All’angolo di una strada trafficata di Hangzhou, in Cina, Liang Architecture Studio ha curato gli interni di un negozio di abbigliamento femminile. Ispirata nel nome all’icona del cinema degli anni Cinquanta, la boutique Audrey combina nei suoi interni estetica retrò e visioni futuristiche, per creare uno spazio drammatico dove “passato, presente e futuro si fondono”.

Invitati da una generosa facciata vetrata curva, i clienti sono subito accolti in un’area espositiva simmetrica, composta da volumi semicircolari. Centralmente, cinque sedute poste a recinto e un sistema di illuminazione a forma di diamante creano un’atmosfera di ritualità.

Evitando l’uso di pareti divisorie, il team di progettazione si focalizza sul disegno di oggetti, responsabili della definizione funzionale e della stratificazione dello spazio. Muri espositivi, arredi e persino gli ermeneuti strutturali, vengono dettagliati quindi da dispositivi curvilinei in micro-cemento, che ora dilatano lo spazio, ora lo comprimono creando nicchie intime.

I tessuti morbidi e le texture di legno che dettagliano i mobili contrastano con la freddezza e la rigidità delle sculture cementizie, dove le caratteristiche dei materiali e le forme organiche aiutano a confondere i confini tra le diverse aree.

Il secondo piano – connesso tramite una scala a spirale rosso bordeaux – è stato invece studiato come area espositiva VIP. Per dare all’esperienza del cliente una tensione cerimoniale, l’arredo simmetrico brutalista crea un’ambiente riservato e silenzioso, simile all’atmosfera eterea di una chiesa.