suo insieme e di rispondervi. Il sistema della coltivazione si basa su un biogestore e su un centro di riciclo delle acque, che alimenta la cascina in un ciclo di risorse chiuso. I campi nutrono i bovini necessari al ciclo di produzione del formaggio che, con l'aiuto di un mercato caseario, resuscita l'antica tradizione del sito facendone un polo vivo e contemporaneo dell'attività e dell'impegno della comunità.
Workshop per la produzione del formaggio Primo Sale. Photo Marco Poletto – ecoLogicStudio
Workshop per la produzione del formaggio Primo Sale. Photo Marco Poletto – ecoLogicStudio
I silos, sollevati da terra, creano al di sotto degli impianti dei volumi spaziali dove ci si può riunire e circolare. L'altezza complessiva della cascina è accresciuta da un imponente biodigestore: funzionale e simbolico, è l'evoluzione contemporanea dell'antica guglia del duomo, araldo evidentissimo della comune coscienza ecologica. Un centro didattico in loco illustra al pubblico la produzione casearia in rapporto con la tradizione della cascina e con il contesto nutrizionale attuale. Questa "meditazione sul formaggio" promette quiete e benessere attraverso l'impegno personale nelle attività della cascina.

Quanto alla fattoria contemporanea come luogo in cui si configurano forme di turismo e di impiego del tempo libero, pensiamo che il GPS e le attività basate sulla localizzazione siano molto importanti come moderno metodo di orientamento e di esplorazione della città. I visitatori possono ampliare la sfera della visita alla cascina facendone un ricco spazio virtuale attraverso la partecipazione, sincronizzando i loro strumenti multisensoriali sui dati GPS della cascina mentre si spostano all'interno e all'intorno dell'area dell'azienda agricola. Qual è il valore specifico di queste tecnologie? Il fatto che ci consentono di stratificare online molteplici esperienze della cascina, creando una banca della memoria aperta che può essere in futuro evocata immediatamente con un tocco.

Abbiamo a disposizione una quantità di strumenti digitali di mappatura, molti dei quali integrati in reti sociali online aperte al vasto pubblico. E tuttavia, pur possedendo le tecnologie online e digitali, l'evidente capacità di superare e arricchire lo spazio fisico, il ruolo dei processi creativi e digitali nell'evoluzione pratica dell'architettura rimane critico.
Grazie alla mappatura di Twitter abbiamo simulato un modello di città orientato al consumatore, comprendente la nuova cascina, che si è evoluto in tempo reale a mano a mano che raccoglievamo nuovi dati. In questo caso, la diffusione dei codici QR, Twitter e processi digitali si sono fusi per visualizzare i punti di consumo del formaggio nell'area centrale di Milano, usando dati quantitativi (quanto formaggio e dove) e dati qualitativi (perché il formaggio e quel che se ne pensa). Abbiamo discusso come, se applicata per un periodo più lungo, una mappa come questa potesse anche permettere ai progettisti di formulare ipotesi contrapposte sui futuri modelli di attività e di sviluppo.

In questo contesto virtuale le reti dell'alimentazione, di cui la produzione casearia è solo uno dei molti cicli, possono fondersi con altri sistemi urbani in modo che il governo della città e la sua sopravvivenza progrediscano in un'integrazione tra tutte le sue componenti.

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