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      Milano Design Week, 5 cose da vedere oggi

      Milano Design Week, 5 cose da vedere oggi

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      La guida al Fuorisalone 2021

      1. Alcova

      Dal centro e da Milano nord i riflettori si spostano verso ovest, zona Inganni. All’interno dell’enorme complesso dell’Ospedale Militare di Baggio, tra via Forze armate e via Simone Saint Bon, si trova la nuova sede di Alcova, il progetto curatoriale di Space Caviar e Studio Vedèt, che ormai da qualche anno è meta imperdibile del fuorisalone. All’interno dei suoi 3.500 mq di spazio espositivo, fatto di giardini, percorsi all’aperto e le palazzine in rovina ricoperte di vegetazione, un tempo abitate da suore e infermiere, questa settimana hanno trovato casa i lavori di 50 espositori tra designer indipendenti, gallerie, scuole e brand innovativi.

      Foto Marco Menghi

       

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      1. Alcova

      Installazione di Marc Leschelier

      Foto Marco Menghi

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      1. Alcova

      Installazione di Schemata Architects

      Foto Marco Menghi

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      2. Ikea Temporary Home da Base

      Mettete temporaneamente tra parentesi i voli galattici dell’ultima Biennale. Ikea atterra a Base con una installazione concreta e lucidissima su una casa del futuro che forse potevamo già fare ieri. Uno spazio piccolo rispetto alle consuete dimensioni del colosso svedese, ma estremamente significativo. È la conseguenza, più che il frutto, di una ricerca fatta per l’edizione saltata a causa della pandemia. Ma quello scenario è ancora il nostro: spazi abitativi piccoli e temporanei, recupero dell’acqua piovana, tante zone relax, la natura che entra in casa sono i temi portanti. E per la prima volta in una esposizione ufficiale di Ikea in Italia ci sono anche gli hacks, a opera del laboratorio di prototipizzazione Miocugino. Trovate base in zona Tortona, MM Porta Genova.

      (Alessandro Scarano)

      Foto Marco Menghi

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      2. Ikea Temporary Home da Base

      Foto Marco Menghi

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      2. Ikea Temporary Home da Base

      Foto Marco Menghi

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      Assab One

      In via Assab 1, Elena Quarestani propone tre mostre nella ex azienda grafica che da poco è diventata anche la sede milanese dello studio Formafantasma. La collettiva “1+1+1” curata da Federica Sala propone anche quest’anno il dialogo a cui ci ha abituati tra tre artisti provenienti da mondi differenti: gli architetti belgi Jan Ve Vylder e Inge Vinck che sfidano i visitatori a guardare con occhi nuovi la realtà che li circonda; l’artista piacentina Claudia Losi che esprime il suo lavoro storico di ricamo e gli artisti botanisti Caretto/Spagna con un’installazione che raccoglie e mette in circolo l’acqua piovana. Oltre alla mostra “1+1+1”, sono allestite ad Assab One fino al 16 ottobre la suggestiva opera site-specific “Cartogramma Bianco” di Daniele Papuli e l’istallazione fotografica “360° Horizon” di Marco Palmieri.

      La fermata più vicina ad Assab One della metropolitana è Cimiano. Aperto fino a sabato 11 settembre. Orari 3 p.m - 7 p.m.

      (Giulia Guzzini)

      Foto Giovanni Hänninen

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      3. Assab One

      Foto Giovanni Hänninen

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      3. Assab One

      Foto Giovanni Hänninen

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      4. 5 Vie

      Hanno avuto un anno in più per prepararsi e l’hanno impiegato al meglio: gli organizzatori e i curatori del distretto delle 5VIE propongono un programma ricco e molto vario, che ha come filo conduttore l’economia circolare. Merita una visita la mostra-laboratorio del madrileno Jorge Penadés (curata da Maria Cristina Didero in via Cesare Correnti 14), che riutilizza lo scarto di fibre tessili per dare vita a un nuovo materiale. Al SIAM (via Santa Marta 18) consigliamo di seguire la performance di Francesco Pace, in arte Tellurico, designer italiano di base in Olanda, che nel cortile dello storico palazzo realizzerà in diretta una collezione di arredi di legno. Sempre al SIAM, meritano una sosta anche la collettiva “Line of marble” (10 designer portoghesi al lavoro con la pietra locale) e la piccola mostra dell’Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong (con i video degli studenti di tre università che hanno lavorato con i tre designer italiani Federica Biasi, Federico Peri e Sara Ricciardi). Ci vorrà un po’ di pazienza e di fortuna, invece, per chi vorrà assistere alla performance della designer di Benevento Sara Ricciardi, che per l’intera settimana si sposterà per le vie del distretto su un carretto da lei disegnato. E, offrendo fiori, poesie e panini barocchi ai visitatori, reinterpreterà la figura del venditore ambulante.
      Le fermate più vicine a 5VIE sono Missori e Cordusio

      (Elena Sommariva)

       

      Foto courtesy 5 Vie

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      4. 5 Vie

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      4. 5 Vie

      Foto courtesy 5 Vie

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      Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise

      “Qual è il tuo preferito?”. Raquel Quevedo si abbassa e afferra una scultura multiforme, ispida, una montagnola biancastra che diventa blu lungo le creste, di una dimensione perfetta per starle nel palmo della mano. Dice di apprezzarne la complessità, i rimandi tra organico e inorganico, e come ogni volta ci trovi qualcosa di nuovo. È una delle 200 sculture che l’artista di Barcellona presenta da Marsell Paradise come possibili fossili del futuro, niente di mai visto prima dunque, tuttavia pienamente nel flusso hip di giorni come i nostri, in cui all’aperitivo si parla di post- antropocene con la scioltezza con cui si indossava un tailleur negli anni 80. L’esposizione è completata da una proiezione, opere di graphic design, e un bel libro hardcover, che combina testi narrativi e saggistici, e in cui si troverà un font creato appositamente da Quevedo, che campeggia anche sul poster della mostra. Uno sguardo corale che abbraccia il pianeta.

      Marsell Paradise si trova in Via Privata Rezia, 2, M3 Lodi. La mostra è aperta fino a sabato 11 settembre, orari di visita dalle 3 p.m alle 7 p.m

      (Alessandro Scarano)

      Foto courtesy Marsell Paradise

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      5. Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise

      Foto courtesy Marsell Paradise

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      5. Fluid Crust Surgery da Marsell Paradise

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      6. Bulgari

      Alla Galleria di Arte Moderna (GAM) di Milano in via Palestro, la mostra imperdibile di Bulgari dal titolo “Metamorphosis”: un tuffo tra i gioielli vintage e contemporanei della maison e installazioni sorprendenti commissionate ad artisti, architetti e designer di fama internazionale: Ann Veronica Janssens, Azuma Makoto, Daan Roosegaarde e Vincent Van Duysen. Fil rouge è il serpente, tra le icone dell’azienda. La mostra parte dall’esterno dell’edificio, con un padiglione temporaneo in cui sono esposti i gioielli contemporanei raccontati da affabili studenti del Politecnico di Milano laureandi in Design del Gioiello con una tesi proprio su Bulgari. All’interno del palazzo, tra le sculture dell'Ottocento, troviamo il gigantesco bouquet di fiori freschi di Azuma Makoto, le alterazioni percettive tra colore e trasparenza nelle teche di vetro e resina di Ann Veronica Janssen (un vero rompicapo!), la magia della parete metallica dorata che ricorda la pelle di un serpente di Daan Roosegaarde, le cui scaglie si arricciano al passaggio di aria calda facendo passare la luce per poi riposizionarsi esattamente come prima: un’architettura viva e sensibile all’ambiente che unisce poesia e tecnologia. Infine, il rifugio contemplativo di Vincent Van Duysen, forse la meno sensazionale delle quattro.

      Foto Marco Menghi

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      6. Bulgari

      Installazione di Azuma Makoto

      Foto Marco Menghi

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      6. Bulgari

      Installazioe di Daan Roosegaarde

      Foto Marco Menghi

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      Installazione di Ann Veronica Janssens

      Foto Marco Menghi

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      6. Bulgari

      Installazione di Vincent Van Duysen

      Foto Marco Menghi

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