Le riflessioni sulla produzione alimentare e sui metodi agricoli alternativi sono la fonte del dibattito. Benché non si sia totalmente inconsapevoli del fatto che il cibo nasca in natura da qualche parte, e nonostante si viva in ambienti urbani sempre più ibridi, l'incapacità di demistificare i processi agricoli e di capire come si inseriscano nel corpo e nella vita, o come entrino in rapporto con essi, dipende in grande misura dal fatto che il cibo viene ancora considerato qualcosa che si crea tra la città 'urbana' e la fattoria 'agricola'.
Come ricercatori incaricati di migliorare l'integrazione dei formaggi di produzione locale nella consapevolezza nutrizionale di Milano, ci siamo spesso riconosciuti colpevoli di contrapporre senza mediazioni molti concetti spaziali relativi alla nostra situazione: urbano/rurale, vicino/lontano, digitale/fisico. E certamente, all'inizio del lavoro, abbiano dato per scontato che l'attuale rapporto tra gli abitanti della città e il cibo fosse ricco di passione ma in certo qual modo disfunzionale.
Non sarebbe bello se l'attuale ciclo di produzione del formaggio a Milano potesse in qualche modo offrire un suggerimento sulla possibilità di riconfigurare la rete alimentare milanese per creare una coscienza gastronomica più trasparente e più partecipata? Stiamo parlando di un ciclo produttivo integrato nell'attuale situazione sociale della città, che potrebbe nutrirsi in armonia con il proprio metabolismo naturale. Perché non assumere contemporaneamente il ruolo dell'anfitrione e dell'ospite in una specie di banchetto sostenibile di dimensione cittadina, in cui fattori urbanistici, agricoli, digitali e fisici contribuiscano tutti ad apparecchiare la tavola per dar sapore a una vera rivoluzione biologica locale dell'alimentazione?
Nella nostra panoramica esperienziale dei modi in cui il pubblico entra in rapporto con l'azienda agricola, l'ordine di grandezza e la forma di quest'ultima, di grandi dimensioni strutturali e dotata di più accessi, sono punti di forza su cui si poteva ulteriormente lavorare. La cascina che abbiamo reimmaginato è dotata di tre sistemi principali: coltivazioni, produzione casearia e patrimonio del sito preesistente. La sua elasticità, un po' come quella del corpo umano, dipende dalla possibilità omeostatica di riconoscere le sfide poste dalla città nel suo insieme e di rispondervi. Il sistema della coltivazione si basa su un biogestore e su un centro di riciclo delle acque, che alimenta la cascina in un ciclo di risorse chiuso. I campi nutrono i bovini necessari al ciclo di produzione del formaggio che, con l'aiuto di un mercato caseario, resuscita l'antica tradizione del sito facendone un polo vivo e contemporaneo dell'attività e dell'impegno della comunità.
Quanto alla fattoria contemporanea come luogo in cui si configurano forme di turismo e di impiego del tempo libero, pensiamo che il GPS e le attività basate sulla localizzazione siano molto importanti come moderno metodo di orientamento e di esplorazione della città. I visitatori possono ampliare la sfera della visita alla cascina facendone un ricco spazio virtuale attraverso la partecipazione, sincronizzando i loro strumenti multisensoriali sui dati GPS della cascina mentre si spostano all'interno e all'intorno dell'area dell'azienda agricola. Qual è il valore specifico di queste tecnologie? Il fatto che ci consentono di stratificare online molteplici esperienze della cascina, creando una banca della memoria aperta che può essere in futuro evocata immediatamente con un tocco.
Abbiamo a disposizione una quantità di strumenti digitali di mappatura, molti dei quali integrati in reti sociali online aperte al vasto pubblico. E tuttavia, pur possedendo le tecnologie online e digitali, l'evidente capacità di superare e arricchire lo spazio fisico, il ruolo dei processi creativi e digitali nell'evoluzione pratica dell'architettura rimane critico.
In questo contesto virtuale le reti dell'alimentazione, di cui la produzione casearia è solo uno dei molti cicli, possono fondersi con altri sistemi urbani in modo che il governo della città e la sua sopravvivenza progrediscano in un'integrazione tra tutte le sue componenti.
