L’evento è sold out.
Milano ha un centro storico? Difficile a dirsi, perché i piani regolatori di epoca fascista e le bombe della Seconda Guerra Mondiale hanno fatto piazza pulita di tanti luoghi e architetture antiche. Proprio nei vuoti senza forma lasciati dalle visioni urbane incompiute del ventennio e dalle distruzioni belliche, negli anni ‘50 è “risorta”, come si suole dire con enfasi tutta novecentesca, una Milano nuova e più florida. A questa rinascita hanno contribuito i più importanti progettisti locali dell’epoca, tutti variamente interessati a materializzare la “modernità” milanese, ma anche a stabilire un dialogo con la storia. Questo itinerario si snoda nel cuore del centro cittadino e intercetta alcune architetture-simbolo di un momento cruciale della costruzione della Milano novecentesca.
Da piazza San Babila, percorre Corso Europa, sventramento fascista completato nel dopoguerra, per osservare gli edifici per uffici di Vico Magistretti (1955-1957) e di Luigi Caccia Dominioni (1959). Sono due interpretazioni originali e di qualità del tema del curtain wall, l’innovativa facciata vetrata autoportante che dalle downtown americane si diffonde nel mondo come rappresentazione più tipica dell’efficienza corporate. Una breve deviazione verso Corso di Porta Vittoria incrocia la Biblioteca Sormani, capolavoro di Arrigo Arrighetti, a lungo a capo dell’Ufficio Tecnico comunale. Tra il 1949 e il 1956, Arrighetti interviene sull’antico Palazzo Sormani, pesantemente bombardato, per farne la sede delle più importante biblioteca pubblica milanese. In particolare, ne ricostruisce interamente l’ala est, volume astratto e raffinatissimo che dialoga con la preesistenza non imitandola, ma evocandone le proporzioni.
Questo itinerario si snoda nel cuore del centro cittadino e intercetta alcune architetture-simbolo di un momento cruciale della costruzione della Milano novecentesca.
L’itinerario si conclude in piazza Velasca, dove i colti e super-razionalisti edifici per abitazioni e uffici di Asnago Vender fanno da cornice alla celebre Torre del gruppo Bbpr. È un modernissimo edificio alto – ben 106 metri – ma ha la sagoma della torre del Filarete al Castello Sforzesco e i suoi pannelli di rivestimento hanno le tonalità rosate dei marmi del Duomo. Non a caso, la Torre Velasca ha fatto scandalo e poi storia in tutto il mondo occidentale, come proposta innovativa per conciliare richiami alla tradizione e al contesto urbano, da un lato, con tipologie e programmi moderni, dall’altro.
Il tour sarà guidato da Alessandro Benetti, storico collaboratore di Domus, attualmente post-doc al Dad – Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. Benetti ha contribuito a numerose guide all’architettura moderna di Milano e ha guidato una serie di itinerari sugli stessi temi promossi dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti.

Tappa 1: Un frammento di downtown degli anni '50
Corso Europa
• Vico Magistretti, Edificio per uffici, 1955-1957
• Luigi Caccia Dominioni, Edificio per negozi e uffici, 1959
Tappa 2: Welfare e qualità architettonica
Via Francesco Sforza angolo Corso di Porta Vittoria
• Arrigo Arrighetti, Restauro-ricostruzione di Palazzo Sormani e conversione in biblioteca pubblica
Tappa 3: Modernità e storia
Piazza Velasca
• Asnago Vender, Edifici per uffici e abitazioni, 1939-1950
• Bbpr, Torre Velasca, 1951-1958
Immagine di apertura: Foto nikitamaykov via AdobeStock

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