Nonostante le dimensioni e i flussi ridotti, a causa della pandemia, gli allestimenti e le installazioni che meritano almeno una visita sono molti.
Alcuni li abbiamo raccontati attraverso le nostre daily guide.
Sfoglia la gallery per scoprire quelli da non perdere assolutamente.
Cosa vedere alla Milano Design Week se non ci sei ancora stato
Tra progetti imperdibili e location inedite, la redazione di Domus ha selezionato le cose da non perdere tra Supersalone e Fuorisalone.
Foto Nicole Marnati
Foto Nicole Marnati
Foto Nicole Marnati
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto courtesy Marsell Paradise
Foto courtesy Marsell Paradise
Foto courtesy Marsell Paradise
Foto Marco Menghi
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- La redazione di Domus
- 09 settembre 2021
Alla sua quinta edizione, il “padiglione olandese” del Fuorisalone, curato da Nicole Uniquole, continua a unire e promuovere giovani designer, progetti di ricerca, produzione e artigianato nella cornice del neorinascimentale Palazzo Turati (via Meravigli 7). Tra gli oltre 80 partecipanti suddivisi tra il cortile (quest’anno sommerso da un tappeto di orchidee) e i due piani dell’edificio, si segnalano: “Elements of Time”, pouf-scultura in silicone dell’artista Nynke Koster realizzati da calchi che riproducono dettagli architettonici; i progetti in chiave green del giovane studio House of Thol (ben riuscito soprattutto il portafrutta e verdura di terracotta per mantenere i vegetali freschi). Da non perdere la collezione The Stone House di Stefan Scholten, arredi realizzati con gli scarti del travertino sapientemente accostati in modo da creare un effetto Terrazzo. Palazzo Francesco Turati, Via Meravigli, 9, M1 Cordusio (Elena Sommariva)
La Pelota è sempre una garanzia e la maison francese non ha tradito il pubblico del Salone e la voglia di spettacolarità. Dopo due anni di appuntamenti virtuali, Hermès vuole una rivincita nel modo più fisico possibile. Cinque grandi architetture rifinite in calce morbida, come se fossero cinque case concettuali, decorate a mano da artigiane della Scala con coloratissimi pattern geometrici ospitano collezioni per la casa firmati da nomi quali Studio Mumbai o Jasper Morrison. In un ambiente organico con pareti che si curvano e diventano supporto per gli oggetti, scaldato da un terriccio rosso a pavimento, si celebra l’artigianato di nicchia. Troviamo una poltrona in cartapesta decorata a mano e realizzata a Lecce, piatti in rame smaltato realizzati nel Veneto, tinture di cashmere del Punjab e così via. L’allestimento porta la firma dell’architetta e designer Charlotte Macaux Perelman. La Pelota, via Palermo 10 (Marianna Guerieri)
L’appuntamento imperdibile al Supersalone. A metà tra un Salone Satellite e un Global Grad Show di Dubai, quest’anno la Fiera rimarginerà il vuoto di quasi due anni di università a distanza e tesi discusse online. Al Lost Graduation Show gli studenti di tutto il mondo possono finalmente presentare le loro tesi dal vivo (e che tesi!) e al migliore pubblico possibile. I progetti toccano i temi più disparati, dalle emergenze umanitarie a quelle climatiche, dal benessere domestico alle nuove forme di vita nella natura, sotto forma di product design, interior, textile, fashion, graphic e interaction design. Vanno visti tutti. Tra i più scenografici, a sorpresa, troviamo finalmente due scuole italiane: Politecnico di Milano con Micromort, una speculazione sul ‘valore’ della morte, e la prototipazione di un’automobile di IED Milano in partnership con Suzuki.
Rho Fiera, Padiglioni 2-4
(Marianna Guernieri)
Dal centro e da Milano nord i riflettori si spostano verso ovest, zona Inganni. All’interno dell’enorme complesso dell’Ospedale Militare di Baggio, tra via Forze armate e via Simone Saint Bon, si trova la nuova sede di Alcova, il progetto curatoriale di Space Caviar e Studio Vedèt, che ormai da qualche anno è meta imperdibile del fuorisalone. All’interno dei suoi 3.500 mq di spazio espositivo, fatto di giardini, percorsi all’aperto e le palazzine in rovina ricoperte di vegetazione, un tempo abitate da suore e infermiere, questa settimana hanno trovato casa i lavori di 50 espositori tra designer indipendenti, gallerie, scuole e brand innovativi.
Consigliati tutti gli spazi espositivi – Outdoor, Lavanderia, Tempio e Casa delle Suore – dove si potranno apprezzare gli utensili di riuso degli scarti edili di SchemataArchitects trasformati in oggetti di alto artigianato giapponese, l’autocostruzione di Marc Leschelier in tessuto di cemento, il lavoro di interior design della Head Genève curato da India Mahdavi che ha fatto decostruire dagli studenti gli spazi di Arancia Meccanica, le ricerche sul futuro dell’abitare dei giovani talenti promossi dal Swiss Arts Council Pro Helvetia, la lunga carrellata di art design proposta da Nilufar Gallery, il design sincero di Duccio Maria Gambi, Sasha Ribera e Daniele Giannetti, le maschere Made in Calabria di Trame, le lampade organiche di Fabio Hendry per Carwan Gallery, la functional art di LABINAC, il nuovo mondo arcaico di Lindsey Adelman Studio, i fiori artificiali di Spread e i magnifici tappeti finto erba “brutta” di Ignacio Subías Albert.
Alcova si trova in via Saint Bon 1, M1 Inganni.
(Marianna Guernieri)
“Qual è il tuo preferito?”. Raquel Quevedo si abbassa e afferra una scultura multiforme, ispida, una montagnola biancastra che diventa blu lungo le creste, di una dimensione perfetta per starle nel palmo della mano. Dice di apprezzarne la complessità, i rimandi tra organico e inorganico, e come ogni volta ci trovi qualcosa di nuovo. È una delle 200 sculture che l’artista di Barcellona presenta da Marsell Paradise come possibili fossili del futuro, niente di mai visto prima dunque, tuttavia pienamente nel flusso hip di giorni come i nostri, in cui all’aperitivo si parla di post- antropocene con la scioltezza con cui si indossava un tailleur negli anni 80. L’esposizione è completata da una proiezione, opere di graphic design, e un bel libro hardcover, che combina testi narrativi e saggistici, e in cui si troverà un font creato appositamente da Quevedo, che campeggia anche sul poster della mostra. Uno sguardo corale che abbraccia il pianeta. Marsell Paradise si trova in Via Privata Rezia, 2, M3 Lodi. La mostra è aperta fino a sabato 11 settembre, orari di visita dalle 3 p.m alle 7 p.m (Alessandro Scarano)