A Ventura Future, quest’anno ospitato negli spazi di BASE, sarà presentato tra gli altri anche l’ultimo progetto dell’architetto e designer libanese Richard Yasmine, The Cure. Si tratta di tre elementi – una poltrona, un orologio a pendolo e un’illuminazione a parete – concepiti più come allestimento e installazione che non come complementi d’arredo a sé stanti. Ognuno rappresenta infatti un tassello diverso della medesima riflessione sui temi del tempo, del karma e della riconciliazione con se stessi. La cura qui non è da intendere come rimedio o preoccupazione, ma come ristabilimento, auto-assoluzione dall’eccesso di responsabilità. Non possiamo avere il controllo sul tempo, ad esempio, ma limitarci a ricordare che è un bene prezioso e l’importanza del qui e ora. Il bianco, il non-colore, acquista una valenza spirituale e metafisica: il giudizio è sospeso, non esiste errore né fallimento. Se la poltrona dallo schienale a forma di lapide porta un messaggio di rigenerazione, la nozione di tempo è chiaramente affidata al pendolo, davanti al cui quadrante è montata una piccola scala in miniatura che sembra ricordarci quale sarà la nostra fine; l’illuminazione a parete – che consiste in un’aureola a raggiera montata su un fondo bianco sotto la quale, volendo, inserire il capo - vuole rappresentare metaforicamente la maestosità della nostra anima. La collezione è interamente realizzata in alluminio verniciato a polvere bianca con inserti di altri materiali quali ottone, neo-cemento, pelle scamosciata, marmo di Carrara e perle e seta ricamati a mano.