7 cose che ci ha detto Tobia Scarpa sul design, sull’architettura e su se stesso

Abbiamo incontrato l’architetto e designer, che ha 90 anni. Ecco sette aforismi e riflessioni che raccontano una vita che ha attraversato la storia del design italiano, sempre con leggerezza e profondità.

Biagio edizione limitata in onice, design Tobia Scarpa, 1968–2025

Foto Gianluca Bellomo

Biagio edizione limitata in onice, design Tobia Scarpa, 1968–2025

Courtesy Flos

Fase di realizzazione della lampada Biagio di Tobia Scarpa, frame dal video making-of di Andrea Caccia

Courtesy Flos

Fase di realizzazione della lampada Biagio di Tobia Scarpa, frame dal video making-of di Andrea Caccia

Courtesy Flos

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione

Foto Robert Rieger

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973

Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973

Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973

Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973

Courtesy Molteni&C

Tobia Scarpa con Biagio

Courtesy Studio Tobia Scarpa

Tobia Scarpa ha 90 anni e li ha passati a disseminare di pietre miliari la storia del design e dell’architettura. Ripercorrere la sua vita e la sua carriera, condivise con la moglie Afra Bianchin, sarebbe, ancora una volta, lo stesso che fare la famosa mappa 1:1 dell’impero come succede in Borges: impossibile da contenere. “Guardando indietro io non vedo un designer, io non ho fatto nulla”, ci aveva detto già cinque anni fa, quando Domus era andata a trovarlo a casa sua. Ci siamo allora concessi il lusso di un’altra conversazione costruita per aforismi: frammenti capaci di evocare la profondità di una storia come la sua, partendo però dal presente.

1. “Rifare una cosa già fatta può essere interessante e anche piena di ‘strighi’”

Eccolo, il presente. Scarpa continua a completare architetture in Veneto, mentre le sue icone di design vivono una stagione di nuove edizioni. (“Strighi” è parola veneta che rimanda a “streghe”: qualcosa di misterioso, magico.)
A tornare oggi è la Seki-Han, lampada del 1963 rimasta in produzione solo per tre anni: due pale di abete Douglas che abbracciavano un tubo al neon, irradiando una luce simmetrica.

Biagio, foto d'archivio ©Luciano Svegliado Courtesy Flos

“Era tra i miei primi progetti per Flos negli anni Sessanta,” racconta, “sperimentavamo luce e materiali per ambienti di lavoro, cercando un oggetto orientabile che potesse direzionare la luce sulle superfici.” Nel 2025 la lampada rinasce in frassino, con pale orientabili e luce regolabile: un LED custom e dimmerabile. Cambiano i mezzi, ma resta intatto lo spirito del progetto — e forse oggi appare ancora più attuale di allora.

2. “Tornare (50 anni dopo) sui tuoi progetti ha una funzione: capire se hai imparato o se sei ancora stupido.”

Un aforisma che sembra l’esergo perfetto per la Seki-Han, ma anche per la recente riedizione della lampada Biagio, sempre per Flos, ora in onice.
Scarpa intreccia da sempre progetto e biografia, rielaborando relazioni e intuizioni condivise con figure chiave del design italiano.

Seki-Han, foto d'archivio. Foto Luciano Svegliado. Courtesy Studio Tobia Scarpa

Nel 2025 Molteni ha rieditato la poltrona Monk (1973): doveva essere in un unico pezzo per contenere i costi, ma fu discutendo con Angelo Molteni che prese la sua forma definitiva — una struttura in metallo tesa tra due telai di legno. O come lo Sgabello della Contestazione (Cassina, 1968), nato quasi per gioco: un contenitore di campioni tessuto capovolto e trasformato in seduta.

3. “Sono affezionato a tutti i miei progetti, quando dopo usciti si configurano come un buon risultato.”

Lampada Seki-Han, 1963, dal catalogo Flos. Courtesy Flos

Dal suo primo progetto, la sedia Pigreco del 1959, ai cataloghi interi di cui ha definito l’identità — come quello di Maxalto — Scarpa ha sempre avuto chiaro il valore del tempo nel design. Sapeva vedere il nesso tra prodotto, mercato e durata, come osservava Antonello Marotta nel libro a lui dedicato. Le conferme non sono mancate: tre Compassi d’Oro, tra cui quello per la poltrona Soriana, divenuta icona Cassina. “È curioso,” dice oggi, “perché questi prodotti, quando tornano sul mercato, risultano ancora utili alle strutture che producono oggetti di beneficio.”

4. “La lama, se è affilata, taglia! Se è usata male va affilata, non c’è altro da fare. Quando tutto è in ordine, rende fattibile il resto.”

I disegni originali di Biagio, 1968. Courtesy Studio Tobia Scarpa

Così descrive il suo rapporto con l’industria. Fin dall’inizio, con la Pigreco presentata in Triennale per il corso di Franco Albini, Scarpa alternava diffidenza e fiducia verso la produzione seriale.
Poi arrivarono i Cassina, e con loro un percorso che attraversò ogni scala, fino all’architettura: dallo stabilimento Benetton a Castrette di Villorba al primo complesso Busnelli a Novedrate — precursori di una stagione in cui fabbrica e ricerca si fondono, preludio al “Pompidou italiano” di Piano e Rogers.

Pagina pubblicitaria della lampada Biagio, 1972, grafica di Pino Tovaglia. Courtesy Flos

5. “Riuscire a manipolare materiali naturali è un gusto. Ovviamente, perché sia un gusto, la cosa deve essere anche intelligente.”

Ha lavorato con legno, pietra, metallo, vetro — e, dice, “mi sono divertito con tutti”. L’esordio fu nella vetreria Venini di Murano, dove subentrò a Massimo Vignelli e creò oggetti divenuti classici. Ma ha anche sperimentato materiali insoliti, come il tessuto teso su metallo della lampada Nuvola (1962, Flos).

I disegni originali di Seki-Han. Courtesy Studio Tobia Scarpa

“Anche la Biagio,” racconta, “era una sperimentazione sul marmo di Carrara: progettando una procedura con macchinari specifici, siamo riusciti a scavarlo e renderlo luminoso, esaltando le caratteristiche del materiale.”

6. “Ho avuto dei maestri, certo. E quel che mi dispiace è di averne bisogno ancora oggi che è passato tanto tempo.”

Oltre al padre Carlo Scarpa, difficilmente Tobia si sofferma su altri nomi nel design. Ma quando parla di apprendimento, allarga il discorso alla vita e alla tecnica. “Mio padre mi ha insegnato tutto quello che so,” ci aveva raccontato, “anche se non è mai salito in cattedra. Mi portava con sé, non dai committenti, ma dai collaboratori. Ricordo vetrai intelligenti, dove ha fatto le cose più belle che Venezia abbia mai visto.”

Tobia & Afra Scarpa. Courtesy Studio Tobia Scarpa

Oggi aggiunge: “Di avere un buon pensiero c’è sempre necessità. E lo si può allargare a tutti gli elementi che sviluppano la curiosità e la necessità di comporre una serie di operazioni.” In un’epoca di saperi frammentati, è una lezione di trasversalità ancora attuale.

7. “Domus è stata tra le prime riviste con una certa dignità, e quindi si era sempre pronti a guardarla e ad essere presentati da lei.”

E su questo, non c’è molto altro da aggiungere.

Biagio edizione limitata in onice, design Tobia Scarpa, 1968–2025 Foto Gianluca Bellomo

Biagio edizione limitata in onice, design Tobia Scarpa, 1968–2025 Courtesy Flos

Fase di realizzazione della lampada Biagio di Tobia Scarpa, frame dal video making-of di Andrea Caccia Courtesy Flos

Fase di realizzazione della lampada Biagio di Tobia Scarpa, frame dal video making-of di Andrea Caccia Courtesy Flos

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Seki-han, design Tobia Scarpa, 1963–2025, riedizione Foto Robert Rieger

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973 Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973 Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973 Courtesy Molteni&C

Monk, Afra e Tobia Scarpa per Molteni&C, 1973 Courtesy Molteni&C

Tobia Scarpa con Biagio Courtesy Studio Tobia Scarpa