10·Corso·Como rende omaggio ad Andrea Branzi con la mostra "Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed". Il progetto segna un momento cruciale per la riscoperta dell'opera dell'architetto, designer, storico e teorico italiano a un anno dalla sua scomparsa: partendo da un'immersione nell'archivio (ancor in fase di formazione), la mostra costruisce un racconto coerente delle diverse manifestazioni del suo pensiero progettuale, evidenziandone visionarietà e impatto sulla storia del design.
Un dialogo inedito tra pezzi storici e opere più recenti, che spaziano dalla metà degli anni Ottanta arrivando alle ultime realizzazioni del 2023. Gli oggetti in pietra degli anni '90, le celebri teiere e i cestini, riattivati dall'uso di materiali naturali come il legno di betulla, sono letti alla luce delle riflessioni di Branzi sull'ornamento. Lo testimoniano le serie di gioielli in oro e argento "Silver & Gold" e gli oggetti in argento e legno di betulla "Silver & Wood", realizzati in Belgio nella seconda metà degli anni '90, presentati in una retrospettiva al Design Museum di Gand nel 1998, e ora al centro della mostra.
Un passo importante nella valorizzazione dell'eredità artistica di Andrea Branzi, che mette in luce sia gli aspetti più noti che quelli meno esplorati della sua opera, fondamentali per offrire una visione completa del suo “abitare poetico” e interdisciplinare. La mostra è curata da Alessio de’ Navasques e realizzata in collaborazione con Nicoletta Morozzi, Lorenza Branzi e le gallerie Casa Argentaurum e Friedman Benda.
In mostra, il dialogo tra ornamento e natura
La storia di "Silver & Gold" e "Silver & Wood" nasce dallo speciale rapporto che lega Branzi al Belgio e, in particolare, alla galleria Casa Argentaurum, diretta da Eddy François e Caroline De Wolf. Creazioni a tutto tondo che sfidano i confini disciplinari, come nel caso dei gioielli, indossati in foto dalla stessa gallerista, e concepiti da Branzi come vere e proprie installazioni che si espandono nello spazio circostante, quasi ad ampliare l'aura del corpo.
Come ha osserva il curatore, Alessio de’ Navasques, nel testo che accompagna la mostra:
Incorniciando il corpo umano in un paesaggio, ne segnano l’aura con foglie ed elementi naturali, ad evidenziare quella dimensione mistica dell’ornamento nel suo significato primordiale, come mezzo che avvicina l’uomo al divino.
Un misticismo di forme e materiali che permea l'atmosfera dell'intero progetto espositivo che rievoca quello realizzato da Branzi per la retrospettiva del 1998 al Design Museum di Gand.
Il gioiello come elemento mistico e ancestrale
Per Branzi, d'altronde, cimentarsi con l'ornamento significa ripensare a un elemento primitivo, mistico e ancestrale, e il gioiello è qualcosa che affonda le sue radici nell'umanità stessa.
Se sono esistite società senza città e senza architettura, non sono mai esistite società senza gioielli; perché essi sono soprattutto il segno evidente di una elaborazione magica della persona umana, e il simbolo della ricerca di un segreto ordine nelle leggi del cosmo.
Andrea Branzi, Interni, novembre 2005
L’eredità di una visione radicale
Raccolti in mostra, progetti come le scatole e lampade scultoree "Wood & Stones" (1995), dove legno e pietra si uniscono per superare la dicotomia tra scienza e natura, le iconiche sedute "Animali Domestici" degli anni Ottanta e opere più recenti come "Germinal Bench" (2022) e "Legni Domestici" (2023), simbolo di una natura che diventa architettura, testimoniano la visionarietà quasi profetica di Branzi. Superando i limiti del design moderno e quella rigida gerarchia tra le discipline che troppo spesso soffoca la creatività, il suo lavoro si offre come un manifesto dell’ibridazione, un invito a ripensare il quotidiano come uno spazio poetico, dove oggetti e arredi diventano frammenti di una narrazione capace di connettere modernità e tradizione, passato e futuro, quotidiano e spirituale.
La nuova strada di 10·Corso·Como: uno sguardo al passato per disegnare il futuro
Con questa retrospettiva, 10·Corso·Como non solo celebra l’eredità di Andrea Branzi, ma conferma la direzione della sua nuova programmazione artistica, già avviata con la mostra "Pietro Consagra. Ornamenti," curata sempre da Alessio de’ Navasques, nonché la nuova visione tracciata dall’imprenditrice Tiziana Fausti, che punta a coniugare l’identità storica dell’iconico spazio milanese con uno sguardo rivolto al futuro. Mostre che affrontano tematiche museali, spesso arricchite da una ricerca archivistica approfondita, con l’obiettivo di riscoprire aspetti meno noti dell'opera di celebri creativi, mantenendo una particolare attenzione alle arti applicate.
Mostra: Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed Dove: 10·Corso·Como, Milano Date: Dal 18 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025